Deckscape - La maledizione della Sfinge: la recensione

Deckscape - La maledizione della Sfinge è un escape room da tavolo, giocabile soli o in compagnia, che vi sfiderà ad affrontare le insidie dell'antico monumento impiegando il minor tempo possibile mentre sarete braccati da un'antica mummia.

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a cura di Silvio Colombini

Deckscape - La maledizione della Sfinge, creato da  Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino, è uno dei diversi “mazzi” a tema “fuga dalla stanza” editi da dV Giochi.

Giocabile in solitario o in compagnia con gruppi composti sino sei persone, vi getterà nelle magiche atmosfere dell’antico Egitto in una frenetica corsa contro due instancabili avversari: una mummia vivente e il tempo!

Riprendendo in breve un argomento già trattato in un articolo dedicato a spiegare di che tipologia di prodotto stiamo parlando; si può dire che i giochi del genere “escape room” da tavolo siano riusciti, con un buon risultato, a trasferire – ed in parte espandere – in ambiente domestico quella che fino a pochi anni fa era un’esperienza vivibile solo in alcune strutture specializzate composte da stanze, elementi scenici e, in alcuni casi, attori in carne ed ossa.

Come dice il nome stesso in questi prodotti lo scopo del divertimento sta nel riuscire ad uscire da una stanza (da intendersi come ambiente chiuso) ricorrendo alla logica, al colpo d’occhio e all’intelligenza; tutti elementi necessari per risolvere una serie di elaborati giochi composti da enigmi e puzzle in modo da ottenere chiavi, codici o indizi che permetteranno di aprire le porte della libertà.

Il punto forte delle escape room è sicuramente il tono marcatamente collaborativo che fornisce l’esperienza (i membri del gruppo devono aiutarsi e condividere le informazioni e le intuizioni) e l’assoluta assenza della necessità di  un pregresso bagaglio culturale o ludico dei partecipanti. Premio finale di ogni partita  sarà soddisfazione di aver “battuto il gioco” ed aver conquistato quindi la libertà dalla “room” che teneva prigioniero il gruppo o, a seconda della storia, il disinnescamento di una bomba, la preparazione di una cura miracolosa ecc ecc

Deckscape - La maledizione della Sfinge

La prima cosa che colpisce è indubbiamente la ridotta dimensione dello stesso: nel complesso circa due mazzi di carte affiancati per poco più di due centimetri di altezza. Insomma, è chiaro fin da subito che sarà più che facile portarlo con noi ovunque vorremo metterci alla prova.Anche la grafica è ben riuscita: in una sola immagine sono raccolti alcuni degli elementi base dell’avventura che andremo ad affrontare e, soprattutto, contribuisce a creare fin da subito la giusta atmosfera (difficile non sentirsi messi sotto giudizio dallo sguardo della sfinge presente nell'immagine).Aprendo la scatola con nostra sorpresa troviamo “solo” un mazzo di carte costituito da 60 elementi di fatto non è presente nessun altro elemento, neppure un piccolo regolamento: vedremo poi che, in modo molto efficace, Deckscape è letteralmente un prodotto “Apri e Gioca”.

Passando all’analisi di questi elementi c’è effettivamente poco da dire: la grammatura delle carte è più che sufficiente a permettere di maneggiarle senza troppe preoccupazioni soprattutto considerando il fatto che non dovremo mai mischiarle. Anche il reparto grafico, fondamentale in prodotti di questo tipo, è tra i massimi livelli: alcuni enigmi sono talmente ben resi da rendere una questione di millimetri la differenza tra soluzione ed errore. L’unica nota di demerito riguarda poche (veramente poche, non più di due o tre) carte dove, a causa di una non perfetta scelta di colori, può risultare un po’ complicata la lettura del testo riportato. A parte questo veramente nulla da segnalare: siamo di fronte ad un prodotto assolutamente ben curato e sotto praticamente ogni aspetto.

Giusto segnalare la totale assenza di qualunque elemento legacy: quanto contenuto nella scatola potrà essere riutilizzato un numero indefinito di volte (magari in famiglia, o tra amici, sfidandosi ad ottenere il tempo migliore).

In effetti l’unico vero limite (ma sarebbe più corretto definirlo caratteristica), comune a tutti questi tipi di prodotto, sarà la sua rigiocabilità praticamente assente. Infatti, salvo aver dimenticato tutto, le soluzioni dei vari enigmi saranno già note. Come ogni esperienza del tipo “Escape Room” questa tipologia di prodotto è da considerarsi quindi “one shot”: una volta fruita e conclusa non sarà ripetibile.

La trama

Diciamolo, una Escape Room di buon livello deve essere supportata da una trama di fondo che nel suo complesso, e in relazione al tipo di storia offerto, abbia un suo filo logico e sappia coinvolgere, se non addirittura incalzare, i giocatori.

