Immagine di Dragonero Senzanima: Tregua, non c'è pace per i Senzanima
Cultura Pop

Dragonero Senzanima: Tregua, non c'è pace per i Senzanima

Tregua, il nuovo capitolo di Dragonero Senzanima, mostra la pace dopo la tempestosa conquista di Merovia.

Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Tregua, il nuovo capitolo di Dragonero Senzanima, mostra la pace dopo la tempestosa conquista di Merovia

Tregua. Con questo titolo viene presentato il nuovo volume di Dragonero Senzanima, il lungo racconto dedicato ai due anni di vita da mercenario vissuti dal giovane Ian Aranill, ben prima di diventare l’eroe dell’Erondar che abbiamo conosciuto nella serie mensile dedicato all’eroe creato da Stefano Vietti e Luca Enoch. Sin dal primo capitolo di Dragonero Senzanima, ogni avventura è stata legata a un particolare aspetto di questa tragica, per quanto formativa, esperienza di Ian, una consuetudine che trova in Tregua una nuova, sentita interpretazione di questa tradizione.

Sin dal primo capitolo, Guerra, a episodi più recenti come Redenzione, Vittime o Assedio, infatti, il titolo del volume fornisce una chiave di lettura di quello che i due autori hanno riservato per noi lettori. Un indizio non sempre facilmente intuibile, giocato sulla percezione non univoca del contesto emotivo in cui viene coinvolto Ian. Chi sono le vere vittime dell’omonimo volume, ad esempio? Questo dualismo, giocato sul una dialogo tutt’altro che scontato tra lettore e narratore è da sempre uno dei tratti distintivi di questa collana, che trova in Tregua una delle migliori interpretazioni.

Dragonero Senzanima: Tregua, il riposo dei mercenari

Cosa rimane a un mercenario, dopo l’avere concluso la sua campagna? Durante le battaglie il suo spirito è focalizzato sugli scontri, sul continuo incedere in territorio nemico, passando da uno scontro all’altro. Guerra, Fame e Giungla ci hanno raccontato con particolare vivacità alcuni dei capitoli più sanguinosi della campagna contro Merovia, un’avanzata culminata con Assedio, in cui le truppe imperiale, regolari e mercenarie, hanno infine assaltato le mura della capitale nemica, espugnandola. Non prima di un’aspra battaglia, in cui la banda di Greevo Senzanima ha affrontato la morte e dimostrato nuovamente di essere una delle forze essenziali dell’esercito erondariano.

Tregua è il racconto del primo momento di pausa di questa infinita campagna, la prima occasione per Ian e compagni di assaporare una grande vittoria, crogiolandosi nell’illusione di potersi togliere per un istante i panni dei feroci combattenti tornando a essere semplici uomini e donne.

Liberi dalla concentrazione richiesta per sopravvivere negli scontri, la marmaglia di Senzanima può infatti concedersi di lasciar emergere aspetti celati e che, nel marasma della campagna contro Merovia, non potevano avere il giusto risalto. Al fianco di Ian combattono uomini e donne profondamente diversi, ognuno caratterizzato da una propria personalità, una varietà umana che necessita un’attenzione precisa per esser valorizzata, pena il mostrate figure spente e incolori, sacrificate vanamente all’interno di una saga che ha, in ogni sua incarnazione, mostrato di saper come lasciar emergere l’intimo dei compagni di avventura di Ian.

Rileggendo i precedenti capitoli, operazione caldamente consigliata ad ogni nuova uscita in modo da rinfrescarsi la memoria, appare evidente come l’emotività emersa durante i feroci combattimenti sia figlia del momento, dove adrenalina e necessità degli sconti costringono i mercenari di Senzanima a non lasciar emergere tutto il proprio vissuto.

Questa costruzione accorta dell’emotività dei personaggi trova una felice sinergia con l’intreccio narrativo proprio in Tregua. Come dicevamo prima, il logorio della campagna infine presenta il conto ai mercenari di Senzanima, con alcuni dei membri della compagine che sembrano lasciarsi andare oltre il dovuto. Per quanto possano sembrare eccessivi in alcuni frangenti, gli atteggiamenti dei protagonisti, a ben vedere, rispecchiano in pieno le personalità conosciute in precedenza. Anche chi ha sempre mantenuta una certa flemma, concedendosi pochi istanti di furia, in Tregua infine rompe ogni indugio e lascia fluire libera la propria rabbia.

Dopo gli eventi di Assedio, che ci hanno infine condotti alla conquista di Merovia, per la compagnia dei Senzanima è il momento della quiete. Ma può esistere la pace per animi piagati da scontri, violenza e combattimenti incessanti? Interrogativo a cui Stefano Vietti e Luca Enoch, autori del soggetto poi reso in sceneggiatura da Enoch, rispondono proprio con Tregua, che nonostante un titolo che lascia sperare in un attimo di serenità per Ian e compagni, si rivela esser al contrario un capitolo fortemente emotivo e foriero di futuri eventi.

