Cosplay e molestie, la parte oscura del cosplay

In questo articolo vi illustriamo la parte oscura del cosplay: parliamo di cosplay e molestie e di altri comportamenti che provocano disagio ai cosplayers.

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a cura di Valentina Savalli

Spesso vi abbiamo presentato il cosplay come il Paese delle Meraviglie: abbiamo preso le parti del Bianconiglio, ci avete seguiti e vi siete affacciati in un mondo che dall’esterno può risultare fatato, allegro, quasi surreale. Con questo articolo, invece, abbiamo deciso di mantenere i toni seri per rivolgere l’attenzione su una problematica che esiste da anni ma di cui, purtroppo, si parla ancora troppo poco: cosplay e molestie, ovvero le molestie legate al mondo del cosplay.

Ovviamente con la parola “molestie” non intendiamo solo quelle fisiche rivolte alle donne, sia chiaro che esistono molteplici modi per arrecare disturbo a qualcuno: esagerare con i toni, manifestare comportamenti troppo confidenziali con persone sconosciute, frasi mal interpretate e fotografie scattate al momento sbagliato sono solo alcuni di questi. E poi sì, ci sono anche le molestie fisiche e verbali a sfondo sessuale, che spesso e volentieri, ma non unicamente, sono rivolte alle cosplayers.

I comportamenti molesti

Più di una volta abbiamo affrontato la tematica dell’ansia che i cosplayers provano esponendosi al pubblico grazie a questo hobby: abbiamo affrontato il discorso sia per quanto riguarda il punto di vista emotivo che per quello pratico (e ne abbiamo anche parlato in un nostro precedente articolo che potete recuperare qui), ma l’aspetto di cui finora non vi abbiamo ancora parlato è quello legato al disagio che spesso i cosplayers sono obbligati a subire durante un evento o un raduno o in qualsiasi altra occasione nella quale sia presente un pubblico vario.

Le persone, soprattutto i visitatori dei vari eventi, sono tutte diverse tra loro e ognuno dovrebbe riuscire a mantenere un comportamento consono e rispettoso, ma purtroppo ancora oggi si verificano spiacevoli situazioni delle quali quasi nessuno parla, seppur siano abbastanza frequenti. Ad esempio, quella che per un visitatore può essere considerata una semplice foto ricordo, per un cosplayer può essere considerata una vera e propria molestia se il tutto avviene mentre il suddetto cosplayer è intento ad addentare un panino in pausa, spogliato di tutti gli accessori o le parti di armatura e, quindi, della dignità di cosplayer. Un episodio simile potrà anche non assumere un significato così grave, ma un tale comportamento è davvero mal visto dalla community, al punto da essere considerato un reale disagio.

Un altro comportamento considerato disturbante e molesto si manifesta quando, per esempio, un cosplayer si ritrova ritratto in una foto scattata completamente in maniera randomica da un visitatore o fotografo che non si è nemmeno presentato e quindi senza aver chiesto il permesso, per poi trovarsi taggato su qualsiasi piattaforma social esistente, in una posa che molto probabilmente non sarà il massimo sul lato estetico. Ecco, questo è uno di quegli episodi che forse viene temuto da un cosplayer quasi quanto la rottura di un accessorio sul palco durante un contest, perché un cosplayer sa quando e come rendere al meglio il proprio personaggio e una foto rubata e messa online può ledere la figura della persona ritratta.

Con questi due esempi, che possono sembrare banali, abbiamo illustrato solo un paio di comportamenti che vengono considerati come molestie ai cosplayers, ma in realtà ce ne sarebbero una miriade da poter elencare, basterebbe scambiare due chiacchiere con chiunque faccia parte della community per accorgersi che, almeno una volta, tutti sono stati “vittime” di simili comportamenti.

Le molestie sessuali ai cosplayers: “Cosplay is not Consent

Ma ora si arriva al succo del discorso: le molestie sessuali ai cosplayers, o forse in questo caso sarebbe meglio dire “alle cosplayers”. Sebbene non ci sia quasi bisogno di specificarlo, potete già immaginare che il numero delle molestie subite dalle cosplayers donne sia di gran lunga maggiore rispetto a quelle ricevute dagli uomini. In un’epoca in cui comportamenti simili non dovrebbero nemmeno sussistere, assistiamo ancora a episodi al limite del buonsenso: frasi a sfondo sessuale urlate per i padiglioni delle fiere, insulti di ogni genere e mani che si appoggiano in parti del corpo sulle quali non dovrebbero.

Tutto ciò sempre e comunque giustificato dal fatto che le cosplayers sono poco vestite o comunque in atteggiamenti considerati provocanti, come se le ragazze che scelgono di interpretare personaggi con costumi scoperti, ma fedeli al personaggio in questione, “se le andassero a cercare”.

E questa concezione non può che essere sbagliata e illogica, specialmente in un periodo storico evoluto, come quello in cui stiamo vivendo. Oltretutto, ci sarebbe da precisare anche il fatto che questi comportamenti dovrebbero essere segnalati o comunque bloccati in qualche modo e negli States infatti, più precisamente durante il San Diego Comic-Con nel 2014, è nato il movimento Cosplay Is Not Consent, in italiano “il cosplay non è consenso”, nato da una petizione per richiedere un maggior livello di sicurezza durante l’evento al seguito di situazioni spiacevoli durante le edizioni precedenti e poi diventato famoso quasi in tutto il mondo.

Così come nella vita quotidiana, anche nel cosplay purtroppo si verificano episodi di cat-calling e orribili molestie, parole pesanti che a volte possono ferire molto più di una lama l’animo e l’autostima di una persona che magari voleva divertirsi per una giornata interpretando il personaggio che tanto ama, vedendosi rovinare completamente l’umore e l’esperienza, danneggiando anche la reputazione di una cosplayer o addirittura dell’organizzazione dell’evento che, se diffamata sui canali social, può subire anche danni a livello economico vedendosi accusata di comportamenti che non dovrebbero nemmeno esistere al giorno d’oggi.

Ovviamente ci sono diversi modi per potersi difendere da soli, specialmente dalle molestie fisiche (come i corsi di autodifesa personale) ma, per combattere questa piaga, l’unica cosa utile è la sensibilizzazione. Parlare dei fatti accaduti spesso non è semplice: come sempre in questi casi, esporsi è una lama a doppio taglio, si rischia di avere ritorsioni anche pesanti, quindi il più delle volte si preferisce non parlare, facendosi annebbiare da un senso di omertà. E ovviamente questo discorso vale sì per gli eventi e i raduni dedicati ai cosplayers, ma è altrettanto valido anche per la sfera dell’online, dove la mancanza di rispetto è un tema davvero presente all’ordine del giorno.

Conclusioni

In conclusione possiamo quindi dire che se alla base di ogni cosa manca il rispetto per l’essere umano in sé, l’evoluzione che tanto speriamo di portare avanti non fa altro che indietreggiare sempre di più, catapultandoci in un ambiente retrogrado e sempre più pericoloso per tutti, ma specialmente per le donne. E questo vale ovviamente sia per il cosplay che per la vita quotidiana.