World Backup Day: i risultati della ricerca di Acronis

Il report per la Settimana mondiale della Protezione Informatica rivela che il 42% delle aziende ha subito perdite dei dati nel 2019

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a cura di Antonino Caffo

Acronis ha effettuato una ricerca sugli usi e costumi in tema di backup e i numeri non sono proprio esaltanti. Secondo l'azienda, il 42% delle compagnie nel 2019 ha subito un evento di perdita di dati che ha provocato tempi di inattività.

Questo dato è probabilmente causato dal fatto che mentre circa il 90% dei responsabili aziendali esegue correttamente le operazioni di backup, solo il 41% lo fa ogni giorno, lasciando molte aziende con lacune nei dati disponibili per il recupero.

I risultati della ricerca World Cyber Protection Week di Acronis illustrano proprio questa nuova realtà che le strategie e le soluzioni tradizionali per la protezione dei dati non sono più in grado di gestire al meglio. Ecco perché Acronis ha esteso la Giornata mondiale del backup - celebrata ogni 31 marzo - alla Settimana mondiale della protezione informatica.

Il sondaggio annuale, a cui hanno partecipato quest'anno quasi 3 mila persone, misura le abitudini di protezione degli utenti di tutto il mondo. I risultati hanno evidenziato che mentre il 91% delle persone esegue il backup di dati e dispositivi, il 68% perde ancora i dati a causa di eliminazione accidentale, guasti hardware o software o backup obsoleti.

Inoltre, l'85% delle aziende non esegue il backup più volte al giorno, solo il 15% dichiara di farlo, il 26% lo fa una volta al giorno, il 28% settimanalmente, il 20% ogni mese e il 10% non esegue alcun backup, il che può comportare la perdita di dati senza possibilità di recupero completo.

Di quegli utenti professionali che non eseguono backup, quasi il 50% ritiene che i backup non siano necessari. Una convinzione che l'indagine contraddice: il 42% delle aziende ha segnalato una perdita di dati con conseguente inattività quest'anno e il 41% riferisce di perdere produttività o denaro a causa dell'inaccessibilità dei dati. Inoltre, solo il 17% degli utenti finali e il 20% dei professionisti IT seguono le migliori pratiche, utilizzando backup ibridi su supporti locali e nel cloud.

Questi risultati sottolineano l'importanza di implementare una strategia di protezione informatica che includa il backup dei dati più volte al giorno e la pratica della regola di backup 3-2-1: creare tre copie dei dati (una copia primaria e due backup), archiviare le copie in almeno due tipi di supporti e una di queste copie archiviarla in remoto o nel cloud.

Con l'aumento degli attacchi informatici, il backup tradizionale non è più sufficiente per proteggere dati, applicazioni e sistemi e rischia di essere particolarmente pericoloso quando si tratta di business. I criminali informatici prendono di mira il software di backup con ransomware e provano a modificare i file di backup, il che aumenta la necessità di verifica dell'autenticità durante il ripristino dei carichi di lavoro.

Ha senso, quindi, che il sondaggio abbia indicato un livello universalmente elevato di preoccupazione per le minacce informatiche come i ransomware. L'88% dei professionisti IT ha espresso preoccupazione per questo tipo di minaccia, l'86% è preoccupato per il cryptojacking, l'87% per attacchi di ingegneria sociale come il phishing e il 91% per le violazioni dei dati.

Tra gli utenti finali, la consapevolezza e la preoccupazione riguardo a tutti e quattro questi tipi di minacce sono quasi altrettanto elevate. E rispetto al sondaggio di Acronis del 2019, la preoccupazione per le minacce informatiche è aumentata del 33%.

I risultati indicano che il 30% degli utenti finali e il 12% dei professionisti IT non saprebbero dire se i loro dati sono stati modificati in modo imprevisto, mentre il 30% non saprebbe dire se la sua soluzione anti-malware blocca le minacce zero-day.

Inoltre, il 9% delle aziende ha dichiarato di non sapere se si sono verificati tempi di inattività a causa della perdita di dati quest'anno. «Per garantire una protezione completa, i backup sicuri devono far parte dell'approccio globale di protezione informatica do ogni azienda, e questo deve includere protezione da ransomware, disaster recovery, sicurezza informatica e strumenti di gestione» spiega Acronis.