Amazon non venderà più libri che descrivono le identità LGBTQ+ come "malattie"

Amazon ha intrapreso una posizione di sostegno della comunità LGBTQ+ da quanto emerge da una recente scelta commerciale.

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a cura di Marco Patrizi

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Sembra che Amazon abbia intrapreso una posizione di sostegno della comunità LGBTQ+ da quanto emerge da una recente scelta commerciale. Il colosso dell'e-commerce ha infatti deciso di non vendere più i libri che ritraggono le identità di genere diverse dall'eterosessualità come malattie mentali.

Questa scelta è stata intrapresa e notata in particolare quando è stato tolto dal suo catalogo il libro "When Harry Became Sally: Responding to the Transgender Moment". L'autore del libro è Ryan Anderson, un politico statunitense che da anni combatte contro la possibilità di matrimonio tra due persone dello stesso sesso, concependo il matrimonio solo a scopo riproduttivo; è anche uno strenuo oppositore dell'Equality Act: un disegno di legge che punisce le discriminazioni razziali, di orientamento sessuale e identità di genere.

Il libro di Anderson è critico nei confronti del transgenerismo ed è dichiaratamente ispirato dal pensiero di Paul R. McHugh, psichiatra che ha esercitato da posizioni cattoliche e socialmente conservatrici riguardo l'orientamento sessuale. McHugh ha definito l'omosessualità un "desiderio erroneo" ed è critico riguardo gli interventi chirurgici per il cambiamento di sesso.

Il libro in questione è arrivato tra i best-seller della categoria su Amazon, prima che venisse deciso di rimuoverlo. Quattro senatori repubblicani hanno preteso una spiegazione riguardo questa decisione, ai quali ha risposto Brian Huseman, vice presidente delle pubbliche relazioni di Amazon:

"Ci riserviamo il diritto di non vendere determinati contenuti. Tutti i rivenditori prendono decisioni sulla selezione che scelgono di offrire, così come noi. Riguardo alla vostra specifica domanda su "When Harry Became Sally" abbiamo scelto di non vendere libri che inquadrano l'identità LGBTQ + come una malattia mentale."

I senatori hanno al ché chiesto se AWS (Amazon Web Services, il servizio di web hosting di Amazon) avrebbe rimosso anche i siti web con posizioni analoghe. Huseman ha spiegato che AWS è un'organizzazione separata dall'e-commerce, e ha risposto:

"AWS fornisce tecnologia e servizi ai clienti di tutto lo spettro politico e rispettiamo il diritto dei nostri clienti di determinare da soli quali contenuti permettere. Richiediamo semplicemente che rispettino i nostri termini di servizio, che sono creati per prevenire l'incoraggiamento e l'incitamento alla violenza."

A seguito della decisione, Ryan Anderson ha espresso la sua indignazione:

“La disforia di genere è una condizione grave che causa grande sofferenza. C'è un dibattito, tuttavia, che Amazon sta cercando di chiudere, su come trattare al meglio i pazienti che soffrono di disforia di genere."

Da precisare che, contrariamente alle tesi di McHugh e Anderson, lo stesso Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association nella sua ultima edizione ha effettivamente smesso di considerare il “disturbo dell’identità di genere” come un disturbo mentale, riferendosi a esso non più con tale accezione, ma come (appunto) "disforia di genere", un'espressione che non indica una patologia ma solo il disagio sperimentato da coloro che non si riconoscono nel sesso dei loro organi genitali.