Blush: intervista a Joe Mateo, creatore del cortometraggio

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Joe Mateo, veterano dell'animazione Disney e creatore del nuovo cortometraggio Apple TV Plus: Blush.

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a cura di Francesca Borrello

Blush è il nuovo cortometraggio disponibile in streaming su Apple TV Plus dal 1° ottobre. Prodotto dallo studio di animazione americano Skydance Animation, è stato scritto e diretto da Joe Mateo. Oltre ad avere avuto il piacere di vederlo in anteprima (potete trovare qui la nostra recensione), siamo stati anche invitati ad intervistare il creatore di Blush.

Joe Mateo è un veterano di casa Disney. Negli oltre 25 anni di carriera, ha potuto lavorare su alcuni dei più grandi classici della casa d’animazione più famosa al mondo: partendo da Pocahontas (il suo primo film) Mateo è riuscito ad essere parte di una notevole fetta di storia della Disney, lavorando su alcune delle più conosciute ed apprezzate pellicole. Tra di questi, può annoverare Mulan e Le follie dell’imperatore, in cui ricopriva ruoli minori nel dipartimento artistico, diventando poi un illustratore per titoli come Bolt, Rapunzel, ed al recente Raya e l’ultimo drago, fino ad arrivare a Big Hero 6 di cui è stato il direttore dell’animazione.

Insomma, una vita lavorativa passata a forgiare l’immaginazione dei più piccoli, facendoli divertire e creando per loro un mondo magico. Impegno che continua anche ora che è diventato parte della Skydance Animation, una nuova divisione all’interno della casa di produzione Skydance. Ma che cosa l’ha spinto ad accettare questa proposta?

 Beh vedi, ho molti amici allo studio della Skydance, amici con cui ho lavorato in passato, a cui ho voluto molto bene e con cui avrei voluto lavorare ancora. E una parte di me voleva anche creare e dare vita alle mie storie, non lavorare solo a quelle degli altri.  Ed è un po’ quello che è successo con John Lasseter.

Prima di decidere di lavorarci assieme infatti, Mateo ci racconta un po’ timidamente di averlo incontrato e di avergli parlato semplicemente della sua idea, ma senza condividere alcun dettaglio. Focalizzandosi più sul suo bisogno di raccontare quella storia e sulle sue motivazioni per farlo, Mateo è quindi riuscito a convincere John Lasseter, che ha accettato di creare assieme a lui Blush.

https://youtu.be/sTz__zyOhds

La trama del film, vede come protagonista un astronauta orticoltore che viaggia nello spazio curando le proprie piante, finchè un asteroide lo colpisce e lo fa finire su un piccolo pianeta deserto. Sicuro di non poter sopravvivere a causa delle condizioni ostili di quel mondo, l’astronauta si dovrà ricredere quando un’altra navicella spaziale si schianta al suolo e la sua dolcissima e tutta rosa pilota creerà una folta vegetazione grazie alle piante del viaggiatore terrestre. Assieme a lei, l’uomo scoprirà la gioia nel costruirsi una nuova vita e una nuova famiglia, affrontando però una tragedia inaspettata.

Se ad una prima superficiale occhiata la storia di Blush può apparire quasi banale, il cortometraggio ha un significato molto più profondo e lo si può trovare nei dettagli. Riusciamo quindi a notare piccoli particolari disseminati qua e là nella storia che riguardano il creatore del film e la sua famiglia. L’astronauta è quindi di origine filippina, con l’aliena ha avuto due figlie e la malattia della compagna del terrestre simboleggia il cancro che la moglie di Mateo ha dovuto affrontare. Vedendo quanto personale fosse Blush, gli abbiamo chiesto come mai ha deciso di raccontare la propria storia.

 Ho perso Mary Ann quattro anni fa, a causa di un cancro al seno e quella stessa notte avevo a respirare. Ho avuto paura e solo dopo ho scoperto che stavo avendo degli attacchi di panico. Non ne avevo mai avuti quindi mi ero davvero spaventato. Però per fortuna avevo le mie figlie con me, mi hanno aiutato a superarlo ma ancora facevo fatica a tornare al lavoro. L’animazione è sempre stata il mio sfogo e cercare di lavorarci su, iniziare a creare quella storia… essere di nuovo capace a respirare, è da li che è stato tutto un susseguirsi di cose. Ho continuato ad aggiungere dettagli e pensare a questo progetto mi ha aiutato a tornare a lavorare su Raya (e l’ultimo dragone). È stato davvero terapeutico.

