Ghostbusters (2016): bel film, commedia memorabile

Difficile rispettare un cult movie come Ghostbusters e allo stesso tempo fare un remake che abbia una propria personalità. Il regista Paul Feig ci è riuscito in pieno, grazie a una sceneggiatura ben costruita, attori che hanno avuto prestazioni splendide ed effetti speciali brillanti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ghostbusters 2016

 

Ghostbusters (2016) è un remake ben fatto di un cult movie del 1984

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CONTRO: La colonna sonora è scialba, a volte proprio brutta; il personaggio di Leslie è stereotipato, finale troppo schematico, l'antagonista non è un vero personaggio.

VERDETTO: Ghostbusters è un film piacevole, con molti momenti divertenti e spassosi. Ha qualche piccolo difetto che non lo rende meno godibile.

Non è facile approcciarsi alla visione di un film il cui trailer è il più odiato di tutti i tempi, ed è ancora più complicato se quel film è un mito personale della tua infanzia nonché un cult movie per milioni di persone in tutto il mondo. 

Allora entrare al cinema per vedere Ghostbuster ha significato un lavoro ex-ante: fai un bel respiro, magari anche due o tre, scrollati di dosso i pregiudizi e limita i confronti con l'originale al minimo indispensabile. Il remake è una risorsa del cinema da almeno 50 anni dopotutto, e anche se la gente online non smette di gridare "eh ma questi non hanno più fantasia!" tu lo sai che è tutto nella norma, tutto assolutamente negli standard.

Sarà per questo esplicito sforzo, ma Ghostubusters non ha rovinato la mia infanzia, e da quanto ho potuto vedere nemmeno quella degli altri spettatori. Probabilmente ha traumatizzato alcuni dei bambini presenti in sala, ma da grandi dovranno prendersela con i genitori che avrebbero potuto capire da soli che non è un film adatto ai più piccoli – per via, ovviamente, di mostri e urla spaventose.

Trama e personaggi, variazioni sul tema

Trattandosi di un remake, quella di Ghostbusters non è una trama del tutto originale ma in buona parte si rifà al film del 1984, con alcune differenze più o meno sostanziali. Le tre scienziate, Erin, Abby e Jillian sono specializzate in fisica, e almeno all'inizio Abby ed Erin non sono proprio in buoni rapporti.

Erin (Kristen Wiig) sta infatti cercando di negare la sua passione per il paranormale, punta a ottenere una cattedra presso l'università per cui insegna, e finge di non aver mai scritto un libro su fantasmi insieme ad Abby (Melissa McCarthy). Quest'ultima, invece, ha trovato il modo di proseguire quel lavoro insieme a Jillian Holtzman (una strepitosa Kate McKinnon), e ha fatto ristampare e ripubblicare il libro. Sarà per questo che torneranno a vedersi dopo anni, senza troppo entusiasmo, ed è da qui che parte la trama del film.

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Da qui in poi le tre donne si ritroveranno costrette a inventarsi un business, che comprende trovare una sede. Qui un'altra delle differenze interessanti: la spettacolare caserma dei pompieri vista nel film originale costa troppo, e bisognerà accontentarsi di una soluzione ben più modesta. Come si addice a un'adulta del 2016, nessuna di loro è proprietaria di una casa che si possa offrire a garanzia di un prestito – la crisi economica segna la nostra epoca, così come l'abbondanza segnava la decade degli yuppies.

Assistiamo quindi al crescere e al maturare del gruppo mentre lentamente si va a formare il problema che le Acchiappafantasmi dovranno andare a risolvere. "Maturare" si fa per dire, perché è evidente che sono tutte e tre un po' folli, in particolare modo l'adorabile Holtzmann, che ha qualche problema sociale ma anche una mente geniale capace di creare le incredibili attrezzature usate per catturare i fantasmi.

Per completare il team dovranno assumere l'unica persona che si presenta per il posto di receptionist. Si tratta di Kevin, un ruolo che strappa definitivamente a Chris Hemsworth l'aura di attore "solo bello" – inevitabile se diventi famoso facendo Thor. Hemsworth si era già svincolato in parte da tale immagine con film come Rush o Hearth of The Sea, ma con questo ruolo da puro commediante ha definitivamente dimostrato di essere un attore completo e versatile. Kevin è forse il personaggio più riuscito di Ghostbusters, ed Hemsworth lo rende più che reale, per quanto uno così non può essere proprio del tutto credibile.

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E alla squadra si aggiungerà naturalmente un quarto elemento, non una scienziata ma una newyorkese in rappresentanza dei cittadini "normali", quelli che a cena non chiacchierano di meccanica quantistica. Un ruolo che tocca a Leslie Jones: anche lei fa un buon lavoro ma la sua Patty non riesce a liberarsi degli stereotipi, e questo personaggio è probabilmente il tallone D'Achille del film. L'aggravante in questo caso è proprio che Leslie ha la funzione di rappresentare la "persona qualsiasi", una pescata tra i dipendenti del trasporto pubblico.

Manca invece un vero e proprio antagonista, con Rowan (Neil Casey) che è solo funzionale all'agire della squadra. È arrabbiato con il mondo, vuole vendetta, è un genio incompreso: tutti i soliti stereotipi del cattivo, che servono giusto per consentire all'Eroe di agire. Un antagonista tutto sommato sciatto, ma scopriremo che è in grado di prendere corpo – letteralmente – nello spettacolare finale del film.

Le Ghostbuster avranno a cha fare, ovviamente, con un avversario che rischia di distruggere non solo New York ma il mondo intero. E avranno contro anche le istituzioni: a differenza del film originale il team del sindaco (Andy Garcia) non è apertamente contrario alle Ghostbusters. Preferiscono fare le cose con discrezione (o almeno ci provano), nel tentativo di tenere la cittadinanza all'oscuro di quanto sta accadendo.

Il finale è quello che ti aspetti da un film di questo genere: spettacolare scontro buoni contro cattivi, rischio di morte per tutti, salvataggi, momento di panico ed epilogo. Lo schema è sempre quello, inutile cercare cambiamenti. I dettagli non sono gli stessi del film originale naturalmente, ma non mancano alcuni doverosi tributi.