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a cura di Dario D'Elia

La bozza di Web tax che sta circolando a Bruxelles sembra una copia di quella francese: tassare i colossi del mondo digitale tra l'1% e il 5% considerando la stabile organizzazione, invece che il posizionamento del quartier generale.Reuters ieri sera ha svelato i primi dettagli della proposta, sottolineando che la nuova tassa dovrebbe essere applicata solo alle aziende con fatturato mondiale superiore ai 750 milioni di euro e fatturato digitale comunitario di almeno 10 milioni di euro all'anno.

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Insomma, una strategia fiscale che colpisca con precisione solo i giganti del Web. Fra questi Google che presidia l'area pubblicitaria, Facebook, Twitter e Instagram che sono vetrine di riferimento per le campagne, ma anche Amazon, Airbnb, Uber, etc. L'idea è che si debbano pagare le tasse là dove si generano i fatturati a prescindere che magari i sistemi di pagamento siano localizzati in altri paesi.

Difficile invece che vengano coinvolti i fornitori di servizi online come Netflix, l'online gaming, il cloud computing e i servizi IT in generale.

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Com'è risaputo i paesi con maggiore peso economico in Europa sono a favore, mentre quelli più piccoli come ad esempio l'Irlanda hanno paura di perdere le sedi delle multinazionali. Ovviamente si parla ancora di una bozza e quindi c'è margine per nuove correzioni, ma la certezza è che si giungerà a un documento finale entro fine marzo. Dopodiché bisognerà attendere l'approvazione di tutti gli stati membri.

Ad ogni modo tutti concordano sul fatto che la tassa (tra l'1% e il 5%) venga applicata sui "proventi lordi aggregati". E che si consideri come una misura temporanea almeno fino a quanto non venga approvata una norma fiscale organica più strutturata.