Dread Il Gioco di Ruolo, la recensione: tra domande e torri di legno

Dread Il Gioco di Ruolo, pubblicato da MS Edizioni, è un gioco orrore e speranza le cui meccaniche fanno uso della torre del gioco da tavolo Jenga.

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a cura di Davide Vincenzi

Dread Il Gioco di Ruolo, edito da The Impossible Dream nel 2005 e pubblicato ora in Italia da MS Edizioni, è un gioco di ruolo carta e penna indie di “orrore e speranza”, le cui meccaniche sono del tutto diverse rispetto a quelle cui è abituato il giocatore di ruolo “tradizionale”.

Dread – Il Gioco di Ruolo, come vedremo, infatti sostituisce la classica scheda del personaggio e il lancio dei dadi con una serie di domande a cui i giocatori devono rispondere e con una torre del Jenga, il celebre gioco da tavolo in cui i giocatori devono estrarre i listelli di legno che compongono una torre e posizionarli sulla sua sommità, senza farla cadere.

Dread Il Gioco di Ruolo, la creazione del personaggio

Già dalla creazione del personaggio è possibile notare quanto Dread Il Gioco di Ruolo sia diverso dalla maggior parte dei prodotti che è possibile trovare in commercio. O meglio, come fosse diverso quindici anni fa, quando uscì, visto che ora molte produzioni indie hanno sicuramente preso spunto da questo titolo, mutuandone alcune caratteristiche.

I personaggi, in Dread Il Gioco di Ruolo, non sono descritti utilizzando valori numerici, come nella maggioranza dei casi accade. A differenza della stragrande maggioranza dei giochi di ruolo, infatti, i personaggi in questo prodotto sono descritti usando solo delle frasi, in modo analogo a come uno scrittore potrebbe descrivere un personaggio di un proprio romanzo. Per ottenere queste frasi descrittive, i giocatori in fase di creazione del proprio alter ego dovranno rispondere a una serie di domande, preparate anzitempo dal Master; un vero e proprio questionario dal quale dovrà emergere la personalità del personaggio, così come il suo passato, il suo lavoro e tutte quelle altre informazioni che il Master ha deciso saranno funzionali alla partita.

Perché il personaggio risulti sufficientemente definito, il manuale suggerisce che il numero adeguato di domande presenti nel questionario si attesti attorno alla dozzina. Un numero maggiore di quesiti consentirebbe di delineare ancor di più i personaggi, chiaramente, ma vorrebbe dire dedicare davvero un’eccessiva quantità di tempo per la creazione di personaggi che dovranno durare solo una partita, oltre alla mastodontica mole di lavoro per il Master che ciò richiederebbe. Per fortuna, il manuale viene in aiuto del Master e propone numerosissimi esempi di domande che si possono porre nel questionario, persino nel retro della copertina.

I questionari per la creazione dei personaggi, infatti, non saranno tutti uguali, ma il Master li dovrà preparare in anticipo includendo domande diverse per ogni personaggio presente in gioco. Tali domande, suggerisce il manuale, dovranno contenere esse stesse alcune informazioni sul personaggio, che il giocatore dovrà approfondire con le sue risposte. Ciò comporta il fatto che il Master possa indirizzare la creazione verso personaggi utili ai fini della storia che vuole narrare e che i giocatori possano godere di un minimo di libertà nella creazione. Le domande e le risposte, infatti forniranno in gioco le competenze in cui il personaggio è più o meno capace, che decreteranno se e con che difficoltà dovrà affrontare una prova.

Dread Il Gioco di Ruolo, il sistema di gioco

Sebbene, come abbiamo visto, la creazione del personaggio in Dread Il Gioco di Ruolo sia piuttosto diversa dal solito, è proprio nel sistema di gioco che questo gioco presenta la sua peculiarità. In questo titolo, infatti, l'azione di un personaggio viene risolta utilizzando una torre di cinquantaquattro blocchi di legno, la famosa torre del gioco da tavolo conosciuto come Jenga.

