Baymax!, recensione: un dolce ritorno dopo Big Hero 6

Baymax! è il ritorno inaspettato del robot di assistenza medica più dolce del pianeta. La nuova serie di cortometraggi arriva su Disney Plus.

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a cura di Livia Soreca

Sono passati ben 8 anni dall'arrivo in sala di Big Hero 6. Dopo un processo creativo durato 3 anni, ostacolato dalla pandemia e dal lockdown, Don Hall, Roy Conli e Bradford Simonsen firmano Baymax! insieme a Walt Disney Animation Studios. La nuova miniserie, visionata in anteprima, è disponibile su Disney Plus dal 29 giugno 2022. Il coccoloso robot bianco è il protagonista di 6 cortometraggi che, insieme, danno vita ad una piccola storia tutta nuova, con inediti personaggi e importanti messaggi da trasmettere ai bambini e agli adulti.

Dolci e divertenti cortometraggi

Si ritorna nella tecnologica città fittizia di San Franstokyo (San Francisco + Tokyo), dove Baymax può svolgere le sue originali funzioni: prendersi cura dei pazienti. Ciascun episodio è incentrato su un diverso personaggio; ognuno, testardo nell'ammettere di aver bisogno di aiuto, farà di tutto per contrastare le azioni del robot. Prima o poi, però, i problemi vanno affrontati.

Cavalcando un po' l'onda dei classici cortometraggi di Mickey Mouse per le gag, pur lontane dalla slapstick comedy, Baymax! è una miniserie così leggera e piacevole da guardare tutta d'un fiato. La sua breve durata fa quasi male, perché di questo adorabile robot non ci si stanca mai. Nel giro di 7 o 8 minuti, ogni piccola storia trova un inizio e un lieto fine. Emozione, umorismo e cuore sono i tre ingredienti principali. Cirocco Dunlap si diverte molto, nella sua sceneggiatura, a creare situazioni divertenti e ironiche, in cui Baymax descrive passo passo la situazione o fa qualcosa con estrema ingenuità. Un'esclamazione come "Oh no, no, no, no!", ad esempio, è seguita da un meccanico "Ciao, io sono Baymax. Ho rilevato un'emergenza medica quando hai esclamato «Oh no, no, no, no»!", con tutta la genuinità che contraddistingue il soffice robot.

La nuova serie Disney si propone anche di inviare al pubblico messaggi precisi, con una narrazione che non cade mai nell'estrema semplicità o nella banalità, ma che anzi mostra scenari nuovi, dalle soluzioni inaspettate. Il ritmo è scandito così bene da donare ampio respiro alle singole trame, anche se per pochi minuti. C'è da dire, inoltre, che i capitoli non sono affatto fini a se stessi; insomma, è un po' come se si stesse guardando un medical show in miniatura. Baymax! nasconde un finale davvero particolare, indice di un progetto coeso e compiuto.

Baymax! e il nuovo concetto di supereroe

Pur non rinnegando mai le origini, la scelta di allontanarsi dall'impronta di Big Hero 6 è evidente. Dal 2014 ad ora il franchise non si è spento. Su Disney Plus, infatti, ben due serie d'animazione sono disponibili: Big Hero 6 - La serie e Big Hero 6 Shorts, accomunate da un design molto diverso dal primo lungometraggio, molto più simile infatti all'originale fumetto della Marvel.

Baymax! non è mero intrattenimento, ma si pone un obiettivo preciso: quello di trovare eroicità nell'uomo comune, privo di superpoteri. Che Hall e i produttori non amino più i supereroi? Impossibile. Emerge, tuttavia, l'esigenza di creare qualcosa di totalmente nuovo, più legato alle vere origini del personaggio. È curioso notare come il protagonista si approcci agli altri, inoltrandosi nella vita di persone comuni e - perché no - cambiandola radicalmente con piccoli e semplici gesti di cura e d'affetto. La carta vincente di Baymax è l'empatia per il prossimo, ed egli è la dimostrazione vivente del fatto che non servano particolari poteri per fare del bene. Ascoltare, sfruttare le proprie capacità per dare una mano ed essere disponibili per chi è in difficoltà sono ciò che questa miniserie sente di voler comunicare al suo pubblico, composto da persone di tutte le età.

