Bang Bang Baby, recensione: eccessi e surrealismo dell'Italia tra malavita e tradimenti

Bang Bang Baby: la nostra recensione delle 10 puntate della prima serie italiana firmata Prime Video già disponibile sulla piattaforma.

Avatar di Valentina Valzania

a cura di Valentina Valzania

Qualche settimana fa abbiamo avuto il grande piacere di parlarvi nel dettaglio della prima parte di Bang Bang Baby, ovvero la prima serie Amazon Original realizzata in Italia. Nell'anteprima vi abbiamo spiegato come i 5 episodi iniziali della serie ideata da Andrea Di Stefano e diretta da Michele Alhaique, Margherita Ferri e Giuseppe Bonito sia un interessante prospettiva sulla folle Italia di fine anni 80. Bang Bang Baby basa il suo successo su una storia non unica ma comunque trattata in modo estremamente allettante e, in più, ha delle basi solide ovvero il cast. Da Adriano Giannini e Dora Romano nei rispettivi ruoli di Santo Maria Barone e Nonna Lina, fino alla giovanissima Arianna Becheroni che è la protagonista Alice Giammatteo.

La storia viene narrata dagli occhi di Alice, una ragazza che vede la propria vita stravolta il giorno in cui scope che suo padre non è morto come credeva. La teenager che all'inizio sembra tutto meno che in grado di mettersi sulle tracce di un uomo scomparso dalla sua vita anni prima, ci sorprende dimostrandosi molto meno ingenua di quanto avevamo creduto. Alice si ritroverà a scoprire qualcosa di incredibile, a partire dalla malavita che contraddistingue la storia della sua famiglia fino a tradimenti e omicidi. Nel corso della nostra anteprima abbiamo discusso a lungo di quanto ci abbia entusiasmato tutto il lavoro svolto da sceneggiatori e cast tecnico, nella realizzazione delle puntate. Abbiamo ampiamente discusso del perché si tratti di una serie che nel suo essere "tipicamente italiana" riesce comunque ad apparire internazionale ed estremamente giovanile nell'approccio narrativa. Nel corso di questa recensione faremo i conti con tutta la storia, valutando le 10 puntate complessive, evitando spoiler di ogni genere.

Bang Bang Baby: the story so far...

Come spiegare l'Italia del 1986 anche in pochi frame e con poche ma impattati contraddizioni? Bang Bang Baby se lo domanda e risponde chiaramente contrapponendo una TV colorata, vivace, con showgirl avvenenti in abiti sgambati alla vita della classe operaia che sopravvive, a stenti. A questa seconda categoria appartiene la mamma operaia di Alice, che riesce a "mandare avanti la baracca" per lei e per la figlia in una cittadina del nord Italia. La ragazza spera in qualcosa di più di un'esistenza chiusa in fabbrica come la sua mamma single e non sa bene cosa sia o cosa diventerà da grande. Ben presto, comprendiamo che la sua spensieratezza della sua infanzia è stata portata via il giorno in cui il padre è stato assassinato davanti ai suoi occhi, durante una normale al Luna Park.

Nel corso degli episodi non solo scopre che quel giorno suo padre non è morto per davvero ma finisce per conoscere una verità tenutale nascosta per anni: Santo è ancora vivo e l’intrigato mondo di cui fa parte lui, e tutta la sa famiglia, è molto più grande di quanto avrebbe mai potuto credere. Alice comprende che la malavita è una realtà a cui appartiene fin da quando era piccola e alla fine, pur di ritrovare un senso di appartenenza e un posto nel mondo che pensava di aver perso, si convince a buttarcisi a capofitto. Conoscendo da vicino la famiglia paterna, ovvero il clan Barone, la teenager scopre (anche a caro prezzo) il senso del potere, dal sacrificio, dalla lealtà familiare e, non meno importante, comprende quanto sia fondamentale la figura di sua nonna Lina. Oltre a essere un'ottima cuoca e una nonna premurosa è anche una feroce boss che, nella prima metà della serie, scopriremo avere un enorme segreto da costudire a costo della vita.

Mentre l'adolescenza di Alice viene sempre più sgretolata da una realtà assurda, ben diversa dallo sfavillio dei programmi tv e dei primi prodotti americani giunti in Italia, finiamo per addentrarci anche nelle storie di tutti gli altri personaggi e possiamo assicurarvi che nel corso della seconda parte non fa altro che peggiorare. Di tradimenti, omicidi e vendetta Bang Bang Baby è più che pieno e, proprio come avevamo pensato terminando il quinto episodio, non poteva fare altro che peggiorare. La carne al fuoco cresce ancora di più e la vita di Alice, macchiata irreversibilmente, prende una piega sempre più pericolosa. Rispetto a qualsiasi altra serie del mercato italiano, si nota pienamente la voglia di osare (seppur nel proprio mondo) alla ricerca di un continuo sbalordimento, cambiando repentinamente generi, temi, sguardi sul mondo.

Crimine all'italiana con le luci al neon

La serie è stata effettivamente la prima grande produzione in Italia a partire dopo il lockdown e lo stesso regista ha affermato di aver particolarmente apprezzato le sceneggiature degli episodi per la loro voglia di spaziare e  per la commistione di generi che la caratterizzano. La scrittura di Bang Bang Baby, a partire dalla trama fino ai personaggi, è estremamente variegata e allo stesso tempo rimane perfettamente in carreggiata per quanto riguarda i canoni italiani. Si tratta sempre di crimini all'italiana perfettamente alternati con momenti particolarmente autoritari e internazionali, il che vi permetterà di arrivare alla fine della prima stagione con il cuore in gola, costantemente traumatizzati dalla violenza e della voglia di osare della serie.

Gli scrittori hanno deciso, fino all'ultimo, di passare dalla commedia, fino al teen drama più e più volte in ogni singolo episodio, rendendo la visione una vera e propria altalena. Rispetto alle prime 5 puntate, la seconda parte riesce a fare tutto ciò e in più fa immediatamente capire che siamo giunti a un punto di non ritorno, che tutto ciò che stiamo osservando sullo schermo è la diretta conseguenza delle scelte passate, spesso più sbagliate che giuste. Veniamo guidati minuziosamente nel mondo sempre più caotico e violento in cui Alice non solo si è ritrova catapultata ma ha deciso di immergersi completamente, forse con fin troppa leggerezza.

Le nostre conclusioni

Femministe con la maschera di Cicciolina, Pac-Man, fast food d’oltreoceano, tradimenti mortali e classe operaia coesistono in una Italia anni 80 fatta di neon, acconciatore pompate e George Michael. Bang Bang Baby raccontando la surreale epopea della giovane protagonista. non può non essere apprezzata anche per il suo tentativo di essere un prodotto italiano in grado di farsi spazio nel mondo.