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Gallant: meravigliosamente gotico e spettrale, la recensione

Gallant è il nuovo romanzo gotico firmato da V.E. Schwab edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

V.E. Schwab torna con un romanzo gotico e sovrannaturale da non perdere: Gallant, edito da Mondadori per Oscar Fantastica.

Un altro mondo, speculare al nostro e al contempo ombra oscura di quest’ultimo, in cui qualcosa di malvagio sta sulla soglia, in attesa del momento propizio per introdursi. Un brivido corre lungo la schiena a un tale pensiero e si riverbera ad ogni pagina attraverso la lettura di Gallant, romanzo gotico e sovrannaturale di V.E. Schwab in cui ombre dense e spaventose si infittiscono e portano a chiederci: come si esilia l’oscurità stessa? Pubblicato da Mondadori per la collana Oscar Fantastica, Gallant è un magnifico, poetico esempio di come la letteratura gotica possa essere ancora oggi perturbante ed emozionante, se ben realizzata e confezionata (come in questo caso). Dentro la vita della protagonista, Olivia, e il fragile mondo in cui vive: apriamo la porta e addentriamoci insieme in questo racconto, attraverso la nostra recensione.

Tutto fa ombra. Anche il mondo in cui viviamo

V.E. Schwab, maestra del gotico degli ultimi anni che ha firmato opere sovrannaturali e young adult come Cassidy Blake o La Vita Invisibile di Addie LaRue, torna con un romanzo dai toni dark capace di penetrare l’animo di chi legge con dita che si allungano nell’oscurità per destabilizzarci fino all’ultima pagina. Gallant è un’opera gotica e sovrannaturale, ma è al contempo un’emozionante racconto dal sapore agrodolce sulla famiglia, l’amore, la necessità di sentirsi appartenenti a un luogo da poter chiamare casa. Una delicata narrazione che mescola tinte sottilmente horror a luminose, poetiche note di vita e speranza che sbocciano come fragili fiori ad ogni pagina attraverso il racconto delle vicende che coinvolgono Olivia, giovane protagonista di Gallant.

Ospite dell’orfanotrofio per ragazze Merilance sin da quando ne ha memoria, Olivia è affetta da mutismo, le altre giovani non provano nemmeno a stringere amicizia con lei e, nelle ombre ai margini dello sguardo, può vedere spesso dei taciturni ghul, spettri che vagano tristemente nell’edificio e che possono comprendere i pensieri della ragazza. Olivia custodisce gelosamente un diario appartenuto alla madre, sparita nel nulla, contenente frasi apparentemente sconnesse e disegni indecifrabili. Ma una frase, rivolta a Olivia stessa, risulta chiarissima tra le altre: “Sarai al sicuro fin quando ti terrai lontana da Gallant”. Una lettera viene però recapitata alla ragazza, proprio da quel luogo da cui è stata messa in guardia, firmata da uno zio che la esorta a tornare in quella che è sempre stata la sua casa.

Giunta a Gallant, la sorpresa: lo zio che ha firmato la lettera è morto un anno prima e nessuno sapeva dell’esistenza di Olivia, figlia di quella donna che è fuggita dalla tenuta tanti anni fa. Che tutto ciò abbia a che fare con quella misteriosa porta di ferro sul muro di pietra in rovina che propaga una gelida ombra sul terreno? Perché a Olivia è stato proibito di aprirla o di varcare quel misero pezzo di muro, se dall’altra parte si estendono ancora i terreni di Gallant? E per quale ragione il cugino, Matthew, intende mandare via Olivia ad ogni costo dalla tenuta? Olivia vuole arrivare in fondo alla faccenda e vivere finalmente in una vera casa, nonostante anche Gallant sia infestata di ghul, nonostante l’avvertimento della madre e nonostante qualcosa di sinistro sembri attendere oltre quella porta nel giardino.