Ogni volta che un personaggio vuole fare qualcosa che non sia chiaramente impossibile (nel qual caso non può farla) o facilmente realizzabile (nel qual caso non serve effettuare una prova), il Master richiederà al giocatore di estrarre uno o più blocchi di legno dalla torre. Questi blocchi andranno poi posizionati sulla sommità della torre stessa. Se questa procedura riesce senza problemi, allora l'azione che il personaggio sta tentando avrà successo. Al contrario, se il giocatore il cui personaggio sta eseguendo l'azione fa cadere la torre, il personaggio sarà rimosso dal gioco, cosa che nella maggior parte delle situazioni significa la morte del personaggio stesso.

Ci sono, ovviamente, alcune altre regole da applicare, tuttavia quello appena descritto è il motore di base del gioco. Un giocatore, ad esempio, non è mai obbligato a eseguire un’estrazione: se preferisse non rischiare l’estrazione può infatti rifiutarsi di farla, nel qual caso l'azione che sta intraprendendo fallirà automaticamente. Date le conseguenze alquanto disastrose della caduta della torre, a volte può essere più vantaggioso accettare semplicemente il fallimento piuttosto che rischiare un’estrazione.

Come dicevamo, infatti, se la torre viene fatta cadere da un giocatore, il suo personaggio viene rimosso dalla storia. Tale rimozione avviene anche se il giocatore fa cadere la torre fortuitamente. L’eliminazione può avvenire in molti modi diversi, da una truculenta morte a una balbettante follia, passando per una fuga precipitosa o qualsiasi altro espediente narrativo. In ogni caso è quasi sempre un evento spiacevole data la natura del gioco. Detto questo, l'obiettivo di Dread – Il Gioco di Ruolo è quello di facilitare la creazione di storie avvincenti, e non quello di far sopravvivere tutti i personaggi alla serata di gioco.

Quei giocatori che non hanno problemi con questo aspetto del gioco probabilmente si divertiranno molto con Dread Il Gioco di Ruolo, mentre i giocatori che si avvicineranno a questo titolo con un punto di vista più tradizionale si sentiranno molto rapidamente frustrati. Anche perché il Master non ha alcuna possibilità di “barare” in favore dei giocatori per garantire a tutti i partecipanti di proseguire nella serata, in Dread Il Gioco di Ruolo quando la torre cade, cade! E se questo capita non molto tempo dopo l’inizio della serata, il malcapitato che ne ha causato il crollo dovrà passare il resto della serata a girarsi i pollici e a guardare gli altri che giocano.

Per come è strutturato il sistema di gioco, Dread Il Gioco di Ruolo è pensato esclusivamente per delle partite one-shot e non per una campagna a più ampio respiro. Si potrà eventualmente riutilizzare i personaggi sopravvissuti, e cambiati da ciò che hanno vissuto, ma sarà una nuova storia dopo che sia passato un lungo periodo.

Il resto del manuale

Il manuale di Dread Il Gioco di Ruolo è composto solo in minima parte dal regolamento e dalla creazione del personaggio, il grosso del materiale è composto da consigli per il Master, consigli decisamente utili. Questo prodotto, infatti indulge a fondo sui molti principi e topoi del genere horror, risultando utile anche per chi vuole condurre sessioni di gioco ad altri titoli che fanno dell’orrore il loro tema portante, nonché come possono essere applicati al meglio nel contesto di una sessione a Dread Il Gioco di Ruolo, grazie a una numerosa serie di esempi, sempre molto chiari ed esplicativi.

Inoltre, il manuale fornisce alcune regole alternative per giocare senza la classica torre del Jenga, ma basate sull’impilare una serie di torri di dadi a sei facce o attraverso l’uso delle carte e dei tarocchi. Sicuramente alternative interessanti, ma nessuna di esse ci ha dato l’idea di funzionare efficacemente quanto la torre del Jenga stessa.

Infine, il manuale presenta ben tre scenari pronti da giocare. Questi tre scenari sono pensati per mostrare specificatamente i punti di forza di Dread Il Gioco di Ruolo e sono estremamente utili per impratichirsi con le peculiari regole del gioco.

