I am Groot, recensione: cinque corti appassionanti e coinvolgenti

I am Groot, in uscita quest’oggi su Disney Plus, parte come un racconto qualunque, in un pianeta lontano, e ci spiega chi è Groot.

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a cura di Nicholas Mercurio

I am Groot, in uscita quest’oggi su Disney Plus, parte come un racconto qualunque, in un pianeta lontano lontano, dove il protagonista è Groot. Sì, esatto: Groot. Niente Star-Lord e la sua musica anni ’80, niente Thor e neppure Drax e i suoi divertenti doppi sensi, che ne I Guardiani della Galassia ci hanno fatto ridere a crepapelle, capaci di strapparci ben più di una risata mentre assistevamo alle avventure del quintetto più forte della Galassia.

C’è tanto da raccontare su I am Groot, un prodotto che si incastra tra i Guardiani della Galassia Vol. 2 e il prossimo capitolo del franchise, che la Casa delle Idee ha intenzione di pubblicare in un momento imprecisato del 2023, nel momento clou della nuova fase del Marvel Cinematic Universe, di cui abbiamo parlato abbondantemente nelle ultime settimane, approfondendo il nuovo ciclo che vede non soltanto i tipici film cui ci siamo abituati, ma anche serie televisive e serie animate. I am Groot, in tal senso, fa parte di queste ultime, e approfondisce il personaggio creato da Stan Lee, Jack Kibry e Dick Ayers in modo attento e parsimonioso, dandogli lo spessore che merita.

Chi è Groot?

Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un personaggio che è comparso per la prima volta nel lontano 1960, presentandosi con poche ma significative parole: “Io sono Groot”, le stesse che ha utilizzato quando si è unito ai Guardiani della Galassia diventando un membro fondamentale della magica compagine creata da Stan Lee. Quelle parole sono diventate un tormentone come il “Chiunque tu vuoi che io sia” di Ryan Atwood di The O.C, con la sola differenza che Groot non veste una canottiera e non colpisce i figli di papà di Newport Beach. Anzi, è un personaggio un po’ diverso da solito che con quelle poche ma incisive parole sa come farsi rispettare e amare da chiunque abbia un cuore.

È un albero antropomorfo proveniente dal misterioso Pianeta X, un luogo che saremmo curiosi di vedere prossimamente, specie nel terzo volume de “I Guardiani della Galassia” o, perché no, nel prossimo videogioco pubblicato da Eidos Montreal, dove abbiamo impersonato i panni di Star Lord e mietuto vittime da una parte all’altra della Galassia, conoscendo più da vicino il magico quintetto, il loro rapporto e soprattutto Peter Quill, che è senza ombra di dubbio il personaggio meglio scritto dalla Case delle Idee.

Tuttavia, I am Groot è uno spettacolo che ovviamente non segue la complessità di un videogioco o di un film, e non è neppure da intendere come una serie televisiva. Non è altro che un corto che non occupa tanto tempo ma, in ogni caso, presenta e mostra tutte le sfumature nascoste di un personaggio che meritava uno show tutto suo. Perché I am Groot, prima di tutto, è una produzione che spiega con poche parole chi è il nostro alberello antropomorfo preferito, sviscerando con passione tutte le sue caratteristiche, il suo carattere vivace e la sua imprevedibilità, la stessa che lo ha reso agli occhi del grande pubblico e degli appassionati Marvel un protagonista iconico.

Da un pianeta lontano ai Guardiani della Galassia: di cosa parla I am Groot?

I am Groot è un corto che non propone episodi lunghi, ma è qualcosa che avremmo preferito, specie perché Groot è un personaggio di cui in realtà sappiamo veramente poco e contavamo che la serie ci raccontasse tutto o quasi su di lui, non limitandosi ai soliti sketch presenti sia nei videogiochi che nei film del Marvel Cinematic Universe. La durata di ciascun episodio è di cinque minuti. La stessa cifra corrisponde agli episodi che compongono la prima stagione; quindi, non stiamo parlando di una longevità entusiasmante, ma in realtà non è un problema, quanto più una constatazione che si scontra con i quindici minuti a episodio promessi, che è grossomodo la stessa longevità di The Clone Wars e The Bad Batch.

