Giochi di ruolo dal vivo e Videogame. Attivi più di 100 progetti nel mondo!

Il mondo dei giochi di ruolo dal vivo (larp) e quello dei videogame vanno spesso a braccetto. Più di 100 progetti sono già attivi nel mondo, scopriamo insieme di cosa si parla!

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a cura di Chiara Tirabasso

Torniamo a parlare di giochi di ruolo dal vivo o LARP (Live Action Role-Playing), per esplorare le reciproche contaminazioni con l’universo ludico più numeroso, ricco e culturalmente rilevante: il mondo dei videogiochi.

Giochi di ruolo dal vivo e altri media

Il larp o "gioco di ruolo dl vivo"è una forma di intrattenimento emergente, attualmente di nicchia soprattutto in Italia, per questo la necessità di introdurre e spiegare questo fenomeno a chi non abbia mai provato niente del genere spesso spinge gli addetti ai lavori a prendere a prestito altri media, più vicini alla sensibilità mainstream, per spiegare l’esperienza.

Tutti gli spettatori di un film vedono la stessa cosa,in un larp ci sono tante storie quanti sono i partecipanti,interconnessi in un grande intreccio di relazioni e conflitti.”

I giochi di ruolo dal vivo sono spesso paragonati ad un film di cui si è però i protagonisti. Di certo il parallelismo può essere utile perché tutti hanno familiarità con film e serie tv, ma gli elementi in comune tra il larp e la cinematografia sono davvero pochissimi: entrambi hanno una cornice narrativa e un intreccio, una location allestita con scenografie per creare un “set” credibile, i partecipanti ad un larp interpretano un personaggio di finzione. Le similitudini finiscono qui.

Il media più simile è in realtà il videogioco, perché si tratta di una storia di finzione interattiva in cui il giocatore ha una forte agency, ovvero ha il potere di interagire con la narrazione, di decidere o modificare l’esito degli eventi in prima persona.

Giochi di ruolo dal vivo e videogiochi hanno diversi punti in comune, sono prodotti di intrattenimento ludico per adulti, e vengono scritti e progettati seguendo un processo di User experience (UX) design. Il focus primario del design, in entrambi i casi, è l’esigenza di creare un prodotto che fornisca un’esperienza significativa e interessante, che sia al contempo comprensibile e intuitiva, ma anche sfidante.

 Sono simili, interattivi e immersivi, ma hanno anche delle differenze importanti: il videogioco è sempre dal punto di vista del singolo giocatore, il larp ha invece tanti PoV quanti sono i partecipanti, protagonisti e allo stesso tempo comprimari della propria e altrui storia. L’interazione, cooperativa o competitiva, è sempre alla base di ogni larp.

L’altra grande differenza è la presenza fisica durante il gioco e l’occasione per socializzare. Da quando abbiamo smesso di fare i lan party con il cavo coassiale, giocare insieme ad altri rimane un’esperienza fatta sostanzialmente in remoto, ciascuno davanti al proprio schermo. Il desiderio di socialità in realtà rimane, e infatti basta guardare al successo dei party game riportati alla ribalta da Wii e Switch o dal moltiplicarsi anche in Italia di locali dedicati al gaming. Un discorso a parte andrebbe fatto per i principali eventi di e-sport ma non sono un fenomeno che è possibile analizzare in poche righe.

Gli amanti dei videogame sono di gran lunga la comunità ludica più numerosa e riconosciuta, oltre che commercialmente interessante; sono l’emblema del gioco per adulti, e sono mainstream. Perché non prenderli a modello?

La ragione più plausibile sul perché i videogiochi non siano mai usati come esempio risiede probabilmente in due fattori. Entrambi sono media molto complessi e sfaccettati, hanno un livello di originalità e innovazione straordinario rispetto alla suddetta cinematografia, che ha regole e stilemi ormai consolidati e fissi. L’intrattenimento su schermo è comprensibile perché fermo, larp e videogame sono invece in continua evoluzione e hanno un margine di sperimentazione altissimo. Il secondo fattore è quasi certamente il pregiudizio dei media tradizionali. Ancora oggi il mondo videoludico è guardato con malfidenza e talvolta persino demonizzato dalla stampa. Regolarmente escono articoli che mettono in guardia genitori ed educatori dai pericoli dei videogame. Purtroppo anche il larp, con minore frequenza, soffre di questa tendenza allarmistica quanto superficiale.

