Dialect: la recensione del gioco di ruolo sull'evoluzione e la morte del linguaggio

Dialect: arriva da Narrattiva un gioco di ruolo narrativo, masterless e diceless, incentrato su una comunità isolata, sul suo linguaggio e su come quest'ultimo evolverà e sparirà

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a cura di Stefano Panza

Dialect, edito in italiano da NArrattiva,  è un gioco di ruolo narrativo che riesce a stupire sin dalle prime righe. Nella sua semplicità e nel suo essere un gioco che non necessita né di un narratore, né di dadi (ma si utilizzano delle carte dedicate, come vedremo più avanti), definisce un obiettivo piuttosto ambizioso: narrare la storia di una comunità isolata e mostrare come la caratteristiche peculiari di quest’ultima influiscono sul suo linguaggio, sulla creazione di nuove parole e come i personaggi vi si andranno a relazionare. Eppure tutto ha una fine, e come recita anche il sottotitolo del manuale, si tratta di un gioco sul linguaggio e come muore.

Dialect è giocabile in una one-shot di 3-4 ore circa, per 3-5 giocatori, con una rigiocabilità garantita dalla presenza di diversi Scenari (definiscono il mondo di gioco e la sua evoluzione nel tempo), senza contare ovviamente la possibilità di crearne di propri.

I giocatori non devono spaventarsi di fronte a un progetto così inusuale perché gli autori, forse consci della particolarità del gioco, hanno intelligentemente definito uno scheletro che richiama in qualche modo i giochi da tavolo, incastonando il flusso narrativo in una struttura a fasi ben definita e molto chiara, che permette una facile lettura del manuale e la possibilità di affrontare la prima partita semplicemente seguendo i vari step descritti nel manuale.Gli autori consigliano comunque che uno dei giocatori abbia già letto le regole e svolga il ruolo di Facilitatore, ossia colui che, oltre a svolgere il proprio ruolo di giocatore, illustra agli altri le varie fasi di gioco ed eventualmente li guida nelle scelte richieste.

L’Isolamento e i personaggi

Tutto ha inizio con la creazione del mondo di gioco, ossia con la scelta dello Scenario, che definisce l’ossatura dell’ambientazione e soprattutto delinea l’Isolamento. I personaggi fanno infatti parte di una comunità o comunque di un gruppo ben definito di individui che, in alcuni casi per volontà propria in altri per una situazione subita, vivono in una condizione isolata rispetto alla restante parte della popolazione. Gli esempi sono molteplici e tra i più vari, si passa da una colonia marziana, a un gruppo di droidi rimasti soli dopo la scomparsa dei loro creatori umani, o una banda di criminali.Gli scenari previsti dal manuale sono ben 16 e una volta fatta la propria scelta, ciascuno di essi fornisce delle domande alle quali i giocatori dovranno rispondere per dare vita al mondo di gioco.In particolare risulta fondamentale definire i tre Aspetti dell’Isolamento, ossia parole o brevi frasi che identificano gli elementi caratterizzanti e fondamentali dell’Isolamento. Anche in questo caso, per farlo ogni scenario pone ai giocatori delle domande le cui risposte, scelte di comune accordo, andranno a rappresentare gli Aspetti. Ad esempio nel caso della colonia marziana una domandata è “in che modo Marte definisce la vita quotidiana?” e una risposta potrebbe essere “sabbia” ad indicare che la vita su Marte è fortemente condizionata dalla costante presenza di sabbia.

I personaggi

Per la creazione dei personaggi si fa ricorso al mazzo di carte che accompagna il manuale, in particolare alle Carte Archetipo, sulle quali è indicato per l’appunto un archetipo (ad esempio, l’Esploratore), una breve descrizione, e soprattutto come l’Archetipo si relaziona con gli Aspetti dell’Isolamento. Questi elementi forniscono un’indicazione e uno spunto al giocatore che successivamente dovrà esporre agli altri la presentazione del proprio personaggio, andando a calare nel mondo di gioco le indicazioni ricevute dalla Carta Archetipo.

Lo scorrere delle Epoche

Dialect è un gioco in cui il vero protagonista è la lingua parlata dai personaggi e dai membri dell’Isolamento, e prevede che questa possa mutare nel tempo sulla base degli eventi e delle caratteristiche della comunità.Il passare del tempo è proprio uno degli aspetti fondamentali del gioco che viene suddiviso in tre Epoche, ossia in tre fasi temporali la cui distanza sulla linea del tempo viene stabilita dai giocatori stessi (tra un’Epoca e l’altra potrebbero passare anni, così come solamente qualche giorno).