Dal punto di vista editoriale

Editorialmente parlando, Dread Il Gioco di Ruolo è un prodotto di buona qualità, decisamente superiore alla sua controparte in lingua originale. Il manuale in formato A5 è rilegato da una robusta copertina rigida, particolarmente accattivante alla vista, e le sue duecentoventiquattro pagine in carta dalla più che buona grammatura spiccano per la scelta cromatica di testo e illustrazioni: bianco, nero e scarlatto. Degne di nota le illustrazioni, molto evocative e realizzate appositamente per questa edizione italiana. Dobbiamo però segnalare anche la presenza di qualche refuso e imprecisione, oltre che di qualche errore di traduzione. Nulla che vada seriamente a minare la giocabilità del prodotto, ma in alcuni casi potrebbero confondere il lettore.

Conclusioni

Da quanto emerso dalla nostra prova sul campo, Dread Il Gioco di Ruolo è sicuramente un titolo non adatto a tutti. Per quei giocatori legati ai sistemi tradizionali, convinti sostenitori che le statistiche descrivano il personaggio, questo titolo avrà ben poco da offrire. Allo stesso modo, se non ci si sente particolarmente portati a recitare al cento per cento il proprio personaggio, probabilmente sarà più fonte di disagio che non un mezzo per dare sfogo alla fantasia. Se, d'altra parte, si è stanchi di tirare dadi e sommare modificatori numerici e si vuole assaporare l'opportunità di un gioco di ruolo che sappia sicuramente coinvolgere, sebbene in modo diverso, Dread Il Gioco di Ruolo sicuramente stuzzicherà il vostro interesse.

La torre del Jenga, infatti, crea sicuramente un buon livello di tensione attorno al tavolo da gioco, che culmina infine in un climax di terrore nel momento del crollo. Chiedersi se la propria prossima estrazione sarà l'ultima, quasi equivale a chiedersi dietro quale angolo si nasconde la terribile minaccia pronta a ghermirci nella strada fiocamente illuminata. Tuttavia, tale meccanica, insieme alla creazione del personaggio, sono a nostro avviso anche il limite di questo prodotto, oltre che il suo punto di forza.

Tutto il gioco, infatti, si basa su un grosso esempio di metagame, in cui in effetti conta più l’abilità del giocatore a gestire la torre che l’abilità del personaggio in una determinata prova. Se il personaggio fosse un atleta super agile, ad esempio, ma il giocatore che lo interpreta fosse piuttosto goffo e maldestro, potrebbe capitare di vederlo morire in una situazione banale solo perché chi lo muove ha fatto crollare la torre per sbadataggine. Ovviamente varrebbe anche l’esempio opposto, un personaggio molto goffo che sopravvive a ogni situazione poiché il giocatore che lo interpreta ha delle mani da chirurgo. Inoltre, per la tipologia di gioco, Dread Il Gioco di Ruolo non è praticabile da persone afflitte da alcune disabilità, rendendolo ulteriormente un gioco non adatto a tutti.

Inoltre, la lunghezza nel rispondere alle domande del questionario durante la creazione del personaggio e il dover ricostruire la torre ogni volta che cade sono fastidiosi tempi morti che vanno spesso a spezzare il ritmo di gioco e l’atmosfera di ansia che si è creata proprio durante la prova e la conseguente caduta. Infine, contrariamente a quanto dichiarato in quarta di copertina, chi vi scrive trova che Dread Il Gioco di Ruolo sia un titolo non adatto da proporre per avvicinare al gioco di ruolo chi non vi si è mai approcciato, né tantomeno a chi è alle prime armi. L’alto grado di frustrazione che ne può scaturire rischierebbe di allontanare un neofita, piuttosto che coinvolgerlo. Consigliamo comunque a chi è più navigato di provarlo anche se si pensa sia lontano dalle proprie corde, potrebbe comunque offrire interessanti punti di vista e idee da sfruttare anche in altri giochi.

Un prodotto rivolto a…

Dread Il Gioco di Ruolo è un titolo che si rivolge quasi esclusivamente a quella fetta di giocatori amanti dei prodotti indie e a chi, stanco di dadi e statistiche, vuole sperimentare una meccanica di gioco diversa, più incentrata sul giocatore, sulla sua mano ferma e sulla sua capacità di recitazione che sull’effettivo personaggio. La meccanica della torre è sicuramente un espediente molto interessante per portare ansia e stress attorno al tavolo da gioco e questo prodotto è sicuramente l’ideale per chi è alla ricerca di queste sensazioni in un gioco.