Dopo un momento di silenzio, Mateo ci chiede se ha effettivamente risposto alla nostra domanda, e noi rassicurandolo, non possiamo fare altro che pensare alla cura e alla delicatezza con cui è riuscito a raccontare la propria storia, rendendosi totalmente vulnerabile agli occhi di chiunque guardi il film. Ogni dettaglio in Blush conduce alla sua vita e persino il titolo (che significa arrossire) lo riporta con la mente ad un particolare della moglie molto intimo che decide di condividere con noi, commuovendosi.

 La parola stessa, Blush e l’arrossire sono cose effimere. Sai, no? Sono cose che accadono in un baleno, velocemente e ho pensato che effettivamente Mary Ann… Beh lei era esattamente così. E lo so che abbiamo avuto una lunga vita assieme, ma è stata comunque breve per me. Mary Ann era famosa per arrossire praticamente sempre. La prima volta che ci siamo visti, durante la nostra prima settimana al college, ho sentito delle risate provenire dal fondo della classe e quindi mi sono avvicinato. E’ stato li che l’ho vista. Era in piedi ma era comunque la più piccola della classe e quindi mi sono presentato. E quando si è girata è diventata totalmente rossa come un peperone! Così ho pensato che le piacessi, per me è stato amore a prima vista! Ben presto ho scoperto che in realtà non era così ed era del tutto normale per lei arrossire, non è che le piacessi. Pensa che alle superiori il suo nomignolo era Ketchup perché era famosa per arrossire e cambiare colore in viso! Quindi ecco… questo è il motivo per cui Blush è il titolo. Non posso pensarne uno migliore o più appropriato di quello. La rappresenta.

Mateo sembra essersi sciolto ora, lasciandosi un po’ andare a dei ricordi felici di sua moglie. E sono proprio queste piccole cose che ha deciso di inserire nel cortometraggio, a renderlo così speciale ed intimo. Il pianeta stesso così piccolo e raccolto è proprio un simbolo di questa sfera privata in cui lo spettatore entra guardando Blush. Joe Mateo ci rende partecipi di ciò che era per lui quotidianeità, spiegandoci anche il processo creativo che lo ha portato a rappresentarsi come un astronauta e ad ambientare la storia nello spazio.

 Dunque, credo che il tutto sia arrivato dal… procedere al contrario, pensando a ciò che Mary Ann amava fare. Lei adorava le piante grasse, hai presente? Ecco è per quello ce sul pianeta ce ne sono così tante! Me per esempio, ciò che più ci rappresenta è il mango. Ecco la piccola piantina rappresenta le mie abilità artistiche, il fatto che io sappia disegnare. Fin da quando ero bambino, mi bastavano una matita e un foglio per essere felice. Ma andando al college, ero bravo si ma non sapevo che farmene di questa capacità. E’ stato quando ho incontrato Mary Ann, il fatto che condividevamo la passione per l’arte e l’animazione… e’ stato in quel momento che l’ho effettivamente sfruttata. Penso davvero che sia stata Mary Ann ad aiutarmi a svilupparla.

Questo parallelismo è ben presente anche in altri momenti di Blush, quando la piccola e dolcissima aliena prende la pianta ormai morente dell’astronauta e, con il suo potere magico, la trasforma fino a farla diventare un bellissimo albero. Mateo ci confida anche che è proprio partendo da quei suoi attacchi di panico che ha avuto l’idea di rappresentarsi come un astronauta. Noi umani abbiamo bisogno di ossigeno per vivere e Mary Ann era proprio questo per lui, così come lo sono state le sue figlie una volta persa sua moglie.

Ma nonostante questa nota triste in Blush, il messaggio che Mateo vuole dare con il suo cortometraggio è quello di speranza e di guarigione. Il suo intento è quello di aiutare le persone che stanno attraversando o hanno attraversato ciò che ha passato lui, nel capire che circondandosi delle persone che amiamo è possibile superare questi momenti. Ma c’è un’ultima domanda che vogliamo fargli prima di lasciarlo e riguarda quello che l’astronauta vede alla fine del cortometraggio.

Per ognuno di noi può essere diverso - dice sorridendo - ma credo sia più che altro speranza per il futuro. I nostri cari saranno sempre nei nostri cuori e saranno sempre parte di noi. Io ad esempio vedo Mary Ann nelle mie figlie, ma penso che principalmente quel finale sia più un messaggio di speranza e del fatto che va bene andare oltre, non vuol dire che li dimenticheremo.

E con la speranza di avere una nuova opportunità di intervistarlo per un futuro film d’animazione, non possiamo fare altro che consigliarvi la visione del suo cortometraggio Blush, su Apple TV Plus dal 1 ottobre.