Cosplay Contest: intervista alla giuria

Cosplay Contest e giuria: in questa intervista abbiamo analizzato i punti focali di coloro che si ritrovano a giudicare i cosplayers.

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a cura di Valentina Savalli

Probabilmente ormai l’avrete capito: il mondo dei cosplayers e dei cosplay contest è ricco di retroscena che, per chi non ci è dentro a piedi pari, non sono così trasparenti. Frequentando sempre più eventi a tema cosplay, si impara a conoscere anche quei dettagli che per un semplice visitatore non sono poi così ovvi. Per esempio, nella nostra intervista dedicata al creatore di Epicos, organizzazione che si occupa di intrattenimento a 360 gradi a tema cosplay, abbiamo analizzato aspetti e retroscena dal punto di vista di chi si occupa della gestione dell’evento in questione e abbiamo capito che non è affatto semplice riuscire a organizzare un evento e fare in modo che tutto fili liscio, che tutti, partecipanti e non, siano felici e che non si rilevino problematiche particolari.

In un altro articolo avevamo anche analizzato i motivi che spingono i cosplayers a partecipare ai cosplay contest (potete recuperare l’articolo su questa pagina), vere e proprie gare ricche di competizione, ma in grado anche di riunire persone che condividono le stesse passioni e rafforzare i legami d’amicizia che si creano a questo tipo di eventi. 

Cosplay contest: intervista alla giuria

Questa volta, però, abbiamo pensato di analizzare un altro punto di vista ovvero quello della giuria delle competizioni, coloro che sostanzialmente si occupano di giudicare i partecipanti alle gare e assegnare loro i premi in base alle varie categorie. Quindi, in questo articolo abbiamo pensato di realizzare un’intervista ad Alberto, cosplayer e cosmaker che potete trovare su Instagram con il nickname Haga_Reko, membro della giuria del cosplay contest organizzato da Epicos alla scorsa edizione primaverile del Festival del Fumetto di Novegro (MI).

L’intervista ad Haga_Reko

Nato nel 1995, Haga Reko (Alberto R.) ha vissuto a Sassuolo fin dall’infanzia. Durante il suo percorso liceale, è venuto a conoscenza del mondo del cosplay e del cosmaking, dal quale è rimasto profondamente affascinato. Da allora, per più di dieci anni, ha prodotto all’incirca una cinquantina di costumi che, per la maggior parte dei casi, sono stati interamente realizzati da lui. Tra i premi vinti, il più significativo è stato il primo posto al Classic Cosplay Contest della cinquantacinquesima edizione del Lucca Comics & Games, ottenendo una qualifica alla Cosplay Italian Cup che si terrà il prossimo settembre.

Da quanto tempo fai Cosplay?

Ho portato un cosplay per la prima volta dieci anni fa e due anni dopo ho cominciato a realizzare cosplay in prima persona, pratica che noi cosplayers chiamiamo cosmaking.

Cosa ti ha spinto a dedicarti a questo hobby?

Sono sempre stato profondamento attratto dalla cultura pop e, inizialmente, ero molto incuriosito dall’idea di impersonare personaggi fittizi nella vita reale; in seguito, oltre a questo, ho cominciato ad essere estremamente affascinato dai processi e dalle tecniche di cosmaking, investendo sempre più tempo ed energie nella realizzazione dei miei cosplay.

Hai mai lavorato con il Cosplay?

No, anche se, a partire dallo scorso autunno, ho avuto la possibilità di presenziare come giurato in occasione di alcuni cosplay contest. Questo mese, inoltre, sarò presente ad un evento cosplay a Riolo Terme come ospite e avrò, per la prima, volta uno stand in cui poter vendere il mio merchandise.

Qual è stato il tuo primo evento da giurato a un cosplay contest?

Il Betty B Festival del Fumetto e dell’Immagine, organizzato dall’associazione MangaBeats a Vignola, in provincia di Modena.

Qual è stato il tuo percorso da cosplayer prima di arrivare ad essere un giurato?

Premetto dicendo che non credo che ci sia un percorso univoco valido per qualsiasi cosplayer: il mondo del cosplay richiede una serie di competenze così trasversali, che la “formazione” richiesta cambia sicuramente da persona a persona. Nel mio caso, credo che mi abbiano aiutato l’impegno che investo nel cosmaking, l’aver ottenuto dei premi  in alcune delle gare cosplay alle quali ho partecipato negli ultimi anni e anche la cura dei miei social che, per i cosplayers, costituiscono un biglietto da visita molto importante con cui interfacciarsi alle organizzazioni del settore. Detto questo, ripeto che questo è stato il mio percorso e che, certamente, per molti altri cosplayers è stato e sarà diverso.