Siamo felici di poter dire che nel caso de La maledizione della Sfinge questo è vero: chiusi in una piramide dovremo porre fine ad un’antica maledizione e sfuggire ad una terribile mummia vendicativa.Interessante notare come la seconda parte diventi a tutti gli effetti un elemento meccanico di gioco (vedremo a breve come) che influenzerà l’esito della partita.Purtroppo la parte della maledizione entrerà invece in gioco solo quando la precedente sarà stata risolta, nel bene o nel male, e avrà un impatto più limitato nel corso dell’avventura.

Forse come storia non sarà il massimo dell’originalità, ma possiamo assicurarvi che le diverse carte, e più in generale tutti gli elementi del gioco, sono pensati per immergere al meglio nell’atmosfera egiziana che è giusto aspettarci.

Trappole, bivi, enigmi e una rapida fuga

Daremo qui una semplice, e quanto più possibile priva di spoiler, descrizione di come si svolge il gioco dall’inizio alla fine: sebbene non verranno date soluzioni di nessun tipo agli enigmi proposti, ai più “duri e puri” della sorpresa alcuni elementi che andremo a spiegare potrebbero rovinare la sorpresa. Se fate parte di questa categoria, saltate a piè pari questa parte e andare direttamente alle considerazioni

Come detto in precedenza Deckscape è, in tutto e per tutto, un prodotto “apri e gioca”: di fatto il modo in cui si dovrà affrontare il tutto verrà spiegato nelle prime carte del mazzo o, in caso di situazioni particolari, lungo il procedere della sfida. Senza rivelare nulla sappiate che ogni singola carta del mazzo avrà uno scopo e un uso nel corso di tutto il giocoLe prime carte saranno utilizzate per introdurre gli autori, la situazione e l’ambiente che vi circonda e spiegare cosa sia una escape room. Insomma, una sorta di premessa all’azione vera e propria.

Seguiranno poi tre tipologie di carte che potremmo definire “strumentali”: carta indizi, carta segnatempo e carte mummia.

La prima va da sé, presenta eventuali indizi di cui potremmo avere bisogno per risolvere gli enigmi. Su questo elemento c’è ben poco da dire: i suggerimenti forniti non sono mai troppo rivelatori, tranne forse in un caso e proprio all’inizio, e quindi non priveranno del piacere della scoperta della soluzione. Stranamente l’uso dei suggerimenti non sarà fonte diretta di penalità : a d alzare il vostro tempo ci penserà il fatto che sono disposti casualmente e che sono scritti al contrario, e quindi non immediatamente fruibili.

La carta segnatempo servirà a segnare l’ora d’inizio e quella di fine della nostra avventura. Questo, insieme ad eventuali bonus o penalità accumulate, ci permetterà di valutare la nostra prestazione. Nota bene: a titolo di esperimento abbiamo scritto su questa carta con un pennarello cancellabile: nessun segno è rimasto. Visto che le carte condividono la medesima qualità dei materiali ci sentiamo di dire che sia possibile scrivere sulle stesse per aiutarsi nella risoluzione dei quesiti (cosa che in certi casi potrebbe aiutare molto) e poi cancellare tutto senza lasciare traccia alcunaInfine le Carte Mummia, sei in tutto, entreranno in gioco quando sbaglieremo la soluzione di un enigma. Il loro effetto sarà riportato su ciascuna delle due facce di ogni carta: su un lato verrà reso, graficamente, il progressivo avvicinarsi della nostra nemesi, sull’altro ogni carta ci imporrà di risolvere degli enigmi che andranno tassativamente risolti prima di poter proseguire nella nostra missione, causando così un incremento del tempo richiesto per vincere. Ovviamente non possiamo rivelare cosa succederà qualora dovessimo voltare l’ultima carta mummia; sappiate solo che potrebbe avere pesanti ripercussioni sul risultato generale della nostra prova.

Tutto le restanti carte del mazzo, circa una quarantina, andranno invece a comporre l’insieme delle sfide da affrontare. Anche qui, purtroppo, non sarà possibile scendere troppo nel dettaglio.Quello che possiamo dirvi è che gli autori sono riusciti a trovare un maniera elegante per rendere il gioco non troppo lineare e, al contempo, permettere di affrontarlo su diversi fronti (cosa non da poco se giocherete in due o più persone)

Come, è presto detto: semplicemente nel corso della nostra fuga dalla mummia ci verrà chiesto di dividere le carte enigma in 3 o 4 gruppi diversi.Saremo noi, in piena libertà a scegliere cosa affrontare prima e cosa rimandare. Ovviamente non sarà sempre così semplice: talvolta ci verrà chiesto , per poter avanzare in un percorso, di aver prima superato un ostacolo altrove.Personalmente l’abbiamo trovata un’idea interessante: evita di far sentire  il percorso troppo obbligato e permette di suddividere tra i diversi membri del gruppo le varie opzioni evitando così di lasciare tutto il divertimento ad un elemento fin troppo perspicace mentre gli altri restano a guardare.