Una lingua in continuo mutamento

Durante ogni Epoca, strutturata in turni, i giocatori utilizzano le carte della loro mano per creare delle storie legate all’Isolamento e ottenere spunti per la creazione di nuove parole.Se apparentemente sembra complicato in realtà il tutto si svolge in maniera molto fluida e semplice. La carta scelta dal giocatore riporta infatti un Concetto, ossia una parola o una breve frase, con la quale creare una Connessione a uno degli Aspetti precedentemente scelti per l’Isolamento. Ad esempio, una carta potrebbe riportare il Concetto “tecnologia” che, riferendoci all’esempio precedente, potremmo collegare all’Aspetto “sabbia”, creando in questo modo una Connessione.A questo punto il giocatore spiega il motivo di questo collegamento, nel nostro caso probabilmente l’Isolamento fa ricorso a una particolare tecnologia per evitare che la sabbia invada il nucleo abitativo.Il passo successivo prevede che tutti i giocatori creino di concerto una nuova parola legata alla Connessione appena creata, e per continuare il nostro esempio i giocatori potrebbero creare il nome che identifica la tecnologia adottata dall’Isolamento.

Nuove parole

Questa fase è il cuore di tutto il gioco, un momento a tratti magico che ci porta dritti nel processo di mutamento del linguaggio.Come il manuale accompagna il lettore con numerosi e puntuali esempi, anche in questo momento mette a disposizione una serie di modelli da poter adottare come spunto e suggerimento per la costruzione di nuove parole. Si tratta ad esempio di creare un Acronimo, piuttosto che fondere o combinare due parole differenti, o dare un nuovo significato a parole già esistenti nello specifico contesto della Connessione precedentemente creata.Non si tratta di regole ferree a cui il giocatore deve attenersi, ma piuttosto di modelli teorici in grado di fornire ai giocatori spunti e idee applicabili senza difficoltà.Nel nostro esempio la nuova parola potrebbe essere SicurTec (Sicurezza+Tecnologia, in quanto l’impianto tecnologico impedisce alla sabbia di raggiungere e intasare i filtri di purificazione dell’aria presente nelle abitazioni).

La narrazione

Definita la Connessione e costruita una nuova parola, non resta che inserirla nel mondo di gioco direttamente con una fase di puro gioco di ruolo. Il giocatore di turno, coinvolgendo almeno un altro giocatore, dovrà narrare in prima persona interpretando il proprio personaggio un evento particolare che faccia riferimento alla parola appena costruita. A tal proposito la carta precedentemente giocata per la creazione della Connessione riporta anche uno spunto narrativo per intavolare il racconto.Questa fase è importante per due aspetti: da una parte si fa sedimentare la nuova parola tramite l’uso effettivo in un dialogo, e dall’altra è una sorta di lente di ingrandimento nella vita dell’Isolamento. Raccontare un episodio che coinvolge i personaggi fornisce ulteriori dettagli all’Isolamento e crea legami narrativi tra i vari personaggi.Per concludere con il nostro esempio si potrebbe pensare che il personaggio di turno abbia contattato il personaggio di un altro giocatore, rappresentato dall’Archetipo della Guida, quindi punto di riferimento dell’Isolamento, perché sospetta che qualcuno abbia sabotato l’impianto SicurTec.

Tutto ha una fine...

Quando tutti i giocatori avranno terminato il proprio turno, si apre una nuova Epoca. Lo scenario permette di scegliere tra due transizioni, che forniscono spunti su come l’Isolamento evolve e cambia nel tempo e che i giocatori dovranno meglio delineare con una discussione. Inoltre uno dei tre Aspetti dell’Isolamento evolverà sulla base del cambiamento intervenuto.L’Isolamento muterà e cambierà lungo tre Epoche, dopo le quali giungerà però la fine, che potrà avere forme e natura differenti. L’Isolamento potrebbe disgregarsi per qualche motivo, i suoi membri potrebbero morire, etc… qualunque sia il motivo (suggerito dallo Scenario) i giocatori ne narreranno l’ineluttabile fine.

