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Alien³ - La sceneggiatura originale: il volume saldaPress dello xenomorfo di William Gibson

Alien³ - La sceneggiatura originale è la versione a fumetti della sceneggiatura di William Gibson per il terzo capitolo di Alien

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Alien³ - La sceneggiatura originale è la versione a fumetti della sceneggiatura di William Gibson per il terzo capitolo di Alien

Ci sono film che nascono sotto una cattiva stella. Possono anche prender vita dalle migliori intenzioni, vantare appartenenze a franchise universalmente amati e avvalersi della presenza di grandi nomi, ma se il destino si accanisce allora non ci sono vie di fuga. Una sorte che è toccata anche a ALIEN³, terzo capitolo della saga cinematografica del celebre xenomorfo, che ebbe diverse false partenze, cambi di sceneggiature e vicissitudini assortite. Tra cui la partecipazione di un nome celebre della fantascienza, William Gibson, che aveva anche scritto una potenziale sceneggiatura. Di cui si son perse per anni le tracce, sino a quando Dark Horse Comics non ha deciso di trasformarla in una serie a fumetti, riproposta in Italia da saldaPress all’interno del suo Aliens Universe, pubblicandola nel volume Alien³ - La sceneggiatura originale.

L'Aliens Universe secondo il maestro del cyberpunk

Si parlava prima della sfortunata vita di ALIEN³ e della fredda accoglienza da parte di una grossa fetta dei fan dello xenomorfo. Fincher ha cercato di realizzare un film che si avvicinasse più alle atmosfere claustrofobiche e survivaliste del primo Alien, ma si è scontrato con quello che per anni è stato considerato il miglior rappresentante della saga, Aliens – Scontro finale, punto di partenza anche dell’Aliens Universe fumettistico. Eppure, anche un narratore come Mark Schultz, autore del primo arco narrativo fumettistico post-Aliens non lesinò apprezzamenti per l’opera di Fincher

"Mi hanno chiesto in molti come mi è sembrato Alien³ e, a essere sincero, sono combattuto. Perdere Newt e Hicks nella sequenza di apertura del film è stato uno schiaffo ai fan che si erano affezionati a quei personaggi. Però, d’altra parte, dopo aver lavorato un po’ nel cinema e nella television, mi sento quasi di ammirare l’audacia del film nel provocare ‘l’attesa dell’inatteso’. Ma, in ogni caso, ammetto che mi ha egoisticamente infastidito che, con Alien³, le mie storie non rientrassero più nel canone ufficiale

In questa considerazione di Schultz è racchiusa anche la prima grande differenza tra l’Alien³ visto al cinema e la visione che avrebbe voluto invece proporre William Gibson. All’epoca, scegliere Gibson fu una vera scommessa: il padre del cyberpunk era uno dei maestri della narrativa fantascientifica, ma la sua vena creativa era alimentata da aspetti diversi rispetto alla sci-fi su cui si basava il ciclo dello Xenomorfo.

Pur avendo dei tratti in comune con l’impostazione sociale introdotta da Cameron in Aliens – Scontro Finale, il futuro immaginato da Gibson era frutto di una sua visione in cui trovavano maggiormente spazio mentalità corporative e lotte di conglomerati industriali, spesso giocate sulla pelle delle caste sociali più deboli. Ed era proprio questa radice cyberpunk che aveva spinto i produttori di Alien³ ad approcciare inizialmente Gibson, come racconta lo stresso scrittore nell’introduzione del volume di saldaPress:

“Ho letto in seguito che i produttori mi avevano scelto non tanto con l’intento di ottenere da me una sceneggiatura efficace, quanto di ricavare dal mio lavoro una certa suggestione cyberpunk che potesse poi esser integrata nella vera sceneggiatura scritta da qualcun altro”

In realtà, il modo in cui Gibson approcciò questo suo primo esperimento da sceneggiatore era particolare, soprattutto considerato che si trattava di scrivere il terzo capitolo di una saga fantascientifica che in quel periodo era già diventata un cult. Anziché rimanere nel solco di quanto già visto, Gibson decise di prendere un’altra strada:

“Non avevo intenzione di ‘chiudere il cerchio’, né di offrire un gran finale (per quanto temporaneo). Volevo solo scrivere qualcosa che avesse l’aria del lato mancante di un triangolo”

Come si concilia, dunque, questo stile narrativo con il mondo di Alien? Il finale di Aliens – Scontro Finale diventa il cliffhanger per sviluppare una storia in cui viene ulteriormente sviluppato il mondo con cui Cameron aveva arricchito la creazione di Scott e O’Bannon. La presenza della Weyland-Yutani, resa un’entità machiavellica nel secondo film, assume nella visione di Gibson un ruolo ancora più oppressivo, ma viene affiancato anche da una definizione più precisa del ruolo dei Marines Coloniali, la cui comparsa nel film di Cameron era motivato dall’esigenza di una presenza militare, ma di cui non ci era stata alcuna storia di fondo.

