House of the Dragon, recensione: un finale di fuoco e sangue

Il resoconto della cruenta lotta fratricida dei Targaryen in tutta la sua imponenza, nella nostra recensione di House of the Dragon.

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

La nostra recensione di House of the Dragon si pone l'obiettivo di mettere in evidenza i punti di forza e le eventuali debolezze di questa attesissima serie targata HBO che consiste in un'unica stagione composta da un totale di 10 episodi della durata variabile da 54 a 68 minuti l'uno.

House of the Dragon si basa sul romanzo del 2018 di George R. R. Martin Fuoco e Sangue, che potete acquistare qui su Amazon. Il titolo dell'opera non è altro che il motto di Casa Targaryen. Si tratta di una storia che precede di almeno 170 anni Il Trono di Spade, la cui cronologia è basata sulla conquista di Westeros da parte di Aegon I Targaryen, che viene quindi indicata come Anno 0, per cui gli eventi si collocano prima della conquista di Aegon (PC) o dopo di essa (CA). La storia di Il Trono di Spade inizia nel 298 CA e termina nel 305 CA. La Danza dei Draghi su cui si basa House of the Dragon, invece, è durata dal 129 al 131 CA.

Grande protagonista di queste vicende è Casa Targaryen che, in questo particolare lasso di tempo, visse una atroce guerra fratricida legata alla successione del regno.

Prima di procedere con la recensione di House of the Dragon, di cui vi proponiamo il nostro resoconto dei primi 6 episodi che abbiamo potuto visionare in anteprima, teniamo a precisare che il seguente articolo verrà aggiornato con cadenza settimanale, all'uscita di ogni nuovo episodio della serie, a partire dall'episodio 7 della serie, per cui potrete continuare a consultarlo per restare sempre aggiornati. Per ulteriori informazioni, immagini e trailer della serie, vi invitiamo a consultare questo nostro esaustivo articolo.

Un racconto epico marchiato a fuoco: la recensione di House of the Dragon

La nostra recensione di House of the Dragon (episodi 1-6): i preparativi per la Danza dei Draghi

Dalla conquista di Westeros da parte di Aegon il Conquistatore, i Targaryen hanno dominato incontrastati i Sette Regni: del resto, era impossibile per chiunque anche solo pensare di sfidare l'unica famiglia rimasta al mondo in grado di comandare e cavalcare i draghi... Forti di questo indiscutibile deterrente, Casa Targaryen assoggettò diversi territori, e sembrava che sarebbe stata destinata a regnare per sempre sul Continente Occidentale.

Tuttavia, i Targaryen non furono sempre ben visti: mentre alcuni di essi furono re magnanimi e giusti, altri erano particolarmente crudeli e folli, probabilmente anche a causa dei matrimoni fra consanguinei; la follia dei Targaryen ha portato morte e distruzione al loro passaggio, ingigantendo le conseguenze delle loro azioni una volta incoronati re. Per questo, iniziò a diffondersi nei Sette Regni il modo di dire

"quando nasce un Targaryen gli dei lanciano una moneta".

Anche senza problemi di salute mentale, le successioni sono spesso motivo di lotte intestine, e non solo in questo crudele e spietato mondo fantasy. Per quanto riguarda questa recensione di House of the Dragon, ci concentreremo sugli eventi immediatamente antecedenti la Danza dei Draghi, che ebbe luogo fra il 129 e il 131 CA. Trattandosi del fulcro della serie, questi scontri verranno mostrati nelle puntate conclusive della serie, per cui non vi sveleremo alcun dettaglio a riguardo, se non che, come si può evincere dal nome stesso con cui questo conflitto è passato alla storia, vide lo scontro fra due Targaryen e i loro draghi. Non solo: in tutta la storia di Westeros, la Danza dei Draghi fu l'unica grande guerra in cui entrambe le fazioni controllavano dei draghi.

Nei 6 episodi che abbiamo potuto visionare per questa recensione di House of the Dragon, dunque, vengono mostrati gli scontri relativi a un altro conflitto: la Guerra per le Stepstones.

La Guerra per le Stepstones

Si tratta di una serie di battaglie che ebbero luogo nella parte sud del Mare Stretto per il controllo delle Stepstones. Senza scendere nei dettagli per evitare spoiler, il conflitto viene mostrato in ogni suo aspetto, non solo sul campo di battaglia, proprio come ci si aspetterebbe da una serie basata sulle opere di Martin: gli scontri sono sempre preceduti da attente pianificazioni che includono la raccolta di informazioni, i tradimenti e la programmazione di ogni aspetto tattico degli scontri grazie a dei modellini, utilizzare per meglio illustrare le strategie di battaglia.