Non tenetevi lontani da Gallant

Il Giardino Segreto di Burnett è maturato in un frutto oscuro, spaventoso e agrodolce. E ci piace da morire. Gallant è dark, meravigliosamente intrigante, un romanzo che, se già inquieta con le effimere presenze visibili solo a Olivia nell'orfanotrofio Merilance, dà letteralmente i brividi nella sua evoluzione verso una narrazione più orrorifica e misteriosa con il cambio di ambientazione nella residenza Gallant. Senza macabri e sanguinosi scenari: a V.E. Schwab basta giocare con le parole giuste, costruire sequenze fortemente evocative e sinestetiche (per l'utilizzo soprattutto di termini che hanno a che fare con i colori e con il tatto), per perturbare il lettore con un romanzo in cui il sovrannaturale è al suo massimo. L'autrice statunitense sa come toccare le giuste corde narrando semplicemente di corridoi bui e scricchiolanti; ghul che ti osservano dagli angoli delle stanze; o una porta di ferro su un muro diroccato, presenza asfissiante e foriera di sciagure nonostante l'innocua apparenza.

Come dicevamo, però, Gallant racchiude in sé anche un nocciolo che si avvale del setting gotico e degli eventi sovrannaturali, ovvero una sorta di racconto di formazione. È chiaro fin da subito che Olivia non è una ragazza comune: non per il suo mutismo o per la sua innata capacità di vedere gli spettri, ma per la sua grande sensibilità che, anziché renderla più vulnerabile, le consente invece di comprendere come affrontare gli eventi con coraggio (e nella sua situazione ne serve tanto) e forza d'animo. Da orfana al Merilance che si vendica delle malefatte da parte delle compagne mettendo degli insetti tra i loro capelli, Olivia matura e si evolve in una giovane pronta a immergersi nell'abisso ignoto e denso di oscurità che si cela nella tenuta di Gallant. Una maturazione che fa parte del gioco di dicotomie entro cui Gallant stesso si muove: infanzia e crescita, solitudine e affetto, luce e ombra, fuori e dentro. Vita e morte. E proprio in queste dualità Schwab racchiude l’essenza di Gallant. Un racconto di dolorosa crescita, che passa attraverso la solitudine, la consapevolezza dei sacrifici fatti da chi ci ha amati con tutta l’anima, l’elaborazione della morte: in un percorso dove le ombre che si annidano al di là dei confini con il nostro mondo (e quindi con la nostra comprensione) non sono altro che orribili paure che siamo chiamati ad affrontare per poter sopravvivere ed evolverci in questo universo spietato.

L’effetto è estremamente coinvolgente dal punto di vista emotivo, grazie alla caratterizzazione di una protagonista che, benché non possa mai dialogare davvero con i suoi comprimari, racconta in prima persona le sue vicende e ne veniamo ammantati. Gli atti di bullismo a cui è sottoposta, la nostalgia verso una madre mai conosciuta se non attraverso il diario lasciato in eredità, la risolutezza e il coraggio che Olivia deve chiamare a raccolta per fronteggiare la minacciosa e inintelligibile presenza dietro quella porta maledetta. Gallant ci prende per mano e ci dà più di una ragione per lasciarci trasportare dalle emozioni di questa storia così malinconica e al tempo stesso densa di speranza; al contempo, ci accompagna scivolando nei meandri oscuri della sua tenuta e ci avvolge con misteri e spaventose suggestioni che ci tengono stretti alle pagine, lasciandoci con l’assoluta certezza che, nonostante tutto, noi da Gallant non vogliamo tenerci lontani.

