Riflessi in uno specchio: vicinanza e pericolo

Da Westworld a Humans, la TV ha riscoperto gli androidi e la paura che istintivamente nutriamo per essi. Ma cos'è che li rende temibili ai nostri occhi?

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a cura di Alessandro Crea

Blade Runner Roy and Pris

L'antropologo culturale Claude Levi-Strauss ci ha spiegato nei suoi lavori un semplice ma fondamentale meccanismo di costruzione dell'identità: più ci sentiamo vicini a qualcosa o a qualcuno, più tendiamo a sottolineare ciò che invece ce ne separa. Come in uno specchio offuscato infatti ci riconosciamo confusamente nell'immagine distorta dell'androide, e ne siamo atterriti.

L'idea che una macchina artificiale possa sviluppare qualità che noi consideriamo trascendenti come intelligenza e coscienza ci costringerebbe infatti ad ammettere che anche noi, in fondo, non siamo che macchine biologiche che per puro caso hanno raggiunto la singolarità. Come specie è un'idea che non possiamo accettare e la fascinazione del simile si trasforma facilmente nel terrore del diverso che minaccia la nostra integrità ed esistenza.