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a cura di Tom's Hardware

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Se la paura atomica, gli effetti di un conflitto nucleare o lo scenario di un possibile dopobomba hanno dato spunto ad una schiera di pellicole, i giapponesi, per motivi evidenti, hanno sempre conservato lo spettro nucleare come punto di partenza per la loro fantascienza. Radiazioni e mutazioni, apocalittiche visioni di grandi lampi e le conseguenti trasformazioni dei sopravvissuti; la piaga mai rimarginata si ripete tutt'ora come monito e rappresentazione del "Grande Male" capace di distruggere l'umanità.

Akira non è certo il primo film di fantascienza a essere stato prodotto sotto forma di anime, e neanche il più bello, ma ha avuto svariati pregi: il primo di mostrare all'Occidente di cosa è capace l'animazione nipponica, il secondo di aver catalizzato su di sé una quantità di risorse prima inimmaginabili: sostenuto un budget record per l'epoca (circa un miliardo di yen), Akira fu il più costoso lungometraggio anime mai creato con circa 150.000 cell realizzate da 1.300 animatori.

La sua grafica surclassava qualsiasi cosa fino allora prodotta dagli studi Disney e da altri creatori di animazione in occidente; la sua trama sofisticata e le scene di violenza esplicita attraevano adulti e adolescenti in tutto il mondo.

Spettacolare e distruttivo, il lungometraggio può vantare un'animazione impeccabile e alcune sequenze mozzafiato - accompagnate da una colonna sonora incisiva, martellante e angosciante come le immagini - in grado di tenere lo spettatore incollato alla sedia, affascinato e spaventato allo stesso tempo da quelle scene.

LA CITT INCANTATA festeggia i 30 anni di AKIRA uno dei lungometraggi di animazione pi famosi e visionari di tutti i tempi[1]

In particolare vanno ricordate le folli e avveniristiche corse in motocicletta, con moto che - quali moderni ciclopi impazziti - illuminano il buio della notto con il loro unico "occhio", guidate da ragazzi che sono un concentrato di rabbia, violenza e disperazione: emozioni forti e incontrollate, figlie del degrado e della distruzione, dell'olocausto atomico.

Otomo segmenta molto queste sequenze, orchestra perfettamente la velocità alternando inquadrature dall'alto, panoramiche, dettagli, soggettive, con risultati di eccitante dinamismo. Paradossalmente, l'immersiva scena della gara di Ready Player One (2018), giocata tutta in una desensibilizzante soggettiva, appare meno moderna delle spezzature futuriste di Otomo.

Otomo riesce a concentrare in quei fotogrammi l'incubo dell'atomica e un certo malessere generazionale: "quello della bomba atomica è un tema interessante, perché rappresenta uno strumento costruito dall'uomo per distruggere l'uomo", ha affermato lo stesso autore.

Eccezionale da un punto di vista tecnico (per esempio è stato il primo anime in cui il movimento delle labbra dei personaggi è coordinato con le frasi pronunciate, secondo la tecnica detta lipsynch), pura adrenalina da un punto di vista emozionale, Akira non riesce però a fornire una trama compiuta, probabilmente a causa della limitata lunghezza a disposizione, dando così la sensazione di un "capolavoro a metà".

Alla sua uscita a Tokyo, Akira distrusse ogni precedente record di incasso al botteghino per i film d'animazione. Il suo seguente successo negli Stati Uniti inevitabilmente puntò i riflettori sul progetto di un remake live action ad alto budget. La cifra astronomica necessaria alla realizzazione di questa versione, però, condusse inevitabilmente i produttori hollywoodiani ad accantonare i loro piani. Il progetto è ripartito l'anno scorso, ma non ci sono certezze per ora.