Engage! Tornano Sir Patrick Stewart ed il Captain Jean Luc Picard

Il Capitano più amato di Star Trek torna con una serie Amazon Prime Video a lui dedicata: "Picard" “Questo mondo è un casino!”, ha detto Sir Patrick Stewart a Lucca Comics and Games, indignato per Brexit, Trumb e Johnson

Avatar di Anna Benedetto

a cura di Anna Benedetto

Telesina semplice, niente jolly, e il cielo come limite”. Era l’ultima battuta della settima stagione della serie Star Trek The Next Generation, quella conclusiva. Quella con cui l’amatissimo capitano Jean Luc Picard salutava i fan di quegli anni Novanta per sempre.Anche se poi sarebbero venuti i film, certo. Ma non sarebbe stata la stessa stagione.

La partita della variante del poker si teneva a quello stesso tavolo al quale si era seduto anche l’astrofisico Stephen Hawking in persona, nei panni di se stesso, per giocare con gli ologrammi di Sir Isaac Newton e Albert Einstein una partita ad altissimi livelli. E intorno al quale gli autori avevano fatto sedere svariate volte i personaggi per fissare meglio un rapporto giocando tra un bluff e un full d’assi, o un dialogo sul valore della sincerità e il senso di famiglia che sul set e fuori dal set, ha caratterizzato quella stagione.

Quel capitano che in tutta la serie aveva lottato per il suo equipaggio nel nome di una Federazione unita e leale persino nei confronti dei nemici, alla costante ricerca di una equità, di una giustizia, di un senso morale. Il capitano in cui molti trekker si sono riconosciuti (che emozione vedere l’astronauta Samantha Cristoforetti con l’uniforme!) e nel quale hanno visto una guida, un modello. Quel capitano salutava, fino a ieri, per sempre.

Ma oggi non è ieri, e il capitano è tornato. E Sir Patrick Stewart, con tutta la sua presenza a riempire di forza quel ruolo ideale di umanità, ha deciso di pronunciare ancora quel comando così iconico: “Engage!” (Attivare!)

Non sappiamo bene se nella nuova serie di Amazon Prime Video, in partenza il 24 gennaio 202, che si chiama solo e semplicemente “Picard”, questi comanderà una nave o una rivoluzione, ma dal trailer presentato a Lucca Comics and Games venerdì 1 novembre al teatro del Giglio sappiamo che avrà ancora un numero uno… appartenente ad un’altra specie. E che il mondo con cui dovrà avere a che fare non sarà lo stesso che abbiamo immaginato solo 25 anni fa, per noi, nel futuro. Ma che sarà quello che purtroppo immaginiamo adesso, come scenario possibile. E verso il quale ci sta mancando il coraggio di andare.

Il mondo è uno schifo”, ha detto Stewart dal palco del Giglio. E, alla fine,immagino sia proprio per questo che si è deciso a tornare a fare il capitano per tutti noi. Ma attenzione! Non è più lo stesso Picard di una volta. Del resto, potrebbe? Se il mondo è cambiato, può non esserlo un uomo con il suo profondo legame con la vita e l’umanità, intesa in tutti i sensi?

Sir Patrick Stewart è un uomo che incanta per brillantezza e educazione, pacatezza e forza. Così non stupisca se durante un momento che, alla fine, era “di spettacolo” è passato da gesti di affettuoso stupore verso una platea così dedicata a quelli severi dell’espressione di un assoluto dissenso verso le attuali politiche di chiusura di Stati Uniti e Regno Unito, fino a recitare, lui attore shakespeariano che proprio per questa sua impostazione ha dato molto a Picard, un passo dal monologo di Oberon in “Una notte di mezza estate”. “Non posso non farlo”, ha detto alzandosi dalla sedia. “In questo bel teatro”. E dalla platea si è alzato un boato.

Nel trailer che abbiamo visto al teatro del Giglio, 17 anni dopo l’ultima sua avventura, un Picard a riposo con il suo numero uno, preso dalla coltivazione delle viti nella campagna francese, nell’ordine: gli compare come in sogno Data (Brent Spiner), viene raggiunto da una giovane (Isa Briones nei panni di Dahj) che gli chiede aiuto, segue l’abbraccio con i vecchi compagni Deanna Troi (Marina Sirtis) e William Riker (Jonathan Frakes) e poi parte l’avventura: scene di guerra, scontri ai vertici della Federazione, distruzione, e il capitano che cerca di fare qualcosa ma viene “rimandato a casa” dalla sua stessa (ex) Flotta stellare.

