Do Revenge, recensione: una commedia sulle orme di Mean Girls

Do Revenge è il nuovo film Netflix. Liceali arrabbiate, piani di vendetta e piccoli colpi di scena in questo "Mean Girls contemporaneo".

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a cura di Livia Soreca

"Io non voglio fargliela pagare, io voglio bruciarla, disintegrarla." È il dolce sapore della vendetta a fare da protagonista nella nuova commedia di Jennifer Kaytin Robinson, dall'inequivocabile titolo Do Revenge. Maya Hawke (Stranger Things) e Camila Mendes (Riverdale) si incontrano in una storia di liceali arrabbiate, rancori mai estinti e piani malefici per distruggere i nemici una volta per tutte. Il film, prodotto da Likely Story, ha debuttato su Netflix il 16 settembre.

Do Revenge e la società americana

La storia della Robinson e di Celeste Ballard trasuda tutto ciò che i film sui licei americani hanno da sempre posto nell'immaginario collettivo. Drea (Camila Mendes), ragazza popolare, subisce un episodio di revenge porn e viene emarginata dai compagni di scuola. Convinta che sia stato proprio il suo ragazzo, vuole presto vendicarsi in grande. Incontra presto Eleanor (Maya Hawke), anch'ella esclusa dai gruppi dopo che una compagna, Carrissa, le ha fatto outing mettendo in giro voci su un presunto approccio forzato. Unendo le forze, Drea e Eleanor diventano una vera e propria macchina della vendetta, ma non tutto andrà sempre secondo i piani.

Do Revenge è un prodotto nuovo ma è anche figlio di una tradizione del cinema americano a cavallo fra la fine degli anni '90 e gli inizi degli anni duemila, pieni di una narrativa che, se in parte vuole farsi specchio della società, regala a pubblico scenari paradossali di queste "high school" in cui non esiste un giorno tranquillo, nel bene o nel male. L'età adolescenziale nel cinema è sempre presentata come quella più ricca di avventure quotidiane, oppure come un vero e proprio inferno. Non che questo sia così lontano dalla realtà, ma il cinema americano ci mette il suo, romanticizzando o, di contro, esasperando una routine scolastica che ci ha sempre fatto pensare "ma queste cose succedono davvero negli Stati Uniti?".

Un "Mean Girls contemporaneo"

Il nuovo film Netflix vuole riproporre questo immaginario in chiave contemporanea, con scenari legati ad un contesto attuale, che sia per il progresso nelle tecnologie quanto per un nuovo modo di approcciarsi alla realtà che ci circonda. In Do Revenge si parla apertamente, e con naturalezza, di femminismo e maschilismo, dell'oppressione del patriarcato, come pure della questione d'identità di genere, orientamento sessuale, senza che il film debba necessariamente proclamarsi rappresentazione della comunità queer. Un errore che la piattaforma ha compiuto, ad esempio, con First Kill, serie cancellata, pubblicizzata come simbolo della comunità LGBTQ+ ma che, in sostanza, trasmetteva ben poco. Per approfondire, recuperate la nostra recensione di First Kill.

Ciononostante, sorge spontaneo notare un'incredibile somiglianza con un cult che ha davvero segnato gli anni duemila: si tratta di Mean Girls, pellicola che ha reso Lindsay Lohan e Rachel McAdams iconiche nei ruoli di Cady Heron e Regina George. Pur con un intreccio differente, sicuramente più articolato e - con gran sorpresa - ricco di piccoli colpi di scena, Do Revenge è una chiarissima citazione del suo grande predecessore. Si riprende in egual modo l'espediente del camouflage tra le acerrime nemiche per fingersi una di loro e sabotare il gruppo, una trovata narrativa sempre efficace, ma sicuramente nulla di così nuovo.

Il film, però, aggiunge una maturità fortemente legata ai giorni nostri, talvolta in senso quasi parodico e satirico. Come accennato, la lotta al patriarcato e al maschilismo sono proposti in Do Revenge in chiave quasi ironica: si prendono in giro gli uomini che si proclamano femministi e amanti delle donne, si riflette su come un errore commesso da un uomo sia trascurabile ma imperdonabile se commesso dalla controparte femminile. Insomma, si è di fronte a temi e dinamiche che anni fa non sarebbero forse stati trattati così apertamente e con così tanta "denuncia", celata dietro un sapiente sarcasmo.

