Big in Japan: innamorarsi di Tokyo e non solo con Dario Moccia e Tuono Pettinato

Big in Japan è il nuovo lavoro della coppia Dario Moccia e Tuono Pettinato, che in modo fresco racconta i retroscena della cultura nipponica, mitizzata da anime e manga agli occhi di noi occidentali, ma in realtà ricca di contraddizioni e controversie.

Avatar di Raffaele Giasi

a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Avere a che fare con la coppia di Dario Moccia e Tuono Pettinato è sempre divertente e sorprendente, perché benché i due siano innegabilmente due professionisti affermati dei loro rispettivi settori, con tutto quel che ideologicamente ne consegue, messi assieme formano una delle più improbabili coppie del mondo del fumetto.

Da un lato c'è l'estro di Dario, la sua eccezionale spontaneità ed il suo modo di fare travolgente, dall'altra la placida pacatezza di Tuono, che sembra del tutto impreparato a mettere un freno all'esplosivo carattere del suo improbabile compare.

Già idealmente la situazione è comica, e verrebbe da pensare che sia un sodalizio improbabile come non se ne vedevano dai tempi di Archie VS Predator, o Superman in coppia col coniglio della Nesquik (roba che è successa davvero, che ci crediate o meno!). Poi però il duo se ne esce con il suo primo lavoro, We are the champions, una bellissima e delicata biografia su Freddie Mercury e i suoi Queen, ed ecco che le carte in tavola si mescolano di brutto.

Con We are the champions, Tuono ha forse disegnato alcune delle sue tavole più belle, e Dario, che di solito ci ha abituati alla sua nonchalance da rodatissimo youtuber, ci confeziona dei testi che restituirono forse la parte più umana e toccante della vita di Mercury: quella inerente la sua sessualità, la sua voglia di emergere, la sua libertà in contrasto ai dettami dello show biz.

Con premesse del genere, ovvero con la potenza che si confà alle sorprese che riescono alla perfezione, siamo arrivati a Big in Japan AKA il secondo lavoro del duo edito da Rizzoli Lizard, carichi di una certa attesa, curiosi di scoprire come la coppia si sarebbe rapportata ad un racconto che, pur rimasto vincolato alla volontà di dire e insegnare qualcosa (in questo caso: i costumi, la vita e le curiosità della città di Tokyo e da lì di parte di quelle del Giappone tutto), si sarebbe configurato più come una sorta di diario di viaggio, che una vera e propria opera biografica (sempre che ci sia il bisogno di canonizzare We are the champions in qualche modo).

La premessa è semplice: Dario, che ha visitato il Giappone così tante volte che probabilmente chiamerà suo figlio “Goku” decide di fare da anfitrione a Tuono Pettinato, che in Giappone non c'è mai stato, e che ha difficoltà a capire come funzioni la scala evolutiva delle trasformazioni della razza Saiyan. Come una sorta di Virgilio, Moccia porta quindi il suo compare a spasso per la città di Tokyo, raccontadogli per filo e per segno dei sogni, dei vizi, dei tabù e degli amori di quello che è il Giappone di oggi, Paese così culturalmente eterogeneo da racchiudere in sé un mare di spunti e contraddizioni.

Il viaggio, reale per altro, ed avvenuto qualche anno fa è quindi un pretesto per raccontare la passione di Dario per la patria che ha ispirato la sua stessa influenza culturale, cresciuta tra anime, manga e cinema nipponico, e per scoprire anche quello che può essere l'approccio ad un mondo così ricco di contrasti da parte di chi, come Tuono, è completamente a digiuno del Giappone e dei suoi segni, dei suoi sapori e dei suoi significanti (e significati).

La risultante è una deliziosa e leggera “guida for dummies”, in cui non ci si smarrisce mai tra i testi ed i racconti di Dario, ma anzi ci si lascia letteralmente rapire delle storie, dalle piccole curiosità e dalle morbide e fumettose linee di Tuono, che qui ci riconsegna un lavoro attraverso cui traspare nitidamente la frenesia con cui si sono susseguiti i giorni di viaggio, ma anche il fascino della cultura giapponese, che Tuono tratteggia con il suo inimitabile stile con perizia e morbidezza, alleggerendo il racconto quel tanto che basta a distrarre il lettore da quella che, fondamentalmente, è una lunga serie di curiosità, spiegazioni e vere e proprie lezioni sulla cultura nipponica. Un qualcosa che, insomma, sarebbe potuto risultare indigesto e verboso, e che invece trova nel disegno il sodalizio perfetto e funzionale affinché il libro non si appesantisca, ma anzi scorra rapido sino alla sua conclusione. 

Big in Japan è insomma una delle più belle guide che troverete in libreria sul Giappone e le sue sfumature, che si differenzia da quanto comunemente si trova tra gli scaffali non solo per la natura fumettosa della sua produzione, ma anche e soprattuto per la spontaneità e la schiettezza con cui la coppia di autori toscani restituisce uno spaccato del Giappone di oggi, privo di filtri, senza nasconderne le controversie, i problemi e finanche i disagi che la società nipponica scaturisce tanto nei turisti quanto negli autoctoni. È un libro leggero, godibile, per certi aspetti superlativo, se non nella sua narrativa (soggetta giocoforza alla verbosità del suo spirito “da guida turistica”), certamente per l'accuratezza, la morbidezza e se vogliamo “la grazia” con cui riesce a raccontare di Tokyo, del Giappone ed a montare nel lettore quella voglia improvvisa e assurda di acquistare un volo prima di subito.

Che forse è proprio quello che potrebbe far felice gli autori: sapere che chi ha letto Big in Japan, a prescindere dalla ricchezza della propria dieta di anime, manga e vari, si sia subitamente innamorato di nuovo del Giappone, così tanto da desiderare tanto una nuova piccola guida (e per chi vi scrive Dario e Tuono potrebbero farla anche sulle corsie di un supermercato a caso), quanto di volare e perdersi tra le luci e le strade della capitale nipponica.