Che fine ha fatto il Führer? Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie, recensione

La fuga di Hitler da Berlino al centro di Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie di Jean-Christophe Brisard e Alberto Pagliaro.

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a cura di Domenico Bottalico

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A distanza di circa un anno dall'uscita del precedente volume (trovate la nostra recensione QUI), Star Comics porta sugli scaffali di librerie e fumetterie Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie. Si tratta del secondo volume della trilogia ideata da Jean-Christophe Brisard, giornalista e reporter con all’attivo diversi libri e documentari su temi geopolitici e storici con una particolare attenzione alle dittature del passato e del presente, e illustrata dal disegnatore toscano Alberto Pagliaro.

In Hitler è Morto Vol. 1 – Vigile e Spietato eravamo stati catapultati nella Berlino del maggio 1945. Dopo una battaglia durata parecchie settimane, l’Armata Rossa aveva preso finalmente possesso della capitale, ormai in rovina, del Reich. Si dice che Hitler sia morto. Ma qual è stata davvero la fine del Führer e soprattutto, se davvero è stato ucciso, dov’è il suo cadavere? Da Mosca, Stalin tuona esigendo il corpo del Führer di modo da dimostrare che è stata l'Unione Sovietica a liberare il mondo e non americani o inglesi. Inizia così una caccia al cadavere: i primi ad ottenere un risultato sono gli agenti del misterioso Smerš (l’agenzia di controspionaggio) agli ordini della tenente Helena Kagan che, nel cuore di quella stessa Berlino devastata, trafugano alcuni corpi carbonizzati dal presunto bunker di Hitler. Il problema è ovviamente riconoscere questi cadaveri per stabilirne con certezza l’identità prima di annunci trionfalistici e firme su documenti ufficiali. Ma non è l’unico problema. Appena la notizia di questo ritrovamento arriva a Mosca, l’NKVD e il suo ambizioso capo il colonello Molotov mette in moto i suoi agenti capeggiati dal coriaceo capitano Saveliev per condurre parallelamente delle indagini che screditino il ritrovamento degli agenti dell’altra agenzia e rintraccino il vero cadavere di Hitler.

Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie: vittoria sfumata

Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie vede la tenente Helena Kagan realizzare che quello in loro possesso non è il cadavere di Hitler. Bisogna agire in fretta, il Colonnello Gorbushin non deve annunciare al mondo che la Russia ha recuperato e identificato il cadavere del Führer ma la corsa della tenente è inutile: l'Unione Sovietica rischia di essere screditata agli occhi del mondo per un clamoroso errore. La notizia giunge ovviamente a Mosca dove l’NKVD e il colonello Molotov sa bene che quello dello Smerš  è stato un fallimento: Hitler infatti si sarebbe sparato un colpo in testa.

Ma dov'è il cadavere? Inizia così una complessa opera di controspionaggio atta a prendere tempo. Il capitano Saveliev torna a Berlino e avverte Kagan che Hitler non solo è vivo ma sarebbe fuggito dalla Germania. Non importa dove o come, l'importante è che anche gli americani e gli inglesi, appena arrivati in città, credano a questa notizia che viene annunciata in pompa magna da Zukov in persona. Mentre Saveliev e Kagan lavorano alacremente affinché questa informazioni venga corroborata ad hoc e se Hitler fosse davvero fuggito da Berlino?

Quando l'asso della Luftwaffe Hanna Reitsch sostiene di aver effettivamente scortato il Führer lontano da Berlino e una serie di u-boot tedeschi vengono avvistati lungo le coste dell'Argentine, il piano di Molotov sembra sgretolarsi ma, come dice Saveliev alla Kagan, questo è un gioco più grande di tutti oramai e infatti Mosca è già proiettata verso la prossima sfida in cui Molotov a sua insaputa si ritrova ad essere la prima pedina di scambio.

Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie: che fine ha fatto il Führer?