La cura con cui vengono rappresentate tutte le fasi che precedono i conflitti stessi rende le vicende molto più credibili, senza contare che rispecchiano ciò che avveniva anche nelle battaglie di un tempo nel mondo reale. George R. R. Martin ha sempre posto molta cura nella costruzione di un mondo caratterizzato da personaggi e vicende ben delineati, e ritroverete tutto questo anche in House of the Dragon.

Quanto, poi, all'aspetto più puramente visivo, anche sotto questo punto di vista le tante scene di combattimento che vedrete saranno epiche: gli scontri armati via terra e via mare sono violenti, sanguinari, spietati e vedono scontrarsi tantissimi guerrieri perfettamente coreografati per creare scene dinamiche, frenetiche e appassionanti che vi terranno con gli occhi incollati allo schermo. E a coronare il tutto, qualcosa che nel Trono di Spade ha avuto poco spazio per ragioni legate alla narrazione: i draghi.

Scontri aerei fra draghi, i dominatori dell'aria

Come di certo saprete, nel periodo in cui è ambientato Il trono di Spade gli unici draghi presenti sono quelli in possesso di Daenerys Targaryen; questo perché le creature furono considerate estinte per ben 150 anni. House of the Dragon ci mostra, però, un periodo antecedente, in cui i draghi erano molto più diffusi. Quasi ogni membro di Casa Targaryen, l'ultima sopravvissuta fra i Signori dei Draghi dell'antica Valyria, possiede il proprio drago. Nel corso della serie avrete modo di vedere anche come i giovani Targaryen si esercitino nel controllo dei draghi, e di questi ultimi vedrete più esemplari, tutti diversi fra loro.

Oltre all'indiscutibile fascino di poter ammirare i draghi come grandi protagonisti della serie, gli scontri che li vedono come protagonisti sono spettacolari ed entusiasmanti. Ammirate lo schiacciante potere del fuoco di queste gigantesche e nobili creature fantastiche in tutta la sua annichilente forza!

Le vicende umane nella nostra recensione di House of the Dragon

Per creare un quadro realistico non bastano gli scontri sul campo di battaglia: serve anche identificare i personaggi principali e analizzarli con cura, per poterne comprendere le ragioni più profonde. Complotti, intrighi, inganni e menzogne sono all'ordine del giorno alla corte dei Targaryen per diverse ragioni: ad esempio, i matrimoni combinati, atti a fortificare sia politicamente che militarmente le due famiglie contraenti, spesso erano solo di facciata perché avvenivano fra persone che non si amavano e che continuavano ad avere i loro amanti; per questo, c'erano molti figli bastardi.

I rapporti di amore e amicizia rivelano tutta la loro fragilità in House of the Dragon, mostrandoci quanto facilmente possano mutare a causa delle manipolazioni di individui freddi e spietati come il principe Daemon Targaryen (Matt Smith), opposto a suo fratello, re Viserys (Paddy Considine), generoso e ben voluto, ma anche caratterialmente debole e facilmente manovrabile. Un altro personaggio dal carattere forte e indomito è la principessa Rhaenyra Targaryen (Milly Alcock/Emma D'Arcy), che ambisce a diventare la prima regina di Westeros: infatti, la successione prevedeva l'ascesa al trono esclusivamente del maggiore fra i figli maschi del re, o comunque di un uomo, come sa fin troppo bene Rhaenys Targaryen (Eve Best), conosciuta anche come "la regina che non fu mai" perché le fu preferito suo cugino Viserys, quando il Consiglio dovette scegliere il nuovo re.

Inoltre, noterete che alcune vicende ne ricordano altre già viste nel Trono di Spade, per cui sarà facile creare dei parallelismi fra le storie. Se questo particolare, da un lato, fa pensare a una sorta di riciclaggio delle medesime tematiche, dall'altro riflette, invece, un aspetto decisamente realistico: la storia che si ripete. Anche nel mondo reale assistiamo allo stesso spettacolo: persone diverse che commettono gli stessi errori. Ebbene, Martin è riuscito a dare un senso anche alla ripetitività della storia.