L’approccio visivo

Sebbene Dialect sia fondamentalmente un gioco di ruolo, l’approccio ideato dagli autori si avvale fortemente di una componente visiva che si concretizza nella realizzazione del Telaio Linguistico.Con questo termine si fa riferimento a post-it o cartoncini sui quali i giocatori scrivono gli Aspetti e le nuove parole create, e che vanno posizionati su un tavolo o un’area piana a formare un grande cerchio. Anche le eventuali carte giocate verranno posizionate sul tavolo e con il passaggio alle Epoche successive i posizionamenti avverranno in un cerchio concentrico contenuto nel precedente, dando così una sensazione visiva del passare del tempo e una chiara rappresentazione dell’evoluzione dell’Isolamento e della sua lingua.

Il linguaggio, il rispetto e la cultura

Dialect è un manuale di regole di gioco, ma al tempo stesso un vero e proprio elogio e dimostrazione d’amore verso la linguistica e il confronto culturale. Tutto questo è evidente dalla presenza di apposite sezioni di approfondimento che partono dal gioco in sé per poi andare anche oltre.Troviamo infatti un primo capitolo con meccaniche “avanzate” per la creazione di parole a cura di David J. Peterson, esperto in lingue artificiali e noto anche per il suo contributo nelle lingue utilizzate in Game of Thrones.Successivamente ci si concentra sull’importanza del linguaggio come elemento fondamentale per l’identità di una comunità, e come vettore principale della cultura e della storia di un popolo. E’ proprio qui che emerge il vero messaggio di Dialect, ossia mostrare come l’entrare in connessione con un’altra lingua sia uno strumento diretto per connettersi con un’altra cultura, un altro popolo, un altro modo di pensare e creare così un legame basato sul rispetto culturale. Avere a cuore le identità linguistiche, significa prendersi cura della cultura dei vari popoli, perché la scomparsa di una lingua è la scomparsa di un pezzo del patrimonio dell’umanità, discorso particolarmente evidente se messo in relazione con le minoranze sparse per il globo.

Gioco adatto a…

Tutti! O quanto meno a tutti coloro che non si lasciano intimidire da un gioco che è basato fortemente sulla narrazione e fondato sullo slancio creativo dei giocatori. Da tenere però in considerazione che la presenza di numerosi esempi e linee guida aiutano anche i più timorosi, tanto da poter essere un gioco apprezzabile anche da chi non ha mai avuto a che fare con i giochi di ruolo.

Conclusione

Dialect è un prodotto davvero molto curato che riesce a coniugare perfettamente l’aspetto ludico con un messaggio di amore e rispetto della lingua e del confronto culturale.Ogni aspetto del manuale è stato studiato attentamente, dal formato comodo per essere facilmente portato con sé (formato A5), alle citazioni di pensatori e artisti, ma soprattutto approfondimenti che fanno comprendere al lettore l’importanza e il valore della lingua.Da sottolineare la presenza continua di esempi chiari che accompagnano ogni singola fase di gioco, e che forniscono la piacevole sensazione di essere presi per mano e accompagnati durante il percorso ludico.Il manuale è principalmente testuale, ma non mancano illustrazioni in bianco e nero, per lo più a tema naturalistico, nelle quali sono sempre presenti, come facenti parte dell’illustrazione stessa, delle frasi evocative. Plauso all’editore italiano nell’aver pensato di apporre a margine delle illustrazioni la traduzione di queste frasi poiché, correttamente, anch’esse contribuiscono all’esperienza di lettura del manuale.Lo stile delle illustrazioni è poi richiamato sul dorso delle carte telate (a rimarcare la qualità del prodotto) abbinate al manuale.L’esperienza di gioco è estremamente piacevole e coinvolgente, di quelle che ti restano dentro e a fine partita ti lasciano qualcosa da ricordare, perché nel raccontare la storia dei propri personaggi, i giocatori avranno un punto di vista a volo di uccello sulla storia della comunità dell'Isolamento, e grazie alle meccaniche di creazione delle parole sperimenteranno in prima persona come il linguaggio cambia nel tempo, intersecandosi indissolubilmente con gli eventi che segneranno l'evolversi dell'Isolamento.Buona longevità garantita dai numerosi scenari e da specifici suggerimenti per crearne di propri. La fase di creazione delle parole può essere inizialmente un po’ spiazzante, ma una volta presa confidenza con le metodologie suggerite, il gioco scorre fluido.Vivere in prima persona la vita dell’Isolamento, sapendo che presto tutto finirà e che alla fine della sessione i giocatori saranno in qualche modo gli ultimi detentori del linguaggio che hanno creato, dona all’esperienza di gioco un sapore poetico.