Broadchurch, la cronaca nera in salsa inglese

Una serie priva di idee particolarmente nuove, ma che propone una caratterizzazione inedita e attuale. Un ottimo esempio del drama made in UK.

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a cura di Andrea Balena

Al primo impatto il mistery-drama britannico Broadchurch potrebbe non colpire subito, non presentando una trama o una ambientazione realmente nuove o innovative. È probabilmente paradossale che un caso di omicidio possa essere ritenuto banale, forse è troppo sottile il confine fra finzione televisiva e realtà di tutti i giorni. Eppure, lo sceneggiatore Chris Chibnall riesce a donare una caratterizzazione unica e pregna della sensibilità tipicamente british ad alcuni dei topoi più rodati del piccolo e grande schermo.

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Sulla spiaggia della tranquilla cittadina marittima di Broadchurch viene ritrovato il corpo senza vita di Danny Latimer, un bambino di appena 12 anni. L'evento sconvolge gli equilibri dell'intera comunità e ha subito risonanza a livello nazionale, richiamando giornalisti da tutta l'Inghilterra. Il burbero ispettore Alec Hardy (David Tennant) viene messo a capo della polizia locale per risolvere il caso con la collaborazione della più mite e ottimista sergente Miller (Olivia Colman). Le loro indagini sveleranno il cuore marcio e corrotto della città.

Vi ricorda niente l'incipit? Gli appassionati di Twin Peaks avranno provato un forte déjà vu. Lo show inglese non nasconde la sua ispirazione all'opera di Lynch - ci son stati altri omaggi nel corso degli anni, come The Killing - ma presto se ne affranca, prendendo una strada completamente diversa: se il caso Palmer girava attorno a tematiche esoteriche e alla presenza di spiriti della foresta, la caccia all'assassino nel piccolo borgo inglese mantiene saldi i piedi per terra e si concentra interamente sulle emozioni umane davanti alla tragedia.

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Come nel mondo reale, anche in Broadchurch da essere un corretto esercizio di giornalismo la cronaca nera si trasforma in sensazionalismo fine a sé stesso, che finisce per ferire se non distruggere le vite delle persone coinvolte. La famiglia Latimer, gli amici più intimi di Danny e varie personalità di spicco del paese diventano bersagli di uno scandalo dietro l'altro, attraverso i quali vengono fuori gli scheletri custoditi nei loro armadi. L'intreccio funziona e appassiona il lato curioso - o potremmo dire morboso? - dello spettatore, trascinato in una fitta ragnatela di rapporti poco chiari e ambigui.

Persino i due detective protagonisti non sono risparmiati nel complicato gioco dei sospetti. Il personaggio di Tennant in particolare, nonostante il suo essere forestiero, col passare delle puntate verrà sempre più coinvolto emotivamente dal caso che rischia di riaprire vecchie ferite del suo passato. Il rinomato attore scozzese qui si mostra in una delle sue interpretazioni più intense in assoluto, lontana anni luce dal giocoso Decimo Dottore o dal sadico Killgrave in Jessica Jones. Hardy è un personaggio frustrato e infranto, che non crede nella redenzione ma cerca di superare le giornate in un eterno presente. La serie trae grande giovamento dalla sua figura forte ma allo stesso tempo depressa, una perfetta rappresentazione del disilluso eroe moderno.

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La sceneggiatura, curata dal futuro head writer di Doctor Who, si dimostra attenta nel mostrare i momenti più intimi e deboli degli uomini e delle loro reazioni una volta entrati nel mirino dei media. Anche il mistero dell'identità del killer è gestito bene, con numerose false piste per sviare le intuizioni dello spettatore, fino alla risoluzione non banale né artificiosa. Non vi è traccia di ironia nello show, che è mosso esclusivamente dal tono drammatico.

Risulta interessante anche l'approccio narrativo intrapreso dall'autore in seguito alla grande rivelazione. Quello che 25 anni fa neanche Lynch riuscì a fare fu mantenere viva l'attenzione del pubblico dopo la brusca risoluzione del caso Palmer, mentre Chibnall ha dimostrato con la seconda stagione di Broadchurch di saper traghettare lo show verso nuove storie. Dopo il processo e dopo aver alterato profondamente lo status quo della città, la storia prosegue con la vicenda di Alec Hardy e i suoi segreti. La terza stagione, appena iniziata in madrepatria, mantiene saldi i punti di forza originali ma non rimane ancorata alle vicende del passato, e affronta un tema oggi divenuto estremamente attuale.

Se volete recuperare le prime due stagioni, il mio consiglio è di sfogliare il catalogo Netflix. La visione risulterà profondamente intensa e a volte pesante - vista la potenza dei temi trattati - ma ne rimarrete sicuramente affascinati.