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Gli Spettri di Gaunt: Primo e Unico, l'inizio della saga di Ibram Gaunt

I romanzi di Warhammer 40k tornano in libreria con Gli Spetti di Gaunt: Primo e Unico, l'inizio della saga di Ibram Gaunt e del Tanith Primo e Unico.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Gli Spetti di Gaunt: Primo e Unico, l'inizio della saga di Ibram Gaunt e del Tanith Primo e Unico

Nel mercato italiano, nonostante vari tentativi, si è sempre registrata una certa difficoltà nel trovare un collocamento per i romanzi di Warhammer 40k. Nonostante una presenza non indifferente di appassionati dei giochi da tavolo e la presenza di una ricca comunità di videogiocatori dei titoli ispirati al grim, dark future di Games Workshop, la produzione letteraria che esplora i meandri di questo affascinante contesto narrativo ha sempre faticato ad emergere. Considerata la fatica riscontrate precedentemente, è ammirevole lo sforzo profuso da Alanera Edizioni, etichetta nostrana che ha scelto di portare nuovamente nelle librerie italiane i romanzi di Warhammer 40k, tanto da dare alla stampa uno dei romanzi più appassionanti del ricco catalogo della Black Library: Gli Spettri di Gaunt – Primo e Unico.

Se pensiamo all’universo di Warhammer 40k, inevitabilmente ci si addentra in una discussione che vede come protagonisti assoluti gli Adeptus Astartes, i guerrieri prediletti dell’Imperatore. Soldati geneticamente potenziati, dotati di armature che amplificano la loro vis bellica, sono loro a trasmettere il senso di epica e di brutale efficienza delle armate dell’Imperium. Quello che spesso non traspare è come dietro questa esaltazione degli Space Marines si nasconda una realtà più materiale e umana, vissuta da semplici umani armati di armi semplici e protetti dalla loro fede nell’Imperatore: la Guardia Imperiale. Ed è all’interno di questa forza armata dell’Imperium che Dan Abnett ha volto il suo sguardo per dare vita a una delle saghe più emozionanti della sua pluriennale produzione all’interno della Black Library.

Gli Spettri di Gaunt: Primo e Unico, il primo capitolo della saga del Tanith Primo e Unico

Nome che di certo non ha bisogno di presentazioni, quello di Abnett. L’estro dello scrittore britannico ha toccato con particolare generosità il mondo dei comics, passando con disinvoltura da Judge Dredd agli X-Men, dal Punitore alla Legione dei Supereroi. Pur riconoscendo la ricca produzione di Abnett in campo fumettistico, è nella sua affinità a Warhammer 40k che si può apprezzare maggiormente la sua creatività, che ha dato vita a produzioni di grande fascino, dalla Horus Heresy alla trilogia dell’Inquisitore Eisenhorn, ma è con il ciclo de Gli Spettri di Gaunt che Abnett ha mostrato di avere pienamente recepito lo spirito greve e impietoso del 41esimo millennio di Games Workshop.

A dimostrazione di questa affinità tra Abnett e Warhammer 40k è la particolare cura con cui è stato creato il mito del Tanith Primo e Unico, reggimento della Guardia Imperiale dalla sorte infelice. Creato poco prima che il natio mondo di Tanith venisse distrutto durante una delle infinite battaglie sostenute dall’Imperium, il Primo e Unico è costituto dai sopravvissuti di questo mondo, scampati dalla tragedia perché arruolati durante la Fondazione, la cerimonia con cui vengono create nuove divisioni della Guardia Imperiale, e già in procinto di lasciare il loro mondo prima della tragedia. Una particolarità che idealmente potrebbe essere un punto di rottura per questi uomini, privati ora delle proprie origini e della prospettiva di un ritorno a casa al termine del loro servizio, spinti ora a combattere senza il privilegio della speranza di riabbracciare i propri cari.

