Un nuovo malware ogni 4,2 secondi: gli attacchi più diffusi

Nella sua analisi trimestrale G DATA ha presentato i dati sul malware e i tipi di attacco più diffusi. In crescita ransomware e adware, concentrati su Windows

Avatar di Giuseppe Saccardi

a cura di Giuseppe Saccardi

Al peggio non c'è mai fine, recita un detto vecchio ma sempre attuale, ed è quello che sembra riservare il mondo della sicurezza per quanto riguarda gli attacchi perpetrati e la loro crescente sofisticatezza.

Un'analisi della situazione l'ha condotta G DATA, società che produce  soluzioni software antivirus.  I dati parlano da soli. Nel 2016 l'azienda ha comunicato di aver rilevato quasi sette milioni di nuovi ceppi di malware per workstation, con un incremento del 33% rispetto all'anno precedente. E' peraltro un trend che a tutta evidenza non mostra di voler rallentare nemmeno per l'anno in corso perché nel solo primo trimestre la società specializzata nella sicurezza ha già registrato oltre 1.850.000 nuovi tipi di applicazioni malevole.

G DATA dati sul malware JPG

I dati sul malware

Ciò corrisponde ad un nuovo campione di malware sul mercato ogni 4,2 secondi, un valore che supera del 72,6% le rilevazioni degli analisti della società nel medesimo periodo del 2016 e i suoi esperti di sicurezza pronosticano per quello incorso un nuovo record negativo di 7,41 milioni di nuovi malware.

Il tipo di attacco più diffuso 

Ma tra tutti quelli emersi  quale è il modo maggiormente utilizzato dagli hacker per portare i loro attacchi e dai quali è  più urgente difendersi?

A conti fatti la quota predominante dei programmi malevoli consta, riporta G DATA, di cavalli di troia prodotti tipicamente allo scopo di scaricare ulteriore malware, rilevare i caratteri digitati sulla tastiera, trafugare password o integrare la macchina infetta in botnet per la conduzione di attacchi DDoS.

Al secondo posto in classifica figura invece l'adware, che lo scorso anno ammontava a poco meno del 5% delle rilevazioni totali ma già nel primo trimestre 2017 è passato a totalizzare quasi il 14% del malware registrato.

Una citazione si è meritato anche il ransomware, decisamente uno degli attacchi più detestati, anch'esso aumentato in modo più che significativo.

Tra il primo ed il secondo semestre 2016 era già aumentato quasi di un ordine di grandezza e nel corso del primo trimestre 2017 ha già quasi raggiunto i valori registrati nell'intera seconda metà dello scorso anno.

Le valutazioni degli esperti sui diversi tipi di attacco si prestano però a interpretazioni diverse quando si parla di realtà oggettiva o di sensazione valutabili

benzmueller ralf g data security lab 2015

Ralf Benzmüller

"Il ransomware ha cagionato danni ingenti destando un notevole interesse su scala globale, ma la quota di questo tipo di malware rispetto al totale non è quasi misurabile. L'adware invece è una delle categorie di malware più produttive, ma non viene quasi percepito dagli utenti", ha osservato Ralf Benzmüller, Direttore dei G DATA SecurityLabs.

In ogni caso, adware o ransomware che sia, una cosa  emerge evidente: la parte preponderante dei malware per workstation mira a piattaforme Windows, obiettivo del 99,1% delle applicazioni malevole rilevate. Seguono, sebbene a lunga distanza, script, java applets e macro.