Un altro punto in comune, di cui il mondo ludico farebbe volentieri a meno.

 Larp e Videogiochi

Le ambientazioni larp si dividono in due grandi filoni: le ambientazioni originali, scritte appositamente, spesso con decine e decine di pagine da leggere. Il loro punto di forza è l’originalità, ma il lato negativo risiede nel fatto che sono poco inclusive (spaventano il neofita) e difficilmente sono più geniali o appassionanti dei mondi creati da Tolkien, Martin, Lovecraft ecc.

Vi sono poi i larp basati su setting mutuati da altri media. Il vantaggio evidente di queste ultime è che sono decisamente più accessibili a chi non abbia mai provato un larp: l’ambientazione è subito chiara nella testa dei partecipanti, l’esperienza è più inclusiva, ed immediata, tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda e capiscono al volo il mood, i temi e la backstory perché l’hanno letta in un libro, vista al cinema o in tv, oppure perché l’hanno giocata per ore sul pc.

I larp basati su videogame di successo sono davvero moltissimi.

Nel Mondo

La fotografia su quanti e quali videogiochi abbiano ispirato larp di successo viene fornita dal Larp Census, una meritoria e interessante iniziativa di censimento del panorama larp nel mondo che si è svolta tra il 2014 e il 2015. L’infografica elaborata dal Larp Census, benché datata, chiarisce immediatamente quanto questo fenomeno sia esteso e radicato.

Più di 100 giochi di ruolo dal vivo nel mondo sono basati su videogame di successo, ed altri ne nascono ogni anno.

Lo scambio non è però univoco, se è vero che il mondo larp attinge spesso e volentieri dall’universo videoludico, la commistione di media e generi è ormai un trend, al punto che ci sono giochi di ruolo dal vivo ufficiali ispirati dai videogiochi, sponsorizzati e promossi dalle software house.

Due esempi davvero interessanti sono A War of our Own ispirato da This War of Mine e supportato dalla 11-bit Studios e The Witcher School, ambientato nell’universo della saga di The Witcher e benedetto dalla CD Projekt Red.

Anche in Italia non mancano i progetti larp legati ai videogiochi, Assassin's Creed Neapolis si ispira ad uno dei prodotti più famosi della Ubisoft; The Elder Scroll è ambientato nell’omonima serie di videogiochi, Bunker 101 attinge dall’universo e dall’estetica di Fallout, che non a caso risulta essere l’ambientazione preferita dai larper a livello mondiale. SALT l’altra guerra, si ispira pesantemente a This War of Mine, benché sia ambientato in un’Italia distopica e piombata nella guerra civile; mentre Novigrad è un fantasy ispirato da The Witcher che oltre a strizzare l’occhio alla celebre ambientazione, imita la libertà di scelta offerta dall’open world del videogame con un sistema di creazione del personaggio chiamato Quest Builder.

Europa IV Universalis è però il gioco che detiene il primato più particolare. Ha infatti ispirato un evento misto che include nell’esperienza videogaming e larp combinati.

Europa IV Universalis Grandest Lan-Party, già alla seconda edizione, è un progetto commissionato da Paradox che raduna dal vivo in un grandioso castello in Polonia gli appassionati del videogame, per una sfida in cui 32 nazioni si danno battaglia in squadre da tre giocatori. La diplomazia si gioca però dal vivo, nelle sale del castello, e i messaggi vengono recapitati fisicamente da servitori in livrea.

Le contaminazioni e la reciproca influenza tra larp e videogiochi sono probabilmente destinate ad aumentare, anche grazie a nuove tecnologie in sviluppo e sempre più accessibili.

I larp di fantascienza stanno decisamente aprendo la pista, includendo nell’esperienza anche dei momenti videoludici grazie a software dedicati. Nel grandioso Monitor Celestra, ispirato a Battlestar Galactica, e in Icarus, ambientato nell’universo di The Expanse, i partecipanti possono interagire con piccoli videogiochi creati appositamente per simulare la gestione di una nave e di una stazione spaziale. Entrambi includono nel design anche la possibilità di pilotare, in team, una piccola astronave per compiere missioni nello spazio, implementata grazie all’uso di Artemis Spaceship Bridge Simulator. Il gioco in sé è molto semplice e godibile, ma diventa più immersivo e interessante se giocato nella ricostruzione realistica di una navetta spaziale in un credibile contesto sci-fi.

Quali sorprese ci riserveranno i giochi di ruolo dal vivo nei prossimi anni? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

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