Oltre Gomorra con Gli Assediati, recensione

Dopo Il Paese dei Tre Santi, torna la coppia formata da Vincenzo Nardella e Stefano Bizzarri con Gli Assediati, pubblicato da Edizioni BD.

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a cura di Domenico Bottalico

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Torna la fortuna coppia artistica formata da Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri con Gli Assediati, pubblicato in Italia da Edizioni BD e in Francia dall'attentissimo editore Sarbacane che aveva già pubblicato Il Paese dei Tre Santi, graphic novel che aveva riscosso un notevole successo di critica e pubblico. L'ultima collaborazione dei due risaliva al 2018/2019 ovvero Gran Ghetto, un lavoro di graphic journalism ambientato nelle baraccopoli dei braccianti che lavoro in Puglia.

Gli Assediati: serendipità criminale

Cannemò, Gnegnè e U'Ner' si rifugiano in un casolare dopo una rapina. Devo attendere una compare di Cannemò che all'alba porterà loro vestiti puliti e soprattutto una macchina "pulita". La presenza di uno strano quadro nel casolare fa partire un racconto in analessi sul suo autore e su come Cannemò lo abbia acquisito. Periferia di una città imprecisata dell'Italia meridionale. I Carabinieri devono sgomberare l'ONPI, un complesso occupato divenuto il centro della malavita locale fra spaccio e illegalità ma soprattutto il crocevia di vite spezzate e conti in sospeso.

Cirù è un giovane sbandato che bazzica il quartiere. La madre si dice faccia la prostituta e qualche anno prima suo fratello è morto ammazzato proprio vicino all'ONPI. Il ragazzo si avventura nel complesso per comprare delle sigarette di contrabbando da Esterina proprio il giorno dopo che i Carabinieri hanno avvertito dello sgombero con inevitabili tafferugli. Anche Esterina ha perso un figlio, ammazzato delle "guardie". Un normale pomeriggio di nullafacenza per Cirù se non fosse che sulla strada di casa si imbatte in una pistola persa da uno dei Carabinieri la sera prima nei tafferugli.

Adocchiato da alcuni ragazzi dell'ONPI che vorrebbero la pistola, Cirù fugge nel palazzo. Messo all'angolo viene salvato da Fausto U'Pittor Paccj, un artista recluso e probabilmente con qualche disturbo mentale. Mentre si avvicina l'ora dello sgombero, Fausto U'Pittor racconta a Cirù la sua storia e quella dell'ONPI.

Mentre si avvicina l'ora dello sgombero, un incredibile mosaico inizia a prendere forma: qual è la relazione fra Cannemò e Fausto? e quella fra Esterina e il comandate dei Carabinieri che guida lo sgombero? e quella fra Cirù e lo stesso Fausto? ma soprattutto quella fra Cirù e Cannemò?

Gli Assediati, all'apparenza Gomorra... ma l'apparenza inganna

Inserire Gli Assediati nel calderone di quel neo-realismo italiano basato su una crime fiction spesso esasperata e spettacolarizzata sarebbe un errore gravissimo ed imperdonabile. Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri invece usano un certo rigore da graphic journalism per imbastire lo sfondo di una storia che, nel corso dei capitoli, assume sempre più nitidamente i contorni di una storia sì classicamente crime e dal finale che ricorda da vicino certi pellicole di Quentin Tarantino ma assolutamente azzeccato.

Narrativamente a metà strada fra lo Stark di Darwyn Cooke e Non Essere Cattivo, eccellente pellicola di Claudio Caligari, Gli Assediati apparentemente è un racconto plot driven, complice lo stratagemma dei racconti in analessi che intervallano il presente, ma che in realtà trova in personaggi, che apparentemente incarnano certi stereotipi che abitano il genere, il vero cuore tematico grazie ad un minuzioso incastro di caratterizzazioni e situazioni che celano in realtà la loro serendipità sotto un velo di miseria, povertà e disperazione. 

L'efficacia del racconto de Gli Assediati è proprio qui: il crimine non paga? Forse ma spesso è l'unica via d'uscita che si percorre in maniera dolorosa e spietata e sicuramente lontano da quella già citata spettacolarizzazione e quel romanticismo con cui la fiction lo rivende. In questo senso non è da sottovalutare neanche la scelta di ambientare il graphic novel in una imprecisata periferia del meridione. Spersonalizzando il luogo, il racconto diventa universale nel senso che è applicabile a tutte le periferie non solo del sud ma anche romana o lombarda. L'unico elemento che contraddistingue l'ambientazione è il linguaggio costruito come un vernacolo fra soprannomi, modi di dire e una grafia che cerca di riprodurre la fonetica ma di cui è impossibile stabilire la provenienza.

Gli Assediati è quindi l'ultimo, in ordine cronologico, di ottimi esempi di storie che grazie ad una certa autocoscienza ed un rigore quasi reportistico danno un certo spessore e una certa prospettiva alla crime fiction italiana almeno a quella a fumetti che dimostra personalità, inventiva ed originalità attingendo ora dal passato ora dal presente per raccontare non solo il nostro paese ma anche certe contraddizioni della nostra società.

Ottimo il lavoro alle matite di Vincenzo Bizzarri. Rifuggendo dalla spasmodica ricerca del realismo, che spesso contraddistingue la crime fiction contemporanea, il disegnatore trova un approccio che esalta, per quanto riguarda il tratto, l'espressività dei personaggi non disdegnando di accentuare certe caratteristiche fisiche. È interessante soffermarsi ancora un attimo sul tratto perché vi è una plasticità che ricorda James Stokoe, autore apprezzatissimo che fonde un gusto britannico con il dinamismo tipico di un certo fumetto nipponico, ma anche una certa peculiarità di certi seinen proprio di matrice nipponica seppure ricorrendo meno alla stilizzazione vedasi Tsutomu Takahashi.

Questo spinta viene riassorbita in un uso del chiaroscuro molto europeo, con un tratteggio sfumato più o meno accentuato, ed una colorazione molto umorale e basata sui colori primari che cambiano spesso di tavola in tavola ma che lasciano intendere già cosa accadrà con i blu del presente, i grigio-verdi delle sequenze all'ONPI e i rossi della tensione della violenza o i gialli dei ricordi.

Per quanto riguarda l'organizzazione degli spazi e dei riquadri, Bizzarri è estremamente ordinato e la sua tavola non è mai troppo affollata. Certo c'è spesso una frammentazione dei riquadri di matrice francofona ma il tutto è controbilanciato da una buona alternanza fra verticalità e orizzontalità, di derivazione cinematografico-televisiva, e da un uso di spash-page. Da notare anche come le inquadrature siano spesso giocate sulla prossemica e quindi per mettere in luce i rapporti fra i personaggi con alcune soluzioni particolarmente dinamiche e dal forte impatto.

Il volume

Edizioni BD propone Gli Assediati in formato cartonato, dimensioni 17.6x24.5 cm. Il formato è compatto ma comunque prestigioso, inoltre le tavole di Bizzarri sono ben supportate dalla scelta di una carta opaca ma dalla eccellente grammatura che ne se esalta soprattutto i già citati giochi cromatici e gli usi delle chine e del tratteggio. Dal punto di vista carto-tecnico quindi nulla da eccepire, peccato che dal punto di vista editoriale il volume sia assolutamente privo di qualsiasi contenuto extra, non compaiono neanche le bio degli autori. Un vero peccato perché il graphic novel avrebbe meritato sicuramente qualche approfondimento, qualche stralcio di sceneggiatura e qualche tavola work-in-progress.