House of the Dragon episodio 7: una storia di fuoco e sangue

Se c'è una cosa che abbiamo imparato dello stile di George R. R. Martin, è che il nostro autore è, con i suoi personaggi, spietato come pochi. Martin è l'espressione letteraria che più si avvicina al significato della Legge di Murphy: "Se qualcosa può andar male, lo farà". Pestaggi, lotte fratricide, spargimenti di sangue, menomazioni fisiche e mentali e chi più ne ha, più ne metta. Niente e nessuno si salva dalla spietata furia omicida di uno scrittore che non ha paura di uccidere o di segnare a vita i suoi personaggi, quasi come se li detestasse. Ma non è così.

Le opere di Martin sono sì, ambientate in un mondo di fantasia, ma le dinamiche prettamente umane sono di un realismo sconvolgente. Le lotte di potere, i complotti, gli intrighi, i colpi di testa dei personaggi li rendono molto umani, e attraverso di loro Martin ci mostra diverse sfaccettature dei loro caratteri, i punti di forza e le debolezze di ognuno di loro. Martin vuole anche mostrarci come le persone sotto pressione siano portate ad agire in modi estremi, anche andando contro la propria stessa natura.

In questo secondo episodio successivo al grande salto temporale che ha caratterizzato la puntata precedente, trovano spazio diverse linee narrative che finiscono inevitabilmente per convergere o scontrarsi. Re Viserys è ancora fermamente convinto della sua decisione riguardo la successione del Trono di Spade, ma questo non basta certo a fermare Alicent e le sue mire di mettere, invece, il suo primogenito Aegon su quel dannato trono. E, come se non bastasse, gli scherzi e le punzecchiature dei figli di Alicent e Rhaenyra iniziano a prendere una piega decisamente più drammatica e sanguinaria.

Quando diciamo che Martin è spietato con i suoi personaggi, intendiamo che lo è proprio con tutti, anche con i bambini. Grazie a una scelta narrativa audace e visivamente potentissima, vediamo un vero e proprio pestaggio fra bambini, che però presenta tutte le caratteristiche di uno scontro fra adulti, con tanto di spietata violenza omicida e spargimenti di sangue, in un'espressionismo brutalmente inaspettato. Va da sé che la faccenda, coinvolgendo i genitori dei ragazzi, degenererà ulteriormente...

Nonostante le conseguenze drammatiche e irreversibili di questo cruento scontro fra bimbi, Alicent potrebbe sfruttare l'occasione per far pendere l'ago della bilancia dalla sua parte. La regina, infatti, non ha minimamente intenzione di abbandonare le proprie mire, anzi, è vero il contrario. Ora che Viserys sembra sempre più vicino alla morte, Alicent ha moltiplicato i suoi sforzi per cercare di incrinare il rapporto fra suo marito e la di lui figlia. Ma nulla riesce a smuovere re Viserys: Rhaenyra è la sua primogenita e colei che ha scelto come sua legittima erede, e niente al mondo riuscirà mai a fargli cambiare idea.

Rhaenyra, lo ricordiamo, ha di recente subito un grave lutto: Harwin Strong, il padre naturale dei suoi figli, è morto in un incendio insieme a suo padre, che era Primo Cavaliere del Re (chi sia l'attuale Primo Cavaliere va da sé). Tuttavia, non è libera di piangere la morte di Ser Strong perché non era suo marito, ma il suo amante. Non si può dire lo stesso, invece, di suo zio Daemon, rimasto vedovo di recente in seguito al suicidio della sua giovane seconda moglie, Laena Velaryon.

La morte di Laena è un elemento chiave della narrazione, fondamentale per gli eventi successivi che porteranno alla Danza dei Draghi, su cui avrà un impatto notevolissimo almeno per un paio di aspetti, che già vengono mostrati nella puntata: ora che Daemon è di nuovo vedovo, lui e Rhaenyra potrebbero riavvicinarsi, e se unissero le forze difficilmente qualcuno potrebbe cercare di ostacolarli. Un altro dettaglio importantissimo è Vhagar, il drago femmina in origine cavalcato dalla regina Visenya Targaryen durante le guerre di conquista di suo fratello/marito Aegon il Conquistatore. Vhagar apparteneva a Laena, e ora che la giovane donna è morta è rimasta senza cavaliere. Oltre a essere molto antica, Vhagar è il drago più grande di tutto Westeros, e qualunque fazione dovesse portare dalla propria parte un'arma così potente avrebbe un netto vantaggio. Tutti i nodi stanno iniziando a venire al pettine, e le diverse linee narrative pian piano iniziano a convergere e scontrarsi per poi esplodere in quell'enorme e roboante boato che sarà la Danza dei Draghi.