A guidare questi sopravvissuti è Ibram Gaunt, il commissario-colonello. All’interno della Guardia Imperiali, i commissari sono ufficiali incaricati di mantenere l’ordine tra le truppe, ricorrendo anche a metodi draconiani all’occorrenza. Gaunt rappresenta un’anomalia in tal senso, promosso al rango di colonnello e messo a capo di un reggimento, che guida con piglio autorevole, conscio di come coloro che arriva a vedere come la sua gente sia oramai apolide, priva di legami. La combinazione tra il misterioso passato di Gaunt e la particolarità del Tanith Primo e Unico è un gioco di delicati equilibri che trova in Abnett un perfetto narratore. Il concept di Abnett si sviluppa in modo accorto, trovando una caratterizzazione bellica degli Spettri di Gaunt che rispecchi la loro perdita. Considerati dei senza futuro, dei fantasmi che si aggirano per i campi di battaglia, gli uomini e le donne del Tanith Primo e Unico hanno reso la loro maledizione il loro tratto distintivo, sviluppando una tattica di guerriglia che faccia dell’esser invisibili, grazie ai loro peculiari mantelli, la loro forza.

Il 41esimo millennio visto dagli occhi dei semplici fanti

Gli Spettri di Gaunt: Primo e Unico è un ottimo primo capitolo, strutturato per essere non solo un’introduzione alla vicenda umana del Tanith Primo e Unico, ma anche un perfetto punto di ingresso nelle dinamiche dell’universo di Warhammer 40k. Abnett colgie l’essenza di questa ambientazione, ne scarta l’aspetto epico ed eroico e lo trasforma in un teatro sanguinario e opprimente, avvicinando il ruolo della Guardia Imperiale a quello dei soldati della Prima Guerra Mondiale. La campagna militare al centro di questo primo romanzo della saga è una guerra di logoramento, fatta di scontri corpo a corpo disperati all’interno di trincee claustrofobiche, descritte con lucida attenzione da Abnett. Ogni elemento viene portato all’attenzione del lettore, tutto concorre alla creazione di un’empatia con Gaunt e i suoi soldati, che viene fondata sulla spasmodica lettura del loro incidere in questo sanguinoso teatro di guerra. Una visione che viene impreziosita da una valorizzazione accurata della componente emotiva, che passa agevolmente dalla condivisione di esperienze traumatiche tra commilitoni al freddo ritratto di vertici militari arrivisti e miopi.

Abnett sin da questo suo primo romanzo del ciclo de Gli Spettri di Gaunt non vuole creare illusioni nel lettore: qui non si trovano eroi e battaglie epiche. La vita della Guardia Imperiale è sangue e fango, è ansia costante di trovarsi con una baionetta in pancia, con solo la sicurezza data dalla fiducia in Gaunt e la fede nell’Imperatore a dare uno scopo. Una concretezza acida e pungente che Abnett ritrae al meglio nella costruzione degli eventi, ma che vede nella prefetta caratterizzazione dei dialoghi un ritratto convincente dell’etica e dell’anima del 41esimo millennio, che viene fedelmente riproposta nella scelta lessicale della terminologia specifica di Warhammer 40k.

L’edizione di Alanera Edizioni de Gli Spettri di Gaunt: Primo e Unico rappresenta un primo passo avvincente all’interno della lore di Warhammer 40k, avvicinandosi a questo affascinante universo futuro da una prospettiva meno eroica e decisamente più umana. La bella copertina realizzata da Paul Dainton incarna al meglio lo spirito degli Spettri di Gaunt con un potente ritratto di Ibram Gaunt.

Voto Recensione di Gli Spettri di Gaunt: Primo e Unico



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Abnett raccoglie alla perfezione lo spirito di Warhammer 40k

  • - Il Tanith Primo e Unico offre un punto di vista unico del 41esimo millennio

  • - Primo capitolo della saga avvincente

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Abnett sin da questo suo primo romanzo del ciclo de Gli Spettri di Gaunt non vuole creare illusioni nel lettore: qui non si trovano eroi e battaglie epiche. La vita della Guardia Imperiale è sangue e fango, è ansia costante di trovarsi con una baionetta in pancia, con solo la sicurezza data dalla fiducia in Gaunt e la fede nell’Imperatore a dare uno scopo. Una concretezza acida e pungente che Abnett ritrae al meglio nella costruzione degli eventi, ma che vede nella prefetta caratterizzazione dei dialoghi un ritratto convincente dell’etica e dell’anima del 41esimo millennio, che viene fedelmente riproposta nella scelta lessicale della terminologia specifica di Warhammer 40k

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