Alice nel Paese delle Meraviglie

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Alice nel Paese delle Meraviglie

Un capolavoro senza se e senza ma, il cui ineguagliabile merito è quello di aver reso comprensibile al grande pubblico, lo straordinario lavoro di letteratura nonsense ad opera di Lewis Carroll. 

La cosa straordinaria di questo film è quella di essere, per l'appunto, un film Disney, nonostante la sua sia una matrice assolutamente atipica per il canone disneyano, Pur chiaro che si tratta di un film per famiglie, Alice nel Paese delle Meraviglie era, e resta, un prodotto fortemente psichedelico, decisamente in controtendenza rispetto a quello che era il modo "felice e spensierato" di fare della Disney dell'epoca.

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Il film, in realtà, era da sempre un pallino di Walt, che sin dall'infanzia aveva amato i romanzi di Carroll, ed aveva a lungo desiderato di poter trasporre Alice al cinema. Neanche a dirlo, il prodotto che ne venne fuori (era il '51), era semplicemente troppo avanti per i tempi, e fu un fiasco tale al botteghino che Disney si rifiutò di riportarlo in sala fintanto che restò in vita.

Si dovette aspettare gli anni '70 perché il film fosse rivalutato, grazie ai movimenti universitari ed alla cultura delle droghe che fece di questo film e di Yellow Submarine, le due pellicole cardine del controverso movimento studentesco dell'epoca. 

Disney, non volendo che il film fosse associato all'uso di sostanze stupefacenti, fece in modo da ritirare il film in home video, specie all'interno delle università americane, ma la manovra non servì a nulla. Il film, tuttavia, da quel momento si è imposto di prepotenza nell'immaginario collettivo come una delle opere più belle e "sovversive" del canone dei classici animati.