Sulla scia di Red

Ciascun episodio mostra allo spettatore situazioni verosimili, legate ai piccoli o grandi problemi della vita di una persona. Non a caso, i nuovi personaggi sono variegati. Eccone alcuni: Kiko è un'anziana signora con problemi alle articolazioni; Mbita porta avanti un'attività familiare e scopre di avere un'improvvisa allergia. Sofia, ragazzina delle medie, è alle prese con il primo ciclo mestruale, argomento - a quanto pare - ancora molto scomodo. Le scelte narrative di questo particolare episodio ricalcano moltissimo ciò che la Disney ha compiuto con Red (Turning Red), una grande metafora della pubertà femminile. I dialoghi tra Baymax e la piccola protagonista sono privi di qualsiasi edulcorazione, come giusto che sia. L'animazione si sbizzarrisce creando le più realistiche confezioni di assorbenti e tamponi di tutte le misure e tipologie presenti sul mercato.

Come successo per Red e, su altri fronti, anche per Lightyear (è presente un bacio tra due donne), il timore è quello del solito malcontento di quella parte del pubblico che fatica ad accettare le normalità della vita. Baymax, aiutando Sofia ad affrontare il primo grande cambiamento del proprio corpo, vuole rappresentare ciò che molte piccole donne non hanno mai ricevuto in tempo e in maniera adeguata. L'accuratezza delle parole che il robot porge alla ragazzina è disarmante, un grande schiaffo verso chi nei media tenta ancora di occultare realtà quotidiane, su cui c'è inspiegabilmente tanta proibizione. Baymax è quell'amico, quel confidente che ognuno vorrebbe o avrebbe voluto quando ne aveva bisogno.

La realizzazione di Baymax!

Scegliere di ambientare le nuove vicende a San Franstokyo significa avere la possibilità di riutilizzare elementi di 8 anni fa, dando loro un rinnovato aspetto. L'impressione che si ha, infatti, è quella di un'estetica che riesce sia a restare tale, sia a dimostrare assoluta modernità, con un design perfezionato, evidenziato da una cinematografia differente, più ricercata.

Realizzare 6 episodi diretti da quattro personalità differenti (Dean Wellins, Lissa Treiman, Dan Abraham e Mark Kennedy) significa poter lavorare simultaneamente ad ogni capitolo. Un lavoro di squadra che riesce a distribuirsi diversamente rispetto all'arduo compito, anni fa, di dover produrre un unico film di quasi due ore. I cortometraggi di Baymax! sono dunque frutto di un processo creativo e lavorativo che sa snellirsi, in linea con le esigenze di una piattaforma streaming come Disney Plus. Il format, infatti, è perfetto per la sua completa fruizione.

Citazioni e Easter Eggs

Baymax! non riesce a fare a meno di contenere al suo interno frequenti riferimenti ad altri elementi della filmografia Disney, come spesso accade. Non sta a noi svelare quali, ma si può citare la reference che, al tempo stesso, è sia la più ovvia sia la più sorprendente. I personaggi, in un certo contesto, esultano "Big Hero 6" ignari dell'aspetto meta-teatrale, ma la risposta di Baymax arriva prontamente: "Il colmo dell'ironia è che in realtà esiste un Big Hero 6".

Come accennato, la reference a Red è facile da notare. Più difficili da scovare sono i numerosi Easter Eggs, quasi mai riconoscibili ad una sola visione. Basterà citare il primo: Kiko controlla la posta e una lettera recita il nome "Conli Insurance", evidente omaggio ad uno dei produttori. Ironico come l'anziana signora getti via la busta, chiamandola spazzatura.

In conclusione

Baymax! è una piacevole sorpresa, un progetto creato con amore verso un pubblico che sarà capace di cogliere l'importanza di rappresentare le quotidiane realtà dell'uomo comune. La nuova miniserie, con un design moderno che non rinnega le proprie origini, sa concentrare tutto il suo potenziale in soli 6 brevi episodi, carichi di emozioni e di insegnamenti raccontati con una narrazione spensierata ma anche commovente nell'attimo giusto.

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