Gon, storia di un adorabile teppista: recensione del cofanetto J-Pop

J-Pop riporta in fumetteria la saga di Gon, il piccolo e irascibile dinosauro nato dalla matita di Masashi Tanaka e portato alla gloria dall'indimenticabile Tekken 3 per PS1.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Lontano dagli scaffali ma non dai nostri cuori, Gon torna in fumetteria grazie allo straordinario lavoro di J-Pop che, con un cofanetto a dir poco bellissimo e irresistibile, riconsegna ad una nuova generazione di lettori uno dei manga più cercati e, al contempo, bistrattati dalla cultura occidentale. Al che la domanda sorge spontanea: “che senso ha – quanto meno per J-pop – recuperare un manga muto semi-sconosciuto degli anni '90?”. Non avreste torto, ma ci arriveremo con calma.

Gon di Masashi Tanaka

Intanto partiamo dalle basi: firmato da Masashi Tanaka, che gli diede i natali già nel 1991, Gon è un manga stravagante e criptico. Popolarissimo in Giappone, ma quasi del tutto bistrattato nel resto del mondo, salvo che per una felicissima parentesi di fine anni '90 quando, per motivi mai chiariti, fu scelto da Masamichi Abe e Yutaka Kounoe per apparire come special guest in uno dei videogame più famosi dell'epoca della prima PlayStation: Tekken 3.

Sbloccabile tramite la modalità Tekken Bowl (o imponendo un record nella modalità Survival), Gon è forse uno dei ricordi preferiti dei videogiocatori dell'epoca che, in quello che era un picchiaduro di per sé abbastanza sopra le righe in termini di character design, si ritrovarono a fare i conti con in piccolo ma inarrestabile dinosaurino, dalle scaglie di colore arancio intenso e dal temperamento decisamente focoso. Da lì Gon divenne a tutti gli effetti una superstar, dopo oltre un quinquennio in cui il suo creatore, Masashi Tanaka, aveva dimostrato al mondo del fumetto nipponico che per intrattenere o divertire non occorrevano didascalie, onomatopee o testo. Anzi, paradossalmente non occorreva nemmeno una storia vera e propria o una buona continuità narrativa: tutto quello che poteva servire erano disegni accattivanti e realistici, ed un po' di sano umorismo macchiettistico, quasi slap stick se si pensa alle sventure a cui Gon sottoporrà forzatamente un bel po' di animali in giro per il mondo. Fu però una parentesi, e nonostante le pubblicazioni in diversi paesi, Gon restò comunque ancorato alla sola popolarità in terra natia tanto che, i pochi prodotti ad esso legato (per la precisione: un videogame per Nintendo DS e un anime), restarono per lo più ignorati dal resto del mondo.

Cosa è Gon?

Ma che cos'è Gon? Presumibilmente appartenente al genera dei Carnosauria (Giurassico medio/Cretaceo superiore secondo Wikipedia), Gon è sostanzialmente un piccolo bullo. Un soldo di cacio dall'aspetto deformed la cui forza gli permette di tenere testa a praticamente qualunque animale presente in natura. Sopravvissuto – non si sa come – all'estinzione della sua razza, Gon vive avventure completamente prive di testo in giro per il mondo, in una serie di racconti autoconclusivi che ne esplorano, almeno in parte, i diversi aspetti del carattere ed il suo rapporto con gli altri animali del creato. Dalla giungla alla savana, passando per boschi, dighe naturali, valli e altissime vette: Gon gira per il mondo imponendo la sua presenza, talvolta mostrando una lucida e crudele intelligenza, che lo rende in grado di sottomettere anche la fiera più feroce, altre volte mostrandosi più mite e gentile, quasi sciocco e distratto in certi frangenti delle sue lunghe avventure.

