VMware presenta Workstation 17

È finalmente disponibile la nuova versione dell’hypervisor desktop di VMware, che supporta in modo completo Windows 11.

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a cura di Dario Orlandi

Dopo una lunga attesa, è ora disponibile la nuova major release di VMware Workstation, nelle varianti Pro e Player.

La nuova versione porta in dote molte novità interessanti, che riguardano in particolare (ma non solo) il supporto alle caratteristiche e ai requisiti di Windows 11.

Le ultime versioni dei software consentivano di installare come guest il nuovo sistema operativo di Microsoft, ma era necessario modificare alcune impostazioni della configurazione della macchina virtuale e applicare la cifratura completa, che aveva ripercussioni negative sia sulle prestazioni sia sull’usabilità del sistema virtuale: a ogni avvio, infatti, era necessario digitare la password.

VMware aveva già implementato una novità sperimentale che evitava questo passaggio, ma fino ad ora era necessario modificare a mano il file di configurazione della macchina virtuale.

Ora, invece, l'applicazione di tutti i requisiti necessari per l’installazione di Windows 11 è gestita in modo automatico tramite l’interfaccia guidata di creazione di una nuova virtual machine.

Oltre alla cifratura completa, VMware supporta oggi una modalità veloce, pensata per soddisfare i requisiti imposti da Microsoft (in particolare il supporto al Tpm 2.0) senza penalizzare le prestazioni dell’ambiente guest.

Inoltre, le password possono essere salvate nel Credential Manager, evitando quindi di doverle reinserire manualmente ogni volta che di avvia la macchina virtuale.

Queste novità sono disponibili sia in Workstation Pro sia in Workstation Player, che in passato invece non includeva gli strumenti di cifratura e simulazione del Tpm.

Supporto allargato

Oltre a Windows 11, Workstation 17 aggiunge anche il supporto ufficiale per molti altri sistemi operativi: Windows Server 2022, Ubuntu 22.04 e 22.10, Debian 11.5 e 12, Fedora 36 e 37, RedHat Enterprise Linux 9 e FreeBsd 12 e 13.

Molto interessante, specialmente negli ambienti professionali, è la nuova opzione che consente l’avvio automatico di una virtual machine al boot del sistema operativo host; questo consente, per esempio, di caricare immediatamente un software legacy che richiede uno specifico ambiente guest per renderlo sempre disponibile all’utente.

Alcune novità si segnalano anche sul fronte grafico, con il supporto dello standard OpenGL 4.3 negli ambienti Windows e Linux: è necessario che il sistema guest abbia installato almeno Windows 7 oppure Linux con kernel 5.16.0 e Mesa 22.0.0.

Workstation 17 supporta anche i driver Wddm (Windows Display Driver Model) versione 1.2, naturalmente nelle virtual machine Windows.

Workstation Pro è acquistabile a 194,30 euro (96,74 euro per l’upgrade), mentre Player costa 145,42 euro (77,23 euro per l’upgrade). La versione Player è anche disponibile con licenza gratuita per utilizzo privato e non commerciale.