House of the Dragon episodio 8: la spietata lotta per il Trono di Legno

House of the Dragon episodio 8 si apre con un ennesimo salto temporale, questa volta di 6 anni, come ci dice Rhaenys Targaryen all'inizio dell'episodio. In questo lasso di tempo non solo i ragazzi sono cresciuti, ma anche diverse cose sono cambiate. Ovviamente in peggio.

Prima ancora della Danza dei Draghi, lo scontro interno a Casa Targaryen per il Trono di Spade, anche l'unica altra Casata nobiliare originaria dell'Antica Valyria ha vissuto una difficile successione al Trono di Legno, lo scranno su cui siede colui che presiede Casa Velaryon.

Corlys, l'attuale patriarca della famiglia, ha riportato delle ferite molto gravi sul campo di battaglia in seguito alla mai risolta Guerra nelle Stepstones. Anche se al momento è ancora vivo, la scelta più responsabile è quella di scegliere immediatamente il suo erede, anche se, in realtà, la scelta era stata già fatta. Il problema è che non tutti, in seno a Casa Velaryon, sono disposti a cedere il ruolo di guida della propria Casata al primogenito di Laenor e Rhaenyra. Il motivo è presto detto: nonostante Rhaenyra e suo padre, re Viserys, continuino ad affermare che i figli di Rhaenyra siano anche figli di Laenor, le voci riguardanti la reale paternità di Ser Harwin Strong non sono mai cessate. Il problema è che Viserys, ormai, non è più in grado di governare.

In questi sei anni la salute del re è peggiorata notevolmente, e sia i truccatori che la performance attoriale di Paddy Considine comunicano in maniera spietata il declino di quest'uomo. Viserys sa che la sua ora è vicina e, per questo, in maniera estremamente coerente con quella che è stata la scrittura del suo personaggio fino a questo momento, cerca di ogni modo di appianare qualsiasi tipo di conflitto interno alla sua famiglia, prima di andarsene. Per questo, organizza una cena in famiglia.

Anche se, conoscendo Martin, solitamente eventi del genere si risolvono in un massacro insensato, in questo caso possiamo dire che la situazione è fin troppo sotto controllo: che Viserys sia vicinissimo alla morte è evidente a tutti, a maggior ragione quando il re decide di togliersi la "maschera di ferro" che copre la parte destra del suo volto, orrendamente deformata e deturpata dalla malattia. Per quanto la vista potrebbe aver tolto l'appetito ai commensali, c'è un motivo se Viserys decide di mostrare il suo vero volto ai membri più stretti della sua famiglia.

Il re vuole mostrarsi in tutta la sua umanità e debolezza, denudandosi di tutti gli inutili orpelli della regalità, perché tutti vedano e capiscano che la sua ora è vicina. In questo modo, Viserys compie un ultimo, disperato tentativo di tenere unita la sua famiglia: vertere sui loro sentimenti. Purtroppo per lui, però, la sua famiglia è piena zeppa di arrivisti e di persone pronte letteralmente a tutto, pur di ottenere il potere.

Nonostante questo, la cena è un rarissimo momento di intimità e di svago, la cui spensieratezza è dimostrata dai sorrisi sinceri sui volti di personaggi che non abbiamo mai visto ridere prima; questo rende l'insieme straniante e i personaggi quasi irriconoscibili, ora che i loro volti non sono corrugati e tesi, ma distesi e gioiosi. E l'espressione serena sul volto di Viserys è a dir poco commovente, come i comportamenti di suo fratello minore Daemon, che ha accantonato le sue divergenze con Viserys, una volta realizzato quanto lui stia male.

Fate attenzione al viso di Daemon: Matt Smith riesce a comunicare incredibilmente bene la pena e il dolore di un uomo che vede suo fratello ridotto in condizioni così miserevoli. Daemon è stranamente tenero, comprensivo e ben disposto verso suo fratello, aiutandolo e sostenendolo. Purtroppo, però, i membri più giovani di Casa Targaryen non sono così sensibili...