Emozioni, fughe spericolate e rese dei conti

Adempiuto il proprio compito, ossia la conquista della città di Merovia, i mercenari della banda dei Senzanima possono finalmente camminare da conquistatori tra le vie della ricca città. Per ordine imperiale, non è stato consentito alle truppe vittoriose il diritto di saccheggio, cosa che non preoccupa più di tanto i mercenari, che intendono comunque godersi la loro meritata pausa. Momento ideale per Ian per scoprire la verità dietro nomignoli dei commilitoni, o assistere alla furia scatenata di chi, nonostante la vittoria, non dimentica certi torti, eccedendo nella reazione o cercando una spettacolare vendetta. Tregua si gioca su una caratterizzazione ambientale ben scandita, fatta di ipocrita accettazione da ambo le parti, che viene cinicamente smascherata dal personaggio più adatto, il Carogna

“Si scusano, ti sorridono e ti fanno l’inchino. Ma in realtà vorrebbero vederti morto. Si avverte l’odio per gli ‘invasori’, che freme appena sotto la sottile patina delle loro buone maniere…”

Ma non è solo la furia a guidare la trama di questo capitolo. Dopo avere visto crescere lentamente il rapporto tra Ian e Siran, finalmente i due mercenari hanno modo di esplorare pienamente ciò che finora è stato solamente scalfito. Nei precedenti capitoli è emersa una crescente intesa tra i due, uno scampolo di disperata normalità in una situazione estrema come quelle della campagna militare, in cui si percepiva la voglia e al contempo il timore di concedersi all’altro. Ed è in questo attimo di accoglienza reciproca, di passione e comprensione, che si apprezza con maggior trasporto il sempre encomiabile lavoro di Ivan Calcaterra.

Già potente nel suo tratteggiare Merovia, con la sua impagabile padronanza della costruzione urbana dei suoi scorci, e il perfetto racconto dinamico delle scene più frenetiche, Calcaterra mostra una delicata sensibilità nel gestire la complessa emotività di Siran. In una manciata di vignette, il volto della donna passa in rassegna una gamma emozionale incredibile, specchio di uno spirito tormentato che finalmente si apre, raccontando il suo tragico passato. Sguardi sofferti, movenze delicate che sembrano cercare un contatto terapeutico e un’alternanza tra debolezza e sfrontata forza sono strumenti finemente utilizzati da Calcaterra, che ritrae un momento di quotidiana intimità calandolo alla perfezione nel momento.

Non meno lodevole è l’operato del solito Paolo Francescutto, il colore di Dragonero. Per Tregua, non pago di aver dato una personalità cromatica definita alla cultura meroviana, Francescutto si supera nel gestire le tinte accese nel momento di massima drammaticità dell’albo, imprimendo movimento e ferina vitalità a fiamme che diventano quasi creature viventi. Un ulteriore dettaglio della grande cura realizzativa che da sempre contraddistingue Dragonero, che in Senzanima può fregiarsi delle impagabili copertine di Mario Alberti, che per Tregua coglie uno dei momenti più frenetici della storia realizzando una copertina che trasmette pericolo e dinamicità al primo sguardo.

A completare il volume, oltre all’immancabile mano di Marina Sanfelice al lettering, non potevano mancare i contenuti redazionali firmati da Luca Barbieri, che ci guida alla scoperta di Merovia e dei suoi costumi, con una serie di contenuti che chiariscono aspetti essenziali della storia.

Il finale di Tregua non solo lascia intendere che in futuro alcuni segreti diventeranno presto una fonte di spaccatura all’interno della compagine dei Senzanima, ma ribadisce come ogni serie di Dragonero, come lo stesso Senzanima o le Dragonero Adventures, sia parte di un corpus letterario coeso e capace di declinare il fantasy in diverse chiavi narrative.

Voto Recensione di Dragonero Senzanima: Tregua



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Continuity della serie rispettata; Valorizzazione emotiva dei personaggi; Calcaterra realizza ottime tavole; Cura editoriale impeccabile

Contro

  • Non pervenuti

Commento

Dopo gli eventi di Assedio, che ci hanno infine condotti alla conquista di Merovia, per la compagnia dei Senzanima è il momento della quiete. Ma può esistere la pace per animi piagati da scontri, violenza e combattimenti incessanti? Interrogativo a cui Stefano Vietti e Luca Enoch, autori del soggetto poi reso in sceneggiatura da Enoch, rispondono proprio con Tregua, che nonostante un titolo che lascia sperare in un attimo di serenità per Ian e compagni, si rivela esser al contrario un capitolo fortemente emotivo e foriero di futuri eventi.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Dragonero Senzanima: Tregua

Dragonero Senzanima: Tregua