Un gioiello poetico

Quando ci riferivamo al “confezionamento” dell’opera, parlavamo della magnifica edizione di Gallant giunta con Mondadori: un volume di pregevole fattura con elementi grafici che lo rendono estremamente allettante. Dalla sovracoperta con la suggestiva illustrazione realizzata con elementi lucidi e leggermente in rilievo; alla scelta di esaltare il rosso con una colorazione brillante; dalla copertina rigida in nero e costa in rosso con inserto che al tatto da la percezione quasi di un tessuto; al taglio rosso delle pagine che nell’insieme grafico è armonioso e intrigante, preannunciando la scossa data dalle emozioni che ci aspettano all’interno. E anche qui, tra un capitolo e l’altro, gli elementi grafici abbondano e costruiscono un’atmosfera di suggestione e mistero accompagnando la narrazione di pari passo, quasi a richiamare il contenuto del diario che Olivia custodisce, fatto tanto di parole quanto di immagini. In Gallant vengono ricreati dunque i disegni, neri e densi di inchiostro come sarebbero nel diario, con un tocco tanto dark quanto delicato e sensibile, mantenendo la linea tracciata dal romanzo fatta di nostalgia, malinconia ed emozione.

Gallant è insomma un piccolo gioiello gotico incastonato in un volume meravigliosamente realizzato e, cosa non da poco, dal costo davvero contenuto per un’opera di tale fattura. Mondadori prosegue quindi nella realizzazione di volumi appaganti tanto per l’occhio quanto per il tatto (facendo attenzione anche alla qualità della carta, stavolta più spessa), ma soprattutto sa scegliere con cura i propri collaboratori. La traduzione italiana di Gallant realizzata da Marina Calvaresi è una pietra preziosa che valorizza il romanzo: un lavoro eseguito attraverso termini e locuzioni che costruiscono un insieme pressoché poetico, elegante nella sua semplicità. Le parole sembrano assumere una forma concreta, diventano quasi palpabili e sono evidentemente il frutto di un’attenta selezione, che rendono Gallant un piacere per la lettura, un’armoniosa prosa che ha il sapore della poesia e che si potrebbe rileggere ancora innumerevoli volte.

Voto Recensione di Gallant



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Il gotico e il sovrannaturale al loro massimo splendore;

  • - Misterioso e suggestivo romanzo gotico...

  • - ...ma anche perturbarnte ed emozionante racconto di formazione;

  • - Un'ottima caratterizzazione e una narrazione evocativa e poetica;

  • - Splendida cura editoriale di Mondadori...

  • - ...e una traduzione che rende questo romanzo un piccolo gioiello

Contro

  • - Nessuna nota da segnalare

Commento

Il Giardino Segreto di Burnett è maturato in un frutto oscuro, spaventoso e agrodolce. E ci piace da morire. Gallant è dark, meravigliosamente intrigante, un romanzo che, se già inquieta con le effimere presenze visibili solo a Olivia nell'orfanotrofio Merilance, dà letteralmente i brividi nella sua evoluzione verso una narrazione più orrorifica e misteriosa con il cambio di ambientazione nella residenza Gallant. Senza macabri e sanguinosi scenari: a V.E. Schwab basta giocare con le parole giuste, costruire sequenze fortemente evocative e sinestetiche (per l'utilizzo soprattutto di termini che hanno a che fare con i colori e con il tatto), per perturbare il lettore con un romanzo in cui il sovrannaturale è al suo massimo. Come dicevamo, però, Gallant racchiude in sé anche un nocciolo che si avvale del setting gotico e degli eventi sovrannaturali, ovvero una sorta di racconto di formazione. Un racconto di dolorosa crescita, che passa attraverso la solitudine, la consapevolezza dei sacrifici fatti da chi ci ha amati con tutta l’anima, l’elaborazione della morte: in un percorso dove le ombre che si annidano al di là dei confini con il nostro mondo (e quindi con la nostra comprensione) non sono altro che orribili paure che siamo chiamati ad affrontare per poter sopravvivere ed evolverci in questo universo spietato. Gallant è inoltre un piccolo gioiello gotico incastonato in un volume meravigliosamente realizzato, grazie alla cura di Mondadori e alla traduzione italiana di Marina Calvaresi: un insieme pressoché poetico, elegante nella sua semplicità.

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