La non linearità del gioco sarà presente anche in altro modo: diverse volte verrà richiesto di ripercorrere i nostri passi, analizzare enigmi già superati e carte ormai “dimenticate” per individuare indizi utili. Indizi che alle volte, saranno piuttosto sottili da cogliere.

Nel complesso possiamo dire che ogni elemento tipico di una Escape Room viene qui utilizzato: logica, intuizione, analisi dei dettagli e persino capacità mnemonica.

Considerazioni

Il primo elemento che ci viene spontaneo valutare è, manco a dirlo, la qualità e la cura dedicata agli enigmi. Per dare un giudizio riteniamo importante tenere a mente che Deckscape nasce (o almeno questa è stata la nostra percezione) come un filler da una serata, addirittura da un’ora, e non come qualcosa che potrebbe tenerci occupati per giorni su un singolo enigma. Detto questo ci sentiamo dire che le sfide qui proposte siano decisamente ben concepite. Mai castranti, richiedono comunque un adeguato livello di attenzione, non solo agli enigmi veri e propri ma anche a tutti gli elementi di quello che potrebbe sembrare solo semplice contorno: il diavolo sta nei dettagli! Personalmente qualche volta abbiamo preso delle cantonate solo per aver sorvolato su alcune cose o letto troppo in fretta certi elementi.

La seconda considerazione che viene spontanea fare è sulla complessità degli enigmi: sebbene ben concepita e in costante crescendo (tranne forse nella parte finale) nel complesso definiremmo il gioco come mediamente sfidante con alcune punte di maggior osticità. Insomma più che adatti a riempire una serata.

Infine l’ultima considerazione che vogliamo fare è sullo “stress system” che anima il gioco: personalmente non siamo convinti che, per quanto evocativo e tematico, sia efficace quanto dovrebbe essere. Di fronte ad un gruppo meno interessato a fare in fretta, ma più a non sbagliare, di fatto l’idea di essere “rincorsi” avrà un impatto minore di quello che avrebbe sicuramente l’inesorabile passaggio del tempo scandito da un timer. Portando all’eccesso la cosa: se non si dovesse mai sbagliare, il nostro avversario bendato potrebbe non muoversi proprio, cosa invece implicita in una corsa contro il tempo. Vero, prendendo tempo si otterrebbe un tempo più alto ma considerato che potrete giocare una sola volta l’impatto di una migliore o peggiore prestazione viene decisamente ridimensionato. Ovviamente tutto questo discorso va assolutamente ridimensionato se deciderete di optare per la “modalità sfida” contro altri e vedere chi ci mette il minor tempo: in effetti riteniamo che questo sia il miglior modo per permettere a Deckscape - La maledizione della Sfinge di esprime il suo massimo potenziale, ma qui starà a voi decidere come affrontare il gioco.

Gioco adatto a…

Come tutti i giochi a tema Escape Room anche questo è adatto a chiunque voglia passare un po’ di tempo, qui un’ora o qualcosa in più, affrontando sfide di una certa complessità (a volte piuttosto alta) collaborando e ragionando in maniera corale. Deckscape - La maledizione della Sfinge è sicuramente indicato a chi ama l’uso della logica e a chi apprezza la ricerca di indizi mettendo anche in conto una certa dose di frustrazione e di sconforto di fronte alle (inevitabili?) difficoltà. Il numero di giocatori proposto varia da uno a sei: personalmente, tolta l’esperienza in solitario, sicuramente ottima nel caso si voglia passare qualche tempo con un rompicapo da risolvere da soli, consigliamo un numero di quattro persone attorno al tavolo, un numero che permette a tutti di interagire senza problemi con gli elementi di gioco (sebbene nelle fasi con più mazzetti anche sei persone possano giocare tranquillamente).

Infine, visto la totale assenza di un qualsiasi pregresso bagaglio ludico, il gioco è assolutamente giocabile sia dagli “esperti del settore” sia da chi non ha mai messo mano su un gioco in scatola o provato l’esperienza di una Escape Room.

Conclusione

Deckscape - La maledizione della sfinge mantiene la promessa offrendo  sfide interessanti che costringono ad usare logica, spirito d'osservazione e intuito.Gli enigmi nel complesso sono ben concepiti e le loro tipologie costringeranno spesso ad approcciarsi ad essi in modi diversi senza mai diventare castranti o eccessivamente machiavellici, permettendo quindi di essere affrontati  tanto da eventuali neofiti quanto da giocatori più esperti.