Essendo trascorsi sei anni, gli attori che interpretavano i ragazzi sono stati sostituiti, ma, ancora una volta, la minuziosa caratterizzazione dei loro personaggi, unita alle performance dei giovani attori, contribuisce a creare un insieme unico e omogeneo, senza stridii. E a proposito di coerenza, potevano mancare gli sfottò dei fratellastri di Rhaenyra ai suoi figli?

Aegon è sempre il solito: arrogante, altezzoso, egocentrico, dedito ai gozzovigli e al sesso sfrenato, anche adesso che si è sposato. Anzi, lo vedrete anche protagonista di un atto vile e disgustoso, senza pentirsene minimamente... E che dire di quel simpaticone di suo fratello Aemond? Il ragazzo orbo farà un divertente brindisi alla salute dei suoi nipoti sfruttando un gioco di parole che, però, in italiano non può essere reso (non prendetevela con i traduttori per questo): Aemond brinda a questi ragazzi così "possenti" (questo il termine usato nei sottotitolo in italiano della puntata), il che fa scattare immediatamente una rissa di cui, però, non è comprensibile il motivo. Questo perché, in inglese, la parola che viene tradotta con "possente" è "strong": quindi, mentre Aemond afferma che i suoi nipoti sono "possenti", intende dire che sono i figli bastardi di Harwin Strong.

Dopo questo alterco, l'episodio si chiude con un ennesimo riferimento di re Viserys al sogno profetico di Aegon il Conquistatore, l'espediente narrativo non presente nel libro Fuoco e Sangue e introdotto nella serie per creare un ponte di collegamento fra House of the Dragon e il controverso finale del Trono di Spade. C'è solo un piccolo, insignificante problema: mentre Viserys parla, chiunque lo stia ascoltando fraintende completamente le sue parole, e siamo certi che questo si ripercuoterà in maniera pesantissima sugli eventi futuri.

House of the Dragon episodio 9: lunga vita al re!

Come era facilmente prevedibile, le conseguenze del fraintendimento delle ultime parole di re Viserys da parte della regina Alicent non hanno esitato a manifestarsi. Alicent, convinta che suo marito abbia infine scelto il loro primogenito Aegon come erede al Trono di Spade, si aggrappa con ogni sua forza a quelle parole. Naturalmente, però, non tutti sono convinti della loro genuinità...

Alicent si rivela ancora una volta un personaggio fortemente ambiguo: da una parte, sembra essere propensa a vie pacifiche, e cerca di accontentare un po' tutti (in questo possiamo intravedere un riflesso della bontà di re Viserys il Pacifico); dall'altra, però, non esita ad attuare i piani più perfidi, pur di raggiungere i suoi scopi, salvo poi pentirsene quando è troppo tardi. Insomma, Alicent sa benissimo cosa vuole, ma non ha idea di come ottenerlo.

La scelta di sovvertire all'ultimo momento le volontà del re è molto rischiosa, perché potrebbe comportare lo scoppio di un'insurrezione da parte di Rhaenyra, Daemon e tutti i lord che, eventualmente, rimarrebbero loro fedeli alleati. E un'insurrezione del genere avrebbe dimensioni notevoli, sfociando, inevitabilmente, in una cruenta guerra civile. Sia Alicent che suo padre, il Primo cavaliere del Re Otto Hightower, sanno perfettamente che correre un rischio del genere sarebbe folle. Ma come fare per evitare ulteriori spargimenti di sangue?

Aegon siederà sul Trono di Spade a qualsiasi costo, è già stato deciso, per cui ora bisogna correre ai ripari. L'ipotesi di lasciare che Rhaenyra sieda su quel dannato trono non è nemmeno lontanamente contemplata. Piuttosto, bisogna trovare un modo per neutralizzare sia lei che Daemon. Già, ma come? Otto ha già in mente un piano, come sempre, un piano che prevede il coinvolgimento della maggior parte di coloro che fanno parte del Concilio Ristretto. Le prime scene dopo la morte del re, che ci mostrano proprio una seduta del Concilio, sono agghiaccianti, sia per le tematiche trattate che per ciò che avviene proprio in quella sede. La lucida freddezza con cui vengono affrontati argomenti delicatissimi e compiuti atti ignobili nella più totale compostezza rende perfettamente l'idea che questi individui siano lì non per decidere cosa sia meglio per il regno, ma cosa sia meglio per loro stessi. L'inestinguibile sete di potere dei Targaryen rischia di sfociare in una immane e irreparabile tragedia. E il tutto avviene mentre l'erede al trono è scomparso...

