Captain Marvel: il debole anello di congiunzione e il ritorno nella fase Cinque del MCU

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Una distensione dell’hype per Avengers: Endgame protrattasi nel tempo forse eccessivamente, o il prologo appositamente pensato e collocato al punto giusto per accendere e infuocare al massimo l’attesa dello scontro finale tra i supereroi Marvel e il potente Thanos? Cinque mesi fa usciva nelle sale cinematografiche il film omonimo dedicato a Captain Marvel, il quale ha introdotto sul grande schermo un nuovo personaggio, inedito per la serie cinematografica, la cui funzione non poteva che essere quella di dare un senso compiuto alla trama globale della vicenda e arrivare alla fine dei giochi con tutti i tasselli del puzzle al loro posto.

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Captain Marvel

Possiamo tranquillamente asserire quindi che l’arrivo di Captain Marvel in quel momento avesse sì sbloccato l’ultimo portale spalancatosi sul multiverso, che ha saputo rivelare e regalarci fin troppe emozioni e tuffi al cuore, ma per diversi aspetti l’arrivo della mascella pronunciata di Brie Larson non aveva portato con sé il classico fiume di empatia e suspence per la storia in sé. Forse siamo stati abituati fin troppo bene dai 20 film precedenti, segnando le tre fasi iniziali dello sviluppo del MCU?

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Vediamo meglio di cosa stiamo parlando: non si trattava certo di una mancanza di effetti speciali o di tutta la scenografia altamente sofisticata, firma tipica dei lungometraggi Marvel. Il punto è la scrittura del personaggio stesso e della storia che lo ha definito agli occhi dello spettatore. Probabilmente l’aspettativa del fandom prima di varcare le soglie della sala cinematografica era (molto) alta e dettata da tre fattori: la consapevolezza di essere al preambolo della battaglia finale, l’altisonante nome affibbiato al personaggio (che non può non essere associato a Captain America) e il potenziale preconcetto dettato dal fatto che insomma, se si tratta nientepopodimeno che del capitano dell’intera ciurma, non resta che andare all'arrembaggio con un incontenibile entusiasmo.

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E invece. Questa eroina in stile anni Novanta, come il periodo storico in cui è ambientata la storia, ci ha raccontato la sua vicenda incarnando un prototipo fisico che ricorda parecchio Supergirl, tra il fluente capello biondo e i colori chiaramente intonati alla bandiera USA. D’altro canto, non sa più quale sia la sua identità e il suo passato; galeotta fu l’amnesia, dunque, diventando così il movente dell’azione che ci ha portato a conoscere una ragazza dopotutto “normale” e che sa recuperare i suoi poteri. Ma c’è stato anche dell’altro.

Captain Marvel, o meglio Carol Danvers, è un personaggio tratteggiato lungo un “percorso di crescita e sviluppo” dell’eroe classicamente proposto in storie di questo tipo, ma non di questo calibro. Per essere il capitano dei nostri eroi, giunto a portare la soluzione, a suggellare e stringere l’anello di congiunzione necessario per chiudere il cerchio, Captain Marvel non solo è sembrata incarnare il classico modello di eroe americano à la Superman, venuto da un’altra dimensione e sceso sulla terra per ritrovare se stesso, salvare il mondo e l’intero multiverso, ma è stata anche messa piuttosto in disparte in Endgame. Qui l’unico elemento evidente di maturità e cambiamento del personaggio è stato esplicitato dal nuovo look spigliato e ancora più audace e coraggioso, senza però renderlo protagonista vero e con un tocco fresco e originale, soprattutto sul palcoscenico dell’ultimo atto di Iron Man (almeno una lacrima di commozione a questo punto “è ineluttabile”).

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Citiamo qualche esempio del film Captain Marvel: basti guardare alle scene dove Carol veste i panni di pilota di aereo: non avete colto un nostalgico riferimento a Top Gun e a un Tom Cruise d’altri tempi? Divisa kaki, qualche simbolo americano cucito sopra e RayBan scuri a goccia. Aggiungiamoci la suddetta mascella ben accentuata e abbiamo la versione femminile di uno stereotipo cinematografico dell’americano medio, ormai rodato e radicato nell’immaginario collettivo del pubblico e della cultura pop contemporanea, ma che stride in parte con le origini del personaggio originariamente raccontato dai creatori dei fumetti (come vi raccontavamo qui nel dettaglio).

La fase 5 del MCU

È stata annunciata da qualche tempo la sua presenza nella prossima pellicola, Captain Marvel 2, legata apparentemente non alla Fase 4, bensì alla Fase 5 del MCU, una rivelazione seguita dalle risposte dei fratelli registi Joe e Anthony Russo e del presidente Marvel Kevin Feige alle critiche dei fan proprio in merito alla potenza non troppo esaltante ed esaltata del personaggio in questione. Insomma, la sua presenza pecca di effettiva potenza e non risulta essere “the most powerful character” nel MCU, come invece dovrebbe essere, almeno a detta dei fumetti.

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Per cercare di riprendere almeno un po’ la dimensione delineata a disegni e balloons, nel prossimo lungometraggio si parla anche del potenziale ingresso di Ms. Marvel, quella che in realtà era la versione precedente di Cap prima che si evolvesse nella versione che abbiamo visto sul grande schermo. Il potere tutto in rosa verrà quindi potenzialmente raddoppiato dall’arrivo di Khamala Khan, o si creerà un pastiche da gestire al meglio per non cannibalizzare (di nuovo) Carol Benders?

Non si tratta sicuramente della prima eroina ad arrivare sullo schermo, probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. Se da un lato questo personaggio scardina l’idea che il supremo capo degli eroi nella Saga dell'Infinito debba essere un uomo e si mostra in una sorta di “God is a woman” (titolo di un brano di Ariana Grande che l’attrice stessa ha dimostrato di saper interpretare molto bene), dall’altro lato proprio per questi motivi sarebbe stato più interessante e soddisfacente vedere un personaggio più presente e strutturato, originale e davvero potente. Finora, nella definizione cinematografica di Captain Marvel, è sicuramente mancato il quid in più, necessario a creare un’identità a tutto tondo e complessa come lo era quella delineata dai fumettisti, complice anche il fatto di non poter prendere chiaramente il posto del defunto Iron Man, come ci è stato mostrato nel recente Spider-Man Far From Home. La nostra Carol dovrà darsi da fare nella seconda pellicola destinata alle sue gesta; quest’ultimo film sarà un banco di prova decisivo.

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Non solo si prospetta come seconda chance per rivendicare la personalità del Cap raccontato dai comics degli anni Settanta, ma si tratterà anche dell’ingresso ufficiale del capitano nella fase Cinque del MCU. Che sia la volta buona per attingere alla ricca fonte di informazioni e immaginari forniti dai fumetti e dare più spessore e individualismo alla signorina Danvers?

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