Black Mirror Stagione 2: un occhio critico sulla società

La seconda stagione di Black Mirror è più complessa della prima, più difficile da guardare e da comprendere. Ma è anche più ricca di contenuti e di creatività, e rinnova lo stimolo alla riflessione sul mondo intorno a noi, in un modo che raramente si trova in TV.

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a cura di Andrea Balena

Anche se sono passati più di 4 anni dalla sua prima messa in onda, l'esperimento di Black Mirror rimane ancora attualissimo per tematiche trattate e unico come tipologia di dramma televisivo.  Come ho scritto nel precedente articolo, l'autore Charlie Brooker sembra avere un giudizio neutro sulla tecnologia e le sue potenzialità, ma vede anche chiaramente il seme della discordia nell'indole umana. Infatti sono l'uomo e i suoi utilizzi sempre più sconsiderati della tecnologia a plasmare indesiderate distopie, volutamente o meno.

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La seconda stagione e lo speciale natalizio sono il risultato di un'analisi più approfondita di una figura umana sempre più "liquida" (cioè in balia del continuo mutamento causato da nuove tecnologie) e senza difese verso il reale nemico, cioè sé stessa. Le nuove storie, infatti, narrano di uomini e donne sempre più allo sbando, immersi in contesti che neanche loro comprendono appieno. Di fronte a drammi personali o pubblici che li trasportano in scenari sempre più precari, la tecnologia si ritorce quasi sempre contro le persone, rendendole succube o vittime inconsapevoli.

In Be Right Back si affronta l'elemento del lutto, la perdita di una persona amata come nel caso del marito della protagonista. Distrutta, sola e incinta, la donna si iscrive a un programma sperimentale, grazie al quale può parlare con un'intelligenza artificiale plasmata sui post pubblici dei social network, unica parte del marito ancora "viva". Lo scenario qui proposto è uno dei più inquietanti della serie, non tanto per la sua resa scenica quanto per la portata del messaggio: attraverso la tecnologia l'uomo sembrerebbe aver sconfitto la morte. Ma negli sviluppi appare chiaro che si tratta di un'illusione: la copia digitale del personaggio non è che un automa, impostato per rispondere meccanicamente a quanto gli si chiede, e che non può raggiungere mai quella scintilla di umanità. Forse, come si rende conto anche la protagonista, ci sono limiti che è meglio non superare.

Whitebear è l'episodio inizialmente più criptico: inizia seguendo la vicenda di una donna affetta da amnesia che si ritrova in una realtà apocalittica, in cui le persone apparentemente sono state soggiogate da un virus dei loro smartphone, con i pochi superstiti a questa epidemia che lottano per la sopravvivenza. A differenza delle altre storie, il perno della narrazione risiede in una rivelazione finale che ribalta l'intera narrazione (tecnica nota come plot twist). Impossibile entrare nei dettagli senza fare spoiler, ma il finale fa molto riflettere su come la società tecnologica tenda a spettacolarizzare la realtà fino a usarla come condanna in sede giudiziaria.

Nel finale The Waldo Moment si entra nel campo della politica inglese. Waldo è un personaggio animato televisivo, cinico e cattivo verso tutti e controllato in tempo reale dal suo creatore. Per farsi pubblicità, la casa di produzione decide di candidarlo alle elezioni locali e inaspettatamente il suo orientamento apolitico incontra una forte popolarità nell'elettorato. Ad essere lasciato indietro è il creatore di Waldo, obbligato a renderlo un burattino delle multinazionali fino a vedere la sua vita distruggersi pezzo per pezzo. Il discorso dell'uomo sottomesso alla tecnologia torna prepotentemente anche qui, e in questo caso l'uso sconsiderato che si fa di Waldo porta il suo creatore a perdere la propria.

Ultimo episodio, finora, è White Christmas, che è anche la storia con la struttura più intricata. In origine era l'embrione di una ipotetica stagione, il che spiega il fatto di essere composta da tre ministorie separate, ma appartenenti allo stesso universo e che si ricollegano nel finale. Attraverso l'espediente narrativo del dialogo e grazie al carisma della guest star John Hamm (Mad Men), apprendiamo di una realtà che utilizza doppi digitali per svolgere mansioni domestiche e in cui il blocco dei social network viene applicato nella vita reale. Ritornano così molte tematiche di Black Mirror, ma proposte in chiavi differenti: l'impiego della tecnologia per nuove forme di condanna, il confine sempre più labile tra uomo e macchina e la tendenza a trasformare vicende quotidiane in spettacoli macabri.

Un finale sorprendente e non scontato impreziosisce la punta di diamante di un show geniale. La recente acquisizione in esclusiva da parte di Netflix sembra essere l'inizio di una nuova fase per l'opera di Charlie Brooker, più libero e scatenato che mai.

Dexter - Stagione 01-08 (35 Dvd) Dexter - Stagione 01-08 (35 Dvd)
  

Le puntate precedenti della rubrica sulle Serie Tv sono qui.