Against the Ice, recensione del survival movie con Nikolaj Conster-Waldau

Netflix propone Against the Ice: un survival movie con Nikolaj Coster-Waldau e Joe Cole, due esploratori tra i ghiacci della Groenlandia.

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a cura di Valentina Valzania

Netflix ci propone un nuovo interessante film, Against the Ice, un survival movie diretto dal regista scandinavo Peter Flinth, basato sulla vera storia di sopravvivenza di due esploratori tra i ghiacci della Groenlandia. Gli interpreti di questa terribile e lunga disavventura, sono gli adoratissimi Nikolaj Coster-Waldau (ormai ampiamente conosciuto per il suo ruolo di Jamie Lannister in Game of Thrones) e Joe Cole (che sicuramente avrete già visto in Peaky Blinders). Dunque, un potenziale piuttosto interessante: una storia vera, ambientata agli inizi del Novecento, con due grandi attori a sorreggere il tutto e paesaggi assolutamente affascinanti e mortali a incorniciare la storia dell'esploratore Ejnar Mikkelsen e dell'ingegnere Iversen. I due, imbarcati in una missione nelle terre sconfinate e ghiacciate della Groenlandia, si sono ritrovati bloccati per mesi in un mondo assolutamente ostile, senza cibo o rifornimenti di alcun genere.

Angoscia e le palpitazioni sono alla base di questa visione, l'ennesima creazione all'interno del genere survival che ha mostrato le sue potenzialità soprattutto negli ultimi anni. Against the Ice è perfettamente in linea con tutte le caratteristiche che sono tipiche del genere, con l'aggiunta dell'elemento realistico che garantisce dei brividi senza precedenti. Buona parte degli eventi più interessanti e tragici, sono ripresi dal libro del vero Ejnar Mikkelsen Two Against the Ice e poi, successivamente, adattati dal Nikolaj Coster-Waldau che oltre a essere il protagonista è anche sceneggiatore dell'opera. Un gelido e toccante racconto di sofferenza che ha saputo come intrattenerci, anche grazie agli interpreti.

Una lotta continua contro la morte

Vediamo da vicino la trama generale della pellicola, senza entrare troppo nel dettaglio delle vicende raccontate: siamo nel 1909 ed è in corso una particolare spedizione artica, guidata dal capitano Ejnar Mikkelsen, il cui scopo è comprovare la rivendicazione degli Stati Uniti sulla Groenlandia nordorientale. Mikkelsen e Iversen lasciano la nave e l'equipaggio, per cominciare un viaggio che a tutti quanti appare come una missione suicida. Nonostante la fatica e la solitudine a cui i due sono sottoposti per lungo tempo,  riescono a provare che la Groenlandia è un’unica isola, elemento fondamentale della spedizione che altrimenti sarebbe stata inutile e inconcludente. Quando però cominciano il viaggio di ritorno, gli imprevisti sul loro cammino sono moltissimi e in più volte si ritrovano a dover combattere fame, sete e animali feroci della zona. La loro unica possibilità? Tornare alla base e sperare che qualcuno venga a recuperarli prima che muoiano. Semplice, crudo e purtroppo estremamente reale.

La storia in questo caso, è la vera padrona del titolo: è innegabile che, sapendo che ciò che vediamo su schermo è davvero accaduto, tendiamo a provare paura ogni volta che qualcosa va storto. E purtroppo, in Against the Ice, molto va storto e le sfortune dei due in spedizione sono davvero tantissime, anche particolarmente enfatizzate dalla sceneggiatura in quanto stiamo parlando di un survival movie. L'idea è proprio quella di smuovere gli animi del pubblico di fronte a uomini soli e spaventati, in una terra estremamente selvaggia e inospitale. Da questo punto di vista, come avevamo già detto, si tratta di un prodotto perfettamente in linea con il filone a cui appartiene. Non si espone in nessun modo, cercando di rompere schemi narrativi o registi ma ci sembra anche piuttosto ovvio. Lo scopo è raccontare, senza troppi arzigogoli, e farci sobbalzare sulla sedia o il divano di turno per la paura di vedere uno dei due morire per qualche terribile motivo. La narrazione quindi è estremamente semplice e funzionale ma, dobbiamo dire, che nella prima metà del film gli eventi scorrono davvero molto lentamente.

La vita degli esploratori è costituita di spostamenti, accampamenti, imprevisti e basta. Il problema è che fino a 50 minuti di pellicola, c'è davvero molto poco da osservare con grande interesse. Gli eventi più "interessanti", in grado di farci trattenere il respiro, accadono principalmente verso la seconda metà del film e proprio alla fine. Un peccato, dato che il ritmo un po' più lento del previsto è proprio quello che ci ha permesso di godere meno di Against the Ice, rendendolo più pesante di come avremmo pensato. Il tutto è però sorretto dalle buone interpretazioni dei due protagonisti che riescono a tenere testa a più di un'ora e mezza di film senza musica, senza distrazioni su schermo, da soli nel ghiaccio a parlare tra loro. Superata la questione trama, il resto ci ha mediamente convinto. Le ambientazioni sono estremamente belle e la fotografia si è impegnata affinché l'idea di viaggio, sacrificio e desolazione prendessero effettivamente il sopravvento su di noi. Si tratta di una delle parti tecniche che è riuscita a convincerci maggiormente.

I problemi però, non mancano, sempre da un punto di vista estremamente tecnico: tra le scene più impattanti e al cardiopalma va citata sicuramente quella dell'attacco di un orso polare, di cui non vi diremo altro se non che avviene un combattimento molto concitato. L'elemento poco calzante, si trova proprio nell'orso che ovviamente è stato realizzato con un CGI non impeccabile. Già in alcune brevi scene precedenti avevamo notato la presenza di effetti non proprio appaganti, ma è in questo momento specifico che abbiamo notato la mancanza di un budget valido da questo punto di vista. La versione dell'animale è un'imitazione che convince davvero poco e si nota molto quanto anche al regia abbia tentato di coprire le lacune, per quanto fosse possibile. Peccato, perché si tratta di uno dei momenti cardine del film.

Una pellicola di sopravvivenza abbastanza godibile

Come avrete capito dall'insieme delle nostre osservazioni sul prodotto Netflix, quello che lascia maggiormente a desiderare del film è probabilmente causato dal budget a disposizione. La storia di per sé funziona, è interessante e ben interpretata dai due protagonisti che sicuramente hanno svolto un ottimo lavoro. Girare un film in cui si è sempre e costantemente da soli non è facile: va ricreata un'alchimia, un'amicizia, una voglia importante di sopravvivere e di salvare anche l'altra persona al proprio fianco, per tornare a casa sani e salvi. I due attori ci sono pienamente riusciti, peccato per la lentezza dei primi 50 minuti del film decisamente lenti. Location e fotografia hanno dato tutto quello che potevano per creare un'atmosfera avvolgente e mortale, mentre la CGI è stata un colpo fatale per quell'idea di "reale" che si era andata creando nel corso di Against the Ice.