Fin da quando era poco più che un adolescente, Aegon non ha mai dimostrato il benché minimo interesse nelle faccende di corte: obblighi regali, compostezza, sobrietà, lucidità di giudizio, cultura, apprendimento delle basi del combattimento sono tutte cose che Aegon ha sempre cercato in ogni modo di rifuggire, al punto che si dichiarò ben propenso a lasciare che governasse sua sorella Rhaenyra. Ma questa non era la volontà di sua madre. O, meglio, di suo nonno...

L'episodio evidenzia come Alicent si sia sentita manipolata da suo padre, realizzando, solo ora, che è sempre stata solo una pedina sulla sua scacchiera. L'ironia del dialogo sta però nel fatto che lei stessa si stia comportando con suo figlio esattamente come suo padre ha fatto con lei: inculcandogli pensieri e desideri di potere che non gli appartengono. E ora che il momento dell'incoronazione si avvicina, il ragazzo sente la spada di Damocle sulla sua testa, e si fa cogliere dal panico. Di tutt'altro avviso è suo fratello Aemond.

Fin dal principio, questi due personaggi sono stati profondamente diversi: altezzoso, dedito a vizi di ogni genere e indisciplinato Aegon, disciplinato, studioso e ligio al dovere Aemond. Sembrerebbe proprio che il nuovo cavaliere di Vhagar, il drago più grande al mondo, possa essere una scelta migliore come erede al trono. Ma, come sappiamo, ciò non è possibile. Da un lato, quindi, abbiamo un erede al trono che non vuole esserlo, e dall'altro c'è un secondogenito che ambisce a essere re, ma che non può diventarlo.

Tutte queste sfumature caratteriali sono rese in modo evidente e molto convincente, sia dai dialoghi che dalle performance degli attori, mostrandoci un quadro perfettamente coerente e molto ben strutturato, dal punto di vista narrativo. Per quanto riguarda, invece, l'aspetto visivo, anche in questo episodio molte scene sono girate in ambienti non molto ben illuminati, e anche quando vediamo un drago non sempre riusciamo a distinguere ogni singola parte del suo corpo: avvolgerlo in una fitta coltre di detriti e polvere non solo è plausibile, visto il contesto (che vi lasceremo scoprire da soli), ma funge anche da espediente per ridurre i costi della computer grafica.

Ora che gli Hightower hanno deciso che Aegon deve diventare re, come la prenderanno Rhaenyra e Daemon? E cosa faranno gli Hightower per fare in modo che Aegon possa continuare a regnare? Come sarà possibile evitare drammatici spargimenti di sangue?

House of the Dragon, recensione: un finale di fuoco e sangue

Il finale di stagione di House of the Dragon vede come protagonista indiscussa la grande assente dell'episodio precedente: Rhaenyra Targaryen. Le vicende narrate in questo emozionante finale di stagione sono infatti tutte incentrate sulla principessa erede al Trono di Spade e di recente spodestata dal suo fratellastro Aegon e dalla famiglia della madre del ragazzo, gli Hightower.

Come era prevedibile, la principessa Rhaenys si è recata immediatamente da Rhaenyra per comunicarle le due pessime notizie della morte di suo padre e dell'incoronazione di Aegon. Il dolore per la morte del caro genitore e la rabbia per l'ascesa di Aegon mettono in serio pericolo la gravidanza di Rhaenyra, che inizia ad avere le doglie prima del tempo. Le scene successive sono davvero crude ed emotivamente molto coinvolgenti, e ci mostrano il lato più sensibile e fragile di Rhaenyra, la cui forza d'animo verrà messa a durissima prova per tutto il corso della puntata.

Rhanyra si dimostra ancora una volta ben più diplomatica di suo marito, il quale pianifica già le diverse fasi della guerra che sta per scoppiare. Anche se dalla loro parte hanno più draghi rispetto alla fazione di Aegon, senza alleanze potenti sarà dura vincere la guerra per il Trono di Spade. Parte della puntata è quindi dedicata alla strategia di guerra di Aegon, anche se Rhaenyra non sembra essere d'accordo.

