Un futuro da broker per l'IT con il cloud ibrido

La capacità di gestire dati in modo coerente in un ambiente cloud ibrido può offrire alle organizzazioni IT nuovi livelli di libertà per il bilanciamento e l'ottimizzazione dei servizi dati tra risorse cloud

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a cura di Giuseppe Saccardi

Che ruolo si annuncia all'orizzonte per i manager IT e per l'IT aziendale man mano che il cloud, ovverossia la fruizione dell'IT sotto forma di servizio, prende sempre più piede? Quello che ritiene NetApp, in base a un'indagine che ha condotto, è che si debba preparare a sostenere il ruolo di broker.

Secondo l'indagine realizzata a livello mondiale tra i dirigenti IT del forum CIO Linkedin, le organizzazioni dei partecipanti al sondaggio stanno già implementando più modelli cloud e prevedono che più della metà di tutti i servizi IT presso le loro organizzazioni verrà erogata tramite cloud nel corso dei prossimi tre anni. Un orizzonte sostanzialmente a breve anche in un settore a forte evoluzione tecnologica.

Un futuro da broker per  il manager dei cloud ibridi

Ad esempio, nella maggior parte dei casi gli intervistati prevedono di implementare soluzioni SaaS, IaaS e PaaS nei prossimi tre anni e più dei due terzi (71%) prevede l'implementazione di IaaS entro 18 mesi. Prevedono inoltre un aumento nell'utilizzo di tutti i modelli cloud (pubblico, privato e ibrido) presso le loro organizzazioni nei prossimi 18 mesi.

Gli interpellati riferiscono anche che quasi un terzo dei loro dati totali verrà implementato in cloud pubblici o ibridi entro 18 mesi, con un impressionante incremento del 100% rispetto alla quantità di dati che dichiarano essere attualmente ospitata in un cloud pubblico o ibrido.

Non c'è da sorprendersi, evidenzia NetApp, se la maggior parte dei partecipanti all'indagine prevede di implementare piattaforme cloud pubbliche basate su tecnologia VMware o Microsoft, con un piccolo ma crescente numero che opta per le alternative cloud hyperscale e open source.

Una sfida impegnativa

Passare dalla gestione dei cloud privati interni esistenti all'integrazione con i cloud pubblici non si prospetta come un processo semplice, questo perché se l'organizzazione passa da uno schema di allocazione statico a un modello di utilizzo più dinamico, diventano necessari metodi per prevedere i consumi e si deve essere in grado di fornire servizi a molti dipendenti sparsi in varie sedi.

Anche dal punto di vista IT le sfide si presentano significative. Tradizionalmente, i responsabili IT nel data center si sono limitati a mantenere il controllo sui propri dati.

Tuttavia, alcune funzioni chiave presentano sfide non indifferenti in tale ambito, quali per esempio: migrare i dati al cloud pubblico, spostarli da e verso il cloud, e adeguarsi a nuove attività quali il passare da un provider di servizi cloud all'altro in modo immediato.

Quello che ne consegue è che la maggior parte degli intervistati ritiene molto importante offrire SLA coerenti tra ambienti cloud (83%), nonché gestire e controllare i dati tra più risorse cloud pubbliche e private (82%). Tuttavia, oltre i tre quarti indica

I benefici che le organizzazione hanno avuto con il Cloud

I vantaggi di una piattaforma storage comune

Gli ambienti cloud ibridi, è oramai convinzione generale, possono portare ad alcune combinazioni di risorse realmente innovative. Ma c'è un ma.

Per conseguire l'agilità dell'IT che ci si attende da un modello ibrido, tuttavia, deve essere possibile regolare la combinazione di servizi cloud e provider di servizi in risposta alle mutevoli esigenze aziendali.

A livello di elaborazione è già possibile conseguire un grado elevato di agilità e portabilità utilizzando la tecnologia di virtualizzazione dei server e applicazioni progettate per l'elaborazione basata su cloud stateless.

A livello di dati, osserva NetApp, è però tutta un'altra storia. Una volta generati i dati degli utenti o delle applicazioni, l'organizzazione IT è tenuta a gestirli, proteggerli e controllarli, indipendentemente dalla loro ubicazione.

Quando i dati vengono spostati tra cloud diversi, la sfida consiste nel farlo in modo efficiente, mantenendo al contempo le policy scelte per la sicurezza, le performance e la protezione. Questo carico di gestione e controllo dei dati rappresenta un ostacolo a un utilizzo più efficace del cloud pubblico.

Quanto è importante poter controllare i servizi 

La capacità di gestire dati in modo coerente in un ambiente cloud ibrido può offrire alle organizzazioni IT nuovi livelli di libertà per il bilanciamento e l'ottimizzazione dei servizi dati tra risorse cloud.

Proprio come i team operativi già traggono vantaggio dalla gestione unificata delle macchine virtuali tra cloud pubblici e privati, la disponibilità di una serie comune di servizi storage consentirà loro di effettuare un provisioning delle risorse più efficace e di gestire i dati tra più ambienti cloud.

Il sistema operativo per lo storage Data ONTAP, osserva NetApp, è stato progettato proprio per fornire questa piattaforma dati comune e può fungere da base per la gestione dei dati per un ambiente cloud ibrido.

Sempre più cloud ibrido

Poiché gli ambienti cloud si configurano sempre più come una combinazione di vari servizi erogati da più fornitori il ruolo dell'IT come broker di servizi cloud, ritiene NetApp, continuerà a crescere di importanza.

Ciò significa che lo scopo dell'IT è, oggi più che mai, quello di allinearsi all'azienda e trasformarsi in un consulente di fiducia. L'IT dovrebbe imparare in sostanza a nascondere le complessità dei cloud ibridi agli occhi degli utenti aziendali, supportando allo stesso tempo un approccio agile e all'avanguardia in grado di ottimizzare gli investimenti nelle risorse cloud pubbliche e private.

La prima fase di questo processo evolutivo include la valutazione degli obiettivi IT a breve e a lungo termine. Nella fase successiva un broker di servizi cloud può valutare le diverse offerte cloud per stabilire quali servizi sono compatibili con i requisiti degli utenti, prendendo in considerazione criteri importanti quali performance, SLA e governance.

Una terza fase riguarda i colloqui con potenziali fornitori di servizi cloud, la verifica delle referenze e la negoziazione delle condizioni commerciali.

Si tratta ovviamente di un processo iterativo, che può essere ripetuto con l'evolversi delle esigenze e la comparsa di nuove opzioni. Il beneficio? Avere un'organizzazione IT più agile, in grado di incrementare le performance dell'azienda a livelli senza precedenti.