Il primo volume di Hitler è Morto era contraddistinto da un rigore nella ricostruzione storico-politica degli avvenimenti quasi al limite del graphic journalism e con una componente di faction che costituiva l'ossatura della costruzione di personaggi e situazioni verosimili. In questo senso a beneficiarne era stata, come nella migliore tradizione dei thriller storici e spionistici, l'intreccio del plot. È proprio da questo aspetto che riparte Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie.

Jean-Christophe Brisard in questo secondo volume va maggiormente a briglia sciolta e la componente fiction prende in più di una occasione il sopravvento con teorie storiche e meta-storiche (la fuga di Hitler, i gerarchi in fuga verso il Sud America) ma sempre calate nel contesto assolutamente realistico della Berlino appena liberata. Ancora più che nel primo volume, in questo secondo capitolo la narrazione si fa prettamente plot driven in una serie passaggi, anche repentini, in altre località da Mosca all'Argentina. L'intento dell'autore si fa inoltre lapalissiano: mostrare attraverso questo racconto, che ha come perno il cadavere di Hitler, lo spostamento non solo degli equilibri di potere ma anche degli obbiettivi delle nazioni già proiettate alla supremazia e all'egemonia politico-militare con la corsa all'atomica e i semi della Guerra Fredda già piantati.

L'autore in questo senso è bravissimo nel concretizzare e allargare quella proverbiale zona grigia in cui di solito si muovono i protagonisti alle potenze in campo che diventano attori dal peso specifico ben più importante. Quello di Brisard è una racconto incalzante e appassionante, che non lascia davvero respiro e si fa gustare tutto d'un fiato: sarà interessante a questo punto leggere la conclusione delle vicende con il prossimo volume.

Per quanto riguarda invece l'apparato grafico, nel primo volume avevamo evidenziato un uso delle chine e dei neri spessi e grezzi e lo stile tutto votato ad una sintesi anatomico-espressiva dalla linea spezzata e tagliente. In questo senso si era sacrificata un po' di "personalità" nello studio dei personaggi. In Hitler è Morto 2 - Morte alla Spie questo aspetto viene curato maggiormente a beneficio di uno storytelling molto più efficace se rapportato ai personaggi ora ben distinguibili e caratterizzati fisionomicamente ma sempre tesi e pronti a scattare sia fisicamente anche emotivamente.

La linea dura del disegnatore toscano è efficacissima anche in questo secondo volume dove l'atmosfera è mutata: Berlino è sempre in rovina ma non più spettrale e la partita si gioca spesso in stanza e ambienti chiusi. In questo senso il chiaroscuro marcato del primo volume lascia spazio ad un gioco di luci e volumi tutto votato a esaltare al prossemica. In questo senso molto evocativa la sequenza della presunta fuga di Hitler da Berlino. La paletta dei colori continua ad insistere su toni brulli e opachi stesi con campiture ampie ed omogenee.

La costruzione della tavola è molto ordinata anche in rapporto al primo volume. Le soluzione sono meno eterogenee in questo senso con una predilezione per l'orizzontalità che pare voler accompagnare l'allargamento della portata delle vicende. Non mancano riquadri a vivo, mentre i piani ora non sono più solo ravvicinati ma sono anche lunghi dove al rigore della ricostruzione storico-militare si sostituisce una attenzione per il dettaglio inteso anche in termini meramente di numero di elementi (e sfondo) in ogni riquadro.

Il volume

Graficamente all'insegna della semplicità e della immediatezza e in linea con il precedente volume, Star Comics confeziona un essenziale volume cartonato formato 21/28 cm. La resa di stampa è ottima, anche migliore del precedente volume forse, merito anche di una carta patinata non troppo lucida dall'ottima grammatura. Molto buoni e scorrevoli sono anche traduzione ed adattamento. Così come già accaduto per il primo volume l'unica nota da poter fare all'edizione dell'editore perugino è ancora una volta legata alla totale assenza di extra e/o di un apparato redazionale: vista l’ambientazione e la virata verso territori meta-storici qualche passaggio critico dall’autore stesso sarebbe stato davvero interessante.