Come ti sei sentito la prima volta che hai fatto parte di una giuria?

Molto emozionato! E anche travolto da una buona dose di ansia! Per me le gare cosplay sono la ciliegina sulla torta di ogni evento, in quanto costituiscono uno dei migliori palcoscenici su cui il cosplayer può dare vita alle proprie interpretazioni. So bene che ogni volta che si sale su quel palco si è spesso travolti da una dose incalcolabile di paura, diventando allo stesso tempo molto sensibili alle critiche. Il mio primo pensiero, quindi, è stato di mettere a loro agio i concorrenti, cercando di permettergli di esprimersi e gareggiare il più serenamente possibile.

Quali sono i tuoi parametri di giudizio sui concorrenti di un contest? 

Ho molti parametri differenti che utilizzo per formulare le mie valutazioni; in generale, cambiano a seconda del cosplayer che mi trovo davanti: ad esempio, nel caso di un’armatura terrò conto della correttezza delle proporzioni, dei cartamodelli, la mobilità del cosplay, e della qualità della pittura. Nel caso di un sartoriale, la pulizia generale del lavoro, il tipo di stoffe utilizzate, la qualità dei tessuti scelti e il grado di complessità di realizzazione del vestito; invece, altri cosplayers potrebbero puntare sull’interpretazione piuttosto che sul costume: in questo caso, la difficoltà della coreografia, il lip-sync, l’utilizzo corretto degli spazi forniti dal palco e una buona interazione con il pubblico, saranno fondamentali per una corretta uscita dell’esibizione. Ma ripeto: le esibizioni in una gara cosplay sono così diversificate, che risulta praticamente impossibile stabilire dei parametri di giudizio univocamente validi per qualsiasi partecipante.

Cosa ne pensi del discorso “in giuria presenziano solo i raccomandati/sono sempre gli stessi” che spesso provoca flames tra la community?

Che non sono d’accordo! Negli ultimi mesi, ho notato che la maggior parte delle associazioni fieristiche del panorama cosplay italiano stanno coinvolgendo in giuria un numero sempre maggiore di cosplayers differenti, con competenze molto diversificate tra di loro.

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe, prima o poi, approcciarsi ai cosplay contest come giurato?

Il mio consiglio è di specializzarsi in un ambito ben specifico del cosplay: ciò che personalmente ho notato negli ultimi mesi è che chi compone le giurie dei contest lo fa con l’obiettivo di creare una squadra competente in ogni settore del cosplay. Occorre quindi un esperto di sartoria, un esperto nella realizzazione di armi, armature ed accessori, un esperto di parrucche, di makeup, di coreografia, e così via. Specializzandosi in uno di questi ambiti, credo che si possa diventare apprezzabili agli occhi di chi sceglie i membri della giuria di un cosplay contest.

Pensi che far parte di una giuria possa compromettere legami con persone tue amiche che partecipano al contest? 

Di sicuro non è facile valutare in modo oggettivo i propri amici quando ci si trova in questa posizione, ma per un giudice è imprescindibile essere sempre il più oggettivo possibile. Mi è capitato alcune volte di dover giudicare dei miei amici e, inevitabilmente, non sempre li ho premiati: loro però hanno sempre compreso le mie motivazioni e i nostri rapporti non sono cambiati minimamente. Un altro problema è quando ti ritrovi a giudicare cosplayers con cui non sei in buoni rapporti! Anche in questo caso è mandatorio cercare di essere il più oggettivi possibili, mettendo da parte i rapporti personali. Ma per fortuna, un giudice non è mai da solo, e se si trova in difficoltà può confrontarsi con gli altri giurati per schiarire le proprie idee e recuperare una visione oggettiva.

Conclusioni

Fare cosplay, dunque, è un’attività che comprende davvero svariate analisi, specialmente se quei cosplay bisogna crearseli da sé, con l’utilizzo di strumenti come foam o worbla (materiale che potete recuperare anche su Amazon su questa pagina) e, soprattutto, se si vuole gareggiare ai vari cosplay contest . Ciò che sicuramente non deve mancare mai, però, è la passione di interpretare i propri personaggi preferiti per rendere loro omaggio ma anche per metterci in gioco in un mondo che, come detto in precedenza, non è solo colori, stoffe e materiali vari, ma anche forte competizione.