Abbiamo tutti una storia che attende di essere compiuta”, dice Picard nel trailer. “Non avrei mai accettato di indossare di nuovo la sua uniforme, se fosse stato lo stesso personaggio – commenta Stewart -. Dopo 178 episodi tv e 4 film, avevo l’impressione di aver dato tutto il possibile sia al marchio sia al ruolo, e che continuare sarebbe stato poco sensato. Ma, dopo il primo e il secondo incontro con la produzione, ho capito che Picard era, davvero, cambiato. Molto. E così ho accettato, suggerendo io stesso elementi narrativi e particolari del personaggio”.

Sul palco con Patrick Stewart c’erano anche, e adire la verità hanno molto parlato del lavoro dell’unità che si respirava sul set e dell’onore di recitare accanto a Sir Stewart, i giovani attori del cast: Evan Evagora (attore australiano che interpreta un combattente romulano di nome Elnor), Michelle Hurd (Raffi Musiker, in qualche modo “tradita” da Picard, avrà molto a che discutere con lui), Isa Briones (la Dahj che innesca la serie) e Santiago Cabrera (Cristobal Rios, pilota, con un passato complicato e nessun desiderio di avere a che fare con la Flotta Stellare), tutti molto abbottonati sul contenuto della nuova serie. “È molto psicologica - ha spiegato Isa Briones - diversa da tutte le altre serie di Star Trek, c’è attenzione a temi importanti, che riguardano il nostro mondo e la nostra vita di oggi, trattati con garbo e approfonditi”.

Nel suo castello, Picard ha un numero uno che è un cane, un pitbull con precisione – racconta Stewartper la passione che io e mia moglie abbiamo per i cani e di questa razza in particolare. Ma oltre a lui, a illuminare la prima stagione della serie, ci saranno altri membri della famiglia di The Next Generation (altro boato in sala all’elenco dei tre attori che interpretano Deanne, Will e Data)”.

La serie è di fantascienza ma non si limita a questo: vuole parlare del mondo di oggi. E il mondo di oggi è un casino. Tranquilli, perché Boris Johnson e Donald Trump non ci sono. Voglio dire davanti a voi tutti che sono profondamente indignato dalla decisione del Regno Unito di voler lasciare l’Unione Europea”.E udendo questo, un pubblico che ha fatto della Federazione dei Pianeti Uniti un suo ideale personale e generazionale di civiltà, non ha potuto far altro che manifestare tutto il suo accordo, mentre Sir Stewart annuiva facendo segno di orgoglio e vicinanza, mano sul petto, e “grazie! Fantastic!”, ha aggiunto.

Com’è stato indossare di nuovo l’uniforme della Flotta Stellare? “Ho resistito e resistito e resistito – ha risposto Stewart alla domanda di un fan.. in divisa –. Tecnicamente perché Picard è uscito dalla Flotta. Tornare a indossare un’uniforme sarebbe stato un passo indietro. Comunque ci sono momenti, occasioni in questa nuova serie, in cui lo vediamo ancora in uniforme. Come quando incontra Data che dipinge. E in quei momenti, l’uniforme significa qualcos’altro, di molto potente”.

E di fronte ai ringraziamenti e alle parole di totale stima del suo equipagg… ehm del suo nuovo cast, sul piacere di lavorare insieme, Picard… ehm Stewart risponde così: “In tutta la mia carriera, che conta ora 60 anni, ho sempre cercato una cosa: un gruppo, una compagnia che fossero formati da persone che volevano dare il massimo, perseguendo uno stesso obiettivo, divertendosi insieme, credendo l’uno nell’altro, lavorando per il benessere di tutti e cantando con una sola voce. Le serie sono produzioni corali di tutti: non solo il cast ma ogni persona coinvolta, dalla costumista all’addetto al catering. E il tema di Star Trek è proprio questo: comunità e unità”.

Tutti noi abbiamo una storia come attori di teatrochiude guardandosi intorno come a cercare qualcosa di invisibile -. Non posso andare via senza prima averlo fatto. Non posso resistere oltre alla tentazione!”.

E tra l’entusiasmo dei colleghi e il deliquio dei fan, abbandona il microfono con un gesto tanto familiare quanto “picardiano” e inizia con voce calda e chiara:

“I know a bank where the wild thyme blows,Where oxlips and the nodding violet grows,Quite over-canopied with luscious woodbine,With sweet musk-roses and with eglantine”.

(Oberon, A Midsummer Night’s Deeam Act 2, Scene 1, ndr)

Helas! Applausi! Svenimenti! Pubblico in delirio! Oh, sublime!

Infine, togliendosi la giacca e l’orologio con una battuta di spirito, ha affondato le mani nel cemento, lasciando la sua impronta sulla Walk of Fame del festival.Qualcuno ha iniziato a fischiettare la sigla più spaziale di sempre.Foto di rito, il pubblico saluta in vulcaniano. La cortina si chiude.A prestissimo, capitano Picard!