A leggere Gon si ha quasi l'impressione di rivedere in forma animale una tipica storia con protagonista uno degli “amatissimi” bosozoku della cultura nipponica: ovvero quei motociclisti duri e spacconi che, in rare occasioni – per lo più letterarie – sanno dimostrarsi gentili e compassionevoli. Gon è così, è un motociclista del giurassico, ma senza la moto e armato solo di una prepotente cazzimma®, che lo impone ai vertici della catena alimentare e sociale di madre natura. Esilarante, e caratterizzato da uno stile artistico dinamico e realistico, Gon è un viaggio nel mondo della natura la cui ultima scampagnata ci era stata offerta da Star Comics (a memoria dello scribacchino qui presente) nel 2004 e che, oggi come oggi, nella veste offertaci da J-Pop val certamente la pena di essere recuperato. Difficilmente reperibile e, per questo, ambitissimo da moltissimi collezionisti, Gon ritorna con cofanetto lussuoso e completo, che per 36,00€ offre l'intera produzione relativa al personaggio su pagine 15x21 di ottima qualità, con tanto di piccole gallerie di immagini ed alcune tavole a colori. Con i suoi circa 2 chili di carta, il cofanetto di Gon si presenta proprio come l'omonimo protagonista della serie: piccolo ma maestoso, con tanto di coda pieghevole che cinge i volumi a mo' di chiusura.

Del resto, l'editore ci ha ormai da tempo abituato alla cura dei propri prodotti, realizzati con una perizia cartotecnica che, il più delle volte, fa sfigurare la concorrenza, ma anche e soprattutto le edizioni originali. Box a parte, sono i tankobon stessi ad essere delle perle pregiate: a partire dall'ottima carta usata sino alla qualità della stampa che, unita al generoso formato dei volumetti (sono 3, con tanto di sovracopertina), offrono al lettore il meglio delle chine di Tanaka: un tratto per nulla semplice, ed anzi spesso ai limiti del fotorealismo per la qualità dei dettagli. Se Gon è ritratto con un aspetto deformed che, il più delle volte, lo rende quasi goffo nel suo aspetto, i restanti animali illustrati da Tanaka sono a dir poco perfetti nelle loro forme anatomiche, concedendosi di tanto in tanto un'espressività solo lontanamente antropomorfizzata. Il resto è una descrizione quasi precisa di habitat, movimenti e comportamenti degli animali, quasi Gon non fosse altro che un tributo dell'autore verso la natura più pura e incontaminata in cui, non a caso, non c'è mai posto per l'uomo e l'urbanizzazione.

Conclusioni

Gon è un manga sugli animali, ed in quanto tale, almeno apparentemente, non contiene altro. Non ci sono dialoghi, non ci sono rumori, non ci sono parole se non nei titoli delle storie. Tutte brevi e autoconclusive, pensate per poter comunicare con tutti a prescindere dalle barriere linguistiche. Nonostante questo, l'opera di Tanaka ha un ritmo preciso, a volte forsennato, altre volte sincopato, e nasconde nella sua “semplicità” narrativa una moltitudine di messaggi, per lo più tutti di natura antropologica e sociale il che, a pensarci bene, suonerebbe quasi come un paradosso visto che si tratta di animali e non di persone (come no! Ditelo a chi si ricorda de “Le avventure del bosco piccolo”!).

Eppure, alla fine di alcune storie, è impossibile non ritrovarsi a riflettere su quello che Gon fa e nel modo in cui si impone sulle creature che lo circondando. Tant'è che è lo stesso personaggio che, alla fine di alcune storie, sembra quasi abbandonarsi ad una certa amarezza, ed a riflessioni che non sembrerebbero proprie di un fumetto che, come fulcro, ha le avventure di un anomalo e squamato teppista. Alcune sono relative al senso di appartenenza, altre alla solitudine, altre al rapporto con la natura sicché, a riguardare bene le pagine, alla seconda o terza lettura, potreste trovare al racconto il vostro personalissimo senso, o godervelo così com'è, senza altra pretesa che offrire un intenso ma piacevole divertissement. Quale che sia la vostra strada, il vostro modo di leggere il manga, o il vostro modo di interpretare quella che, probabilmente, altro non è una critica al modo in cui l'uomo si impone sulle creature che lo circondano (in modo coatto, per l'appunto, senza preoccuparsi delle conseguenze), siamo certi che troverete tra le pagine di Gon più di uno spunto, la qual cosa dovrebbe essere la basa di qualunque opera ben scritta e realizzata il che ci porta all'inizio di questo articolo: “perché recuperare un manga muto semi-sconosciuto degli anni '90?”. Perché è bello e funziona. Stop, non vi serve sapere altro. Che poi il box sia bellissimo e meravigliosamente infiocchettato non è altro che un surplus. Comprate Gon perché è bello, perché tanto basta.