Il cast di Do Revenge

Certo, non saranno mai leggendarie come le protagoniste di Mean Girls o di altre simili commedie, ma sia Maya Hawke sia Camila Mendes (quest'ultima molto più a fuoco) si calano bene nei panni del proprio personaggio. Per la star di Stranger Things, quello di Eleanor è un ruolo decisamente agli antipodi, ma comunque convincente. È piacevole vedere la figlia di Uma Thurman in un contesto inedito, in cui si è sicuramente divertita. Forse più che da sola, funziona ancor meglio in coppia con Drea, figura che alla Mendes calza a pennello, con le sue espressioni di vendetta, gli sguardi cattivi e le sue battute sagaci, da vera "popolare" del liceo.

Le due attrici, che hanno concluso le scuole superiori da un po', riescono ugualmente ad interpretare ragazze molto più giovani. Si pensi a Camila che ha 28 anni e non li dimostra affatto. Il merito va indubbiamente anche al dipartimento artistico e all'uso sapiente di make-up e costumi. Con piacevole sorpresa, il cast si arricchisce di due presenze davvero inattese: Sarah Michelle Gellar (Buffy l'ammazza vampiri, Scooby-Doo) e una piccola partecipazione di Sophie Turner (Game of Thrones)

Da vittima a carnefice è un attimo

Il pregio di Do Revenge è quello di non restare una commedia fine a sé stessa. Rispetto alla tradizione di un ventennio fa, la filmografia contemporanea cerca di lasciare al suo pubblico un messaggio, nonostante possa ricorrere a trame molto fantasiose per farlo. Tramite la voce dei personaggi, la sceneggiatura pone delle domande importanti. Quanto fingere di essere qualcun altro può far perdere la coscienza di sé? Cosa è giusto o sbagliato? La vittima può trasformarsi in carnefice? La tematica del bullismo in ambienti scolastici è un evergreen nella cinematografia americana di questo genere. Drea ed Eleanor, umiliate e prese di mira, cercano un riscatto che, tuttavia, si trasforma presto in ossessiva voglia di distruggere chi ha fatto loro del male. Sono loro ora ad avere il coltello dalla parte del manico, ma a che prezzo?

Do Revenge, che simpaticamente fa ridere con gli assurdi piani di vendetta delle due protagoniste, con un processo antitetico vuole anche far riflettere sulle conseguenze di simili sentimenti, dimostrando che è dura scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile. Dunque questa nu0va commedia vuole sia intrattenere, stuzzicare gli animi e mettere un po' di pepe alla routine, sia comunicare con lo spettatore, pur con una certa leggerezza, mettendolo di fronte ad una realtà che, così come in adolescenza, può riflettersi nella realtà più adulta.

Un film che parla attraverso il colore

Dal punto di vista prettamente estetico, Do Revenge è una vera esplosione di colori. Si è accennato all'intelligente uso dei costumi per nascondere la vera età del cast, ma questo si rivela ben pensato anche in relazione alla fotografia. Palette accese e luminose dominano la scena, quasi ad alludere a quel mondo apparentemente scintillante, che cela bene le proprie brutture dietro un aspetto appagante e accattivante. Non sono presenti particolati guizzi di regia o montaggio, ma la sensazione che si prova è quella di star guardando un'opera fresca, dinamica e gradevole.

Conclusioni

Do Revenge è una commedia completa, un film che "fa ridere ma anche riflettere". Figlia di un filone che ha spopolato negli anni duemila, questo specchio dell'adolescenza americana, come il cinema ce l'ha sempre voluta raccontare, non propone esattamente qualcosa di inedito, ma lo fa in una maniera tutta sua, fortemente attuale e legata ai problemi e alle diverse realtà dei nostri giorni. Maya Hawke e Camila Mendes forse non lasceranno il segno come alcune figure del passato, ma sono due ottime "partners in crime".