Come suo padre, la ragazza inizia a manifestare la tendenza a cercare di evitare i conflitti, piuttosto che a farli scoppiare. Quando Otto Hightower si reca da lei per chiederle di accettare Aegon come re, vediamo una riproposizione di una scena già vista, anche se in questo caso la situazione è differente: allora, Otto era andato da Daemon per chiedere la restituzione dell'uovo di drago che aveva rubato, mentre ora è lì per chiedere una resa. Resa a cui Rhaenyra sembra pensare concretamente perché, in quanto regina legittima, crede fermamente che sia suo dovere evitare di gettare il suo popolo in una guerra. Ma noi sappiamo che questa guerra ci sarà, non importa cosa cerchino di fare tutti in questo momento: qualcosa andrà inevitabilmente storto e, nonostante i buoni propositi sia di Aegon che di Rhaenyra, la Danza dei Draghi, prima o poi, dovrà accadere per forza.

Un indizio viene fornito proprio nelle ultimissime scene di questo finale di stagione davvero molto potente, dal punto di vista emotivo. Non vi sveleremo cosa accade, ma vedrete delle bellissime coreografie aeree che vedono come protagonisti, naturalmente, i draghi. Uno scontro al cardiopalma vi terrà con il fiato sospeso fino alla tragica conclusione, qualcosa che, però, giunge del tutto imprevisto. Tuttavia, le conseguenze di questo incidente aereo non esiteranno a manifestarsi, come preannuncia lo sguardo incredibilmente espressivo e profondo della principessa Rhaenyra, con cui si chiude la puntata.

Conclusioni

Ai drammi della guerra si aggiungono quelli personali dei protagonisti, in un crescendo avvincente che riesce nell'impresa di creare una serie appassionante dal punto di vista della trama e piacevolissima da guardare per la messa in scena. Grazie a un'ottima regia e a prestazioni attoriali degne di nota (abbiamo potuto apprezzare le doti recitative degli interpreti della serie guardando gli episodi in inglese) questa recensione di House of the Dragon non può che essere positiva.

Dal punto di vista della messa in scena generale, siamo di fronte a una serie molto curata che riesce a convincere anche grazie all'attenzione per i dettagli, incluse le acconciature e i costumi di scena, perfettamente coerenti con il rango sociale dei diversi personaggi e ricchi di dettagli ed elaborati ricami, quando indosso alle persone della corte regale. Le ambientazioni esterne offrono panorami mozzafiato dominati da una natura lussureggiante e da grandi e ricche città, intervallati da lugubri e sanguinolenti scenari di guerra. Anche gli arredamenti delle ambientazioni interne sono opulenti e finemente lavorati.

La regia contribuisce a mostrare agli spettatori imponenti panoramiche quando è necessario evidenziare grandi porzioni di territorio grazie a bellissime riprese dall'alto, mentre le battaglie sono caratterizzate dal dinamismo delle telecamere, che si soffermano sui dettagli, anche i più crudi, con riprese più ravvicinate. Durante i dialoghi, invece, la telecamera è più statica, soffermandosi sui volti degli interlocutori per coglierne le espressioni facciali e, di conseguenza, i sentimenti.

Quanto alla fotografia, le immagini sono sempre ben distinguibili, anche in condizioni che sarebbero naturalmente scarsamente illuminate, come le scene notturne, grazie a una illuminazione artificiale diffusa e morbida. La tavolozza di colori prediletta nella serie verte verso le tonalità più calde, in perfetto accordo con l'elemento portante di House of the Dragon: il fuoco.

Combattimenti all'ultimo sangue e intrighi di corte danno vita a una serie convincente e di ottima fattura, che non deluderà gli appassionati del Trono di Spade. Tutto questo viene ribadito e confermato in un finale di stagione assolutamente all'altezza dell'ottima qualità generale del resto della serie, grazie a prove attoriale molto inteste che conferiscono spessore e umanità ai personaggi, di cui possiamo scoprire anche i lati più fragili.

Le scene finali, struggenti e intense, lasciano con il fiato sospeso su ciò che verrà nella prossima stagione di House of the Dragon, in cui i preparativi per la Danza dei Draghi ci avvicineranno sempre più all'inevitabile e sanguinosissimo conflitto.

House of the Dragon è disponibile in Italia dal 22 agosto in V.O. sottotitolato in esclusiva su Sky e in streaming on demand solo su NOW TV in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, e dal 29 agosto sono disponibili anche gli episodi doppiati in italiano. Per usufruire di questi e tanti altri contenuti, potete acquistare Fire Stick TV direttamente qui su Amazon.