Come accaduto per il nascente Aliens Universe cinematografico, anche a Gibson vennero imposte delle limitazioni, contenute nel soggetto su cui avrebbe dovuto lavorare. La delusione principale fu il non poter usare Ripley, ma al padre di Johnny Mnemonic venne in mente di utilizzare un altro personaggio della saga, che lui amava particolarmente: Bishop.

La saga di Alien come non la abbiamo mai immaginata

L’idea di Gibson divenne quindi avvolgere il filo della storia degli xenomorfi in una società divisa in blocchi, ereditati dalla precedente guerra in cui i Marines Coloniali avevano mostrato il proprio valore. La Sulaco, nave in cui al termine di Aliens – Scontro Finale si salvavano Ripley, Hicks e Newt, viene intercettata da un intercettore della U.P.P., fazione nota come i Marxisti Spaziali, che abborda la nave e preleva un letale campione di xenomorfo, trafugando il busto di Bishop, lesionato durante lo scontro con la Regina Aliena, e sui è rimasto del materiale genetico alieno sufficiente a far sviluppare un uovo.

Giunta alla stazione di Anchorage, la Sulaco viene ispezionata da uomini della Weyland-Yutani, che riescono recuperare del materiale genetico alieno su cui lavorare. Oltre a recuperare i corpi in sospensi di Hicks, Newt e Ripley. Quest’ultima rimane in sonno sospeso, mentre il marine e la bambina sono svegliati per rendere conto a due rappresentati della Compagnia dell’accaduto. Con l’arrivo sulla stazione di un ricostruito Bishop, come segno di distensione tra la Compagnia e l’U.P.P, riprendono gli esperimenti sul materiale genetico alieno, ma come insegna la storia di Alien, giocare a fare Dio con gli xenomorfi è un rischio!

Cambiare le regole dell'Aliens Universe

L’Alien³ immaginato da Gibson, visto nel medium fumetto, è un what if…? del mondo degli xenomorfi intrigante. Le idee dello scrittore americano sono inserite all’interno del contesto narrativo della saga, ma relegano in un ruolo secondario la presenza dell’alieno, focalizzandosi principalmente sull’aspetto sociale del mondo in cui muovono i protagonisti.  Una scelta che avvicina maggiormente Gibson alla visione di Cameron, arricchendo ulteriormente il tessuto sociale di questo universo futuro.

A farne in parte le spese, è lo sviluppo dell’elemento centrale della saga: lo xenomorfo. Alien³ - La sceneggiatura originale  mostra come Gibson lasci il letale alieno in un ruolo secondario, trattandolo, in un certo senso, in modo simile a Cameron, rimettendo Bishop in ruolo molto simile a quello di Aliens – Scontro finale. Apprezzabile l’aver voluto offrire una diversa interazione tra il DNA alieno e quello umano, offrendo un visione diversa dell’incubazione dello xenomorfo, ma che in realtà cozza abbastanza con quanto visto in precedenza al cinema.

A conti fatti, la visione di Gibson che traspare in Alien³ - La sceneggiatura originale pare più ispirata ad una fantascienza libera dall’attinenza al contesto di Alien, ma che potrebbe adattarsi tranquillamente a qualunque altra ambientazione di fantascienza intessuta con venature horror. La stessa presenza dello xenomorfo, con questo suo peculiare ciclo vitale, ricorda più il letale alieno de La cosa che non lo spietato cacciatore visto nei due precedenti film di Alien.

Il che non toglie, ovviamente, che il volume stampato da saldaPress non sia una lettura adatta agli appassionati di fantascienza e di Alien. La lavorazione di Alien³ è un pezzo di storia della saga, e avere tra le mani, anche se in versione fumetto, una delle potenziali versioni di quella pellicola è comunque una grande soddifazione. Merito anche dell’ottimo lavoro di Johnnie Christmas, che non ha solo realizzato dei disegni degni dell’ambientazione e del suo frenetico, angosciante universo, ma ha ottimizzato la sceneggiatura di Gibson al medium fumetto.

A saldaPress va riconosciuto di avere realizzato un altro volume di prestigio dell’Aliens Universe, i cui contenuti extra consentono di apprezzare anche il lavoro preparatorio di Christmas nel portare su pagina l’idea di Gibson. Alien³ - La sceneggiatura originale è un volume imperdibile per ogni appassionato della saga degli xenomorfi, un modo intrigante per scoprire una delle tante storie mai raccontate di questo incredibile universo fantascientifico.

Voto Recensione di Alien³ - La sceneggiatura originale



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Gibson approfondisce il mondo futuro

  • - Storia intrigante e coraggiosa

  • - Disegni all'altezza delle aspettative

Contro

  • - Lontano dall'impostazione classica di Alien

  • - Alcune idee molto lontane dalla tradizione di Alien

Commento

Alien³ - La sceneggiatura originale è la versione a fumetti della sceneggiatura di William Gibson per il terzo capitolo di Alien, mai realizzata e finalmente resa leggibile per gli appassionati. Pur appellandosi a una fantascienza meno legata al mito degli xenomorfi, la storia di Gibson è un pezzo importante nel mito dell'Aliens Universe

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Alien³ - La sceneggiatura originale