Amato da pubblico e critica

Un film che ha superato brillantemente la prova degli anni, Alien è un simbolo del cinema del XX secolo. Un'opera che è prima di tutto un horror ma con una forte componente fantascientifica. Il suo effetto sullo spettatore è ancora potente grazie alla sua intensa simbologia.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

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Guardando ad alcuni tra i siti più famosi, risulta evidente che Alien gode di un affetto quasi incondizionato, il che è comprensibile. I critici ne adorano la complessa simbologia, il coraggio di metterla in scena, la protagonista fuori dagli schemi. Cose che piacciono naturalmente anche al pubblico, che gode anche del profondo terrore che la pellicola può ispirare e della sua spettacolarità visiva.

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All'inizio i critici non erano tutti concordi su Alien, e molti in effetti gli appiopparono una vera e propria stroncatura. Sulla rivista Time Out, per esempio, si leggeva che era "un sacco di scherzetti vuoto, i cui costosi trucchi di produzione non possono nasconderne la povertà creativa". Il critico Roger Ebert lo definì il classico film della casa stregata, ma nello spazio. Poi però cambiò idea e lo collocò tra i film più grandi di tutti i tempi. Il critico David McIntee dice che potrebbe essere "la combinazione definitiva tra un thriller horror e la fantascienza".

Horror, fantascienza e ... stupro?

Molti critici e analisti sono concordi nell'affermare che il mostro è fondamentalmente uno stupratore di uomini, una sintesi dei peggiori aspetti dell'Essere Umano, che è basilarmente un essere che usa la violenza e l'aggressione per garantirsi la riproduzione. Il Facehugger è fecondazione forzata, lo Xenomorfo nasce uccidendo "per parto" il progenitore e diventa a sua volta lo strumento che rinnova il ciclo. Un ciclo di cui è sempre vittima un uomo, un maschio che in questo modo - come spettatore - vede, o potrebbe vedere, rappresentate paure profonde e inespresse. In effetti nell'universo narrativo della saga anche le donne sono vittime, ma la simbologia di questo primo film è molto diretta. Poi nei sequel anche le donne diventano vittime, ma questi commenti facevano riferimento solo al primo film - e forse proprio a causa loro si è andati verso una linea di "pari opportunità" nell'essere uccisi dal Mostro.

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L'Alieno veniva dal profondo dell'Umanità e in qualche modo si è sviluppato in qualcosa ancora più alieno e spaventoso dell'Ignoto. [...] La creatura di Giger è un primario primitivo e disgustoso, la cui sopravvivenza dipende da un continuo stupro e sfruttamento delle altre specie. Se questo sembra al lettore un concetto familiare è perché, almeno secondo Giger, era una rappresentazione accurata, per quanto pessimistica, del funzionamento basilare dell'Essere Umano.

Questo è quanto scrive l'autorevole critico Daniel Snyder in un commento intitolato L'orribile filosofia dietro alla star di Alien, lo Xenomorfo di H.R. Giger. Un alieno ben lontano da altre rappresentazioni, con esseri extraterrestri dotati di tecnologie avanzatissime e totalmente liberi da atteggiamenti aggressivi. Questa definizione dell'essere umano non è certo un'invenzione di Giger e la ritroveremo spesso in questa rubrica - ce ne ricorderemo in particolare quando parleremo di The Matrix.

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H.R. Giger

L'idea dello "stupro interstellare" è confermata anche da Dan O'Bannon, che scrisse la sceneggiatura insieme a Ronald Shusett. L'autore ha parlato in particolare della "invasione orale" ai danni di Kane, descrivendola come un pareggiamento di conti per tutti quei film horror in cui "donne sessualmente vulnerabili sono attaccate da mostri maschi". Lo stesso valore si ritrova nella scena che vede l'alieno nascere dallo stesso Kane, una sequenza che sempre secondo O'Bannon serve anche come "rappresentazione metaforica della paura della penetrazione nel maschio.

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Un artista come H.R. Giger non poteva che abbracciare con entusiasmo un progetto con una simile lettura simbolica, e opere come Erotomechanics, Necronom IV, Biomechanoiden o i ritratti di Li sono lì a dimostrarlo, per non citare l'abbondanza di peni e vagine che ha rappresentato nel corso degli anni.

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"Il messaggio di Giger era chiaro: quella cosa che abbiamo tra le gambe è anche uno strumento demoniaco", continua Snyder. Un mostro che nasce da un'inseminazione forzata e "da adulto, uccide con un altro fallo, un set di fauci faringee". Sono diverse le voci a darci la stessa lettura erotica e apertamente sessuale di Alien, quali Barbara Creed, Ximena Gallardo C., o Jason Smith. Il critico David McIntee si spinge a definire l'intero Alien un film sulla violenza sessuale - il che è probabilmente eccessivo, ma certamente non è falso.

Gli uomini attraversano aperture simili a vulve, vengono fecondati a forza e muoiono partorendo feroci vagine dentate e appicicose. 

Davide Edelstein su Vulture.

"Al livello che gli autori e il regista ritenevano più importante, è un film sul sesso, sulla riproduzione tramite metodi non consensuali. E sono cose che accadono a un uomo", scrive McIntee. Gli fa eco l'analista Lina Badley, quando afferma che nel film si ritrova una forte simbologia fallica - il che era probabilmente inevitabile considerato il coinvolgimento di Giger.

"Una cosa che dà fastidio a tutti è il sesso", ha affermato O'Bannon, "così ho detto attaccherò così il pubblico; li attaccherò sessualmente. E non andrò a colpire le donne nel pubblico, colpirò gli uomini. Ci metterò tutte le immagini che mi vengono in mente per spingere gli uomini nel pubblico a incrociare le gambe. Stupro orale omosessuale, parto. Quella cosa ti fa le uova in gola, c'è tutto il catalogo".