Four Knights of The Apocalypse 1, recensione: l'inizio di una avventura

Four Knights Of The Apocalypse 1: si torna alla narrazione e allo stile che ha reso unico l'opera prima di Suzuki con un inizio con il botto.

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a cura di Angelo Clementi

Dopo la conclusione di The Seven Deadly Sins, Nakaba Suzuki non si è fermato un attimo iniziando quasi immediatamente la serializzazione di Four Knights Of The Apocalypse 1. Quest'ultimo è un manga di stampo fantasy che come il suo predecessore (spirituale e non solo) prende posto nella Britannia del ciclo bretone reinterpretata e arricchita da Suzuki. E Star Comics ha deciso di portare nelle nostre librerie un sequel così tanto atteso e apprezzato dai fan italiani.

Siamo davanti ad uno shonen serializzato su Kodansha che ha come focus i combattimenti caratterizzati da uno stile fresco e moderno che allo stesso tempo strizzato l'occhio allo stile, ormai classico, del maestro Toriyama.

Four Knights of The Apocalypse 1: l'inizio di una avventura

Percival è un ragazzo che vive isolato dal mondo insieme a suo nonno che lo allena insegnandogli a cacciare e a cucinare. Il suo sedicesimo compleanno si sta avvicinando e il nonno lo invita a prepararsi per l'età adulta, prendere le sue cose e partire alla scoperta del mondo. Percival non sembra essere molto intenzionato a lasciare il nonno e non sente nemmeno il bisogno di abbandonare casa sua in cerca di avventura. Nemmeno le incredibili storie ricche di personaggi fantastici e tesori invogliano più di tanto il ragazzo a partire.

Tuttavia, proprio il giorno del suo compleanno, un avvenimento imprevisto che getta una nuova luce sul nonno del ragazzo lo catapulterà, suo malgrado, nel mondo che tanto aveva cercato di evitare. Percival dovrà misurarsi contro una realtà ben diversa e terribile rispetto a quella che mai si sarebbe immaginato.

La fine del mondo sta arrivando

Nakaba Suzuki con il suo esordio con The Seven Deadly Sins ha fatto innamorare tantissimi lettori con uno shonen fresco che sapesse rinnovare il genere strizzando l'occhio ai grandi classici del genere. Il grande pregio di Suzuki è la sua capacità di creare character design e caratterizzazioni che bucano le pagine. Personaggi come Ban e Escanor hanno fatto innamorare tutti gli appassionati regalando tanti momenti iconici e epici.

Con Four Knights Of The Apocalypse 1 si torna alla narrazione e allo stile che ha reso unico l'opera prima di Suzuki con un inizio con il botto. Le premesse dimostrate hanno fatto innamorare di nuovo tutti gli appassionati delle terre di Britannia creata dal mangaka. Sebbene si senta fin troppo un citazionismo esasperato verso Dragon Ball con situazioni, sviluppi e intreccio fin troppo derivativa dal manga di Toriyama. Sicuramente questa caratteristica farà felici alcuni fan ma il senso di deja vù è sempre dietro l'angolo e a volte diventa fastidiosamente opprimente.

Siamo davanti all'ennesimo viaggio dell'eroe che tuttavia lascia molto spazio all'arricchimento peculiare dato dalla fervida immaginazione di Suzuki. Se con The Seven Deadly Sins il mangaka è riuscito egregiamente a giocare e, a modo suo, rinnovare un'epica occidentale ben consolidata nel nostro immaginario, solo il tempo saprà dirci se riuscirà nuovamente nell'impresa con Four Knights Of The Apocalypse ma già dal primo volume si percepisce la capacità del mangaka di rinnovarsi e continuare a sorprenderci.

dialoghi sono essenziali e ridotti all’osso, la narrazione risulta fluida e dinamica e raramente i personaggi si fermano ad analizzare tecniche di combattimento o poteri. Non ci si perde troppo in chiacchiere e il procedere degli eventi avviene in maniera naturale seppur molto spedita. E l'incipit dell'avventura che avviene in un solo capitolo ci getta già al centro della vicenda e dell'avventura.

La coreografia dei combattimenti è molto ben realizzata, con colpi energetici e poteri speciali che si alternano per le pagine sono un piacere per gli occhi. Nonostante i combattimenti siano ricchi e movimentati Suzuki è riuscito a tenere una pulizia delle pagine già mutuata dall'esperienza di The Seven Deadly Sins e qui portata a maturità.

La cosa che subito colpisce di Four Knights of The Apocalypse 1 sono i personaggi che con la loro forte caratterizzazione e il loro design semplice ma efficace riesce a far appassionare fin dal primo capitolo e a farci affezionare a quasi tutti i personaggi che appariranno durante le vicende.

Il protagonista brilla di un design che sembra essere partorito dal sensei Toriyama, grande fonte di ispirazione per Suzuki, in una alternanza di linee morbide nel volto e nel fisico con una capigliatura ricca di linee spezzate. Le armature dark fantasy sono sempre molto accattivanti e svolgono la doppia funzione di nascondere i volti e allo stesso tempo rendere unici i cattivi che ancora non ci possono essere svelati.

Gli sfondi sono appena accennati ma svolgono la loro funzione, facendoci immergere in una ambientazione verdeggiante e medievale. I contorni dei personaggi sono ben spessi e definiti rendendo i personaggi molto caricaturali. La composizione delle tavole sebben lineare e classicheggiante lasciano spazio di tanto in tanto a sorprese e soluzioni grafiche innovative, con splash page e doppie splash page quando il mangaka ci deve presentare un nuovo personaggio o deve lasciare spazio a scene plastiche e movimentate di combattimento.

Il Volume

Star Comics preferisce pubblicare Four Knights Of The Apocalypse 1 in una classica edizione tankobon: si tratta infatti di un volume 11.5×17.5 cm senza sovraccoperta al prezzo di copertina di 4.50 €. La carta utilizzata è la usomano scura dalla buona grammatura che evita solo parzialmente trasparenze fastidiose, senza infamia e senza lode la rilegatura che permette una lettura comoda seppur con qualche compromesso. Minimale è la grafica di copertina e interna. Dal punto di vista editoriale, il volume presenta un extra alla fine del volume, come ci ha solitamente abituati Suzuki,  mentre sono molto scorrevoli sia la traduzione che l’adattamento.