Niente che, però, non avessimo messo in conto, perché dal corto che vede alla regia James Gunn e Kirsten Lepore, con Vin Diesel (Fast and Furious) che torna a prestare la voce e le sembianze a Groot, di sicuro non potevamo aspettarci di meglio, specie se consideriamo la natura stessa del progetto. Al netto di questo, però, I am Groot funziona e arriva all’obiettivo senza far saltare sulla sedia dallo stupore ma per le risate che Groot trasmette durante i suoi siparietti comici, alcuni di essi davvero divertenti e altri, invece, alquanto prevedibili.

Kirsten Lepore, a riguardo, ha preferito andare sul classico e seguire il suo taglio umoristico e dissacrante, che si è dimostrato adeguato come al solito e non ha tradito affatto le nostre aspettative. Inoltre, in tutti e cinque gli episodi ci viene mostrato Groot in diversi momenti della sua vita: da piccolo alberello timido e curioso, a forte e indomito Guardiano della Galassia, anche se le scene non vedono presenti Peter Quill, Gamora o Drax (quest’ultimo, però, ci viene mostrato vagamente mentre si sta facendo una doccia, nascosto dal vaporo sulla navicella spaziale Benatar). Torna però Rocket, interpretato da Bradley Cooper (American Sniper), con la voce originale del film, ma restiamo vaghi per non rovinarvi la sorpresa. Perché il procione più cattivo della Galassia è da sempre un grande compagno di viaggio del nostro Groot, ed è un protagonista che adoriamo.

Sia chiaro, non viene approfondito in alcun modo il loro rapporto perché, ovviamente, il corto preferisce dedicarsi alla quotidianità del nostro alberello antropomorfo preferito. Tutto è costruito perché sia lui il protagonista delle vicende a cui prende parte, facendosi letteralmente largo tra scene iconiche e momenti ilari, capaci di intrattenere dall’inizio alla fine. Se non altro, Kirsten Lepore ha costruito la produzione perché fosse facilmente comprensibile a tutti, e non era affatto semplice creare qualcosa che trattasse di un protagonista Marvel del genere. Groot pronuncia le sue solite parole e l’unico a comprenderlo, per l’appunto, è proprio Rocket.

Non capiamo se “Io sono Groot” è una domanda, un’affermazione o un’esclamazione; perciò, sappiamo soltanto cosa afferma, e possiamo solo immaginare cosa intende dire al suo interlocutore. Tuttavia, ogni scena mostrata ci ha saputo strappare ben più di un sorriso o una risata, specie perché le scene che vedono Groot nei vari contesti sono state capaci di appassionarci, seppure fossero molto brevi. Groot è un personaggio esagerato e ragiona in maniera bambinesca, pensando più al divertimento e a infrangere qualunque regola, compiendo gesti alle volte al limite, non pensando alle conseguenze delle sue azioni e a cosa potrebbe capitare.

Niente di troppo serio, in realtà, perché neanche Groot è serio ma questo lo sa chiunque abbia mai visto un film sui Guardiani della Galassia o letto i fumetti Marvel. Ed è proprio Groot il protagonista delle vicende, il cuore pulsante della produzione e della leggerezza narrativa di I am Groot che, per quanto breve, arriva in maniera memorabile al suo obiettivo, confezionando un’opera convincente.

I am Groot è un’opera adatta a tutti

Complici le animazioni, le espressioni facciali di Groot e un’ottima gestione della computer grafica, I am Groot è un’opera che nel catalogo Disney Plus potrebbe offrire molto all’intero parco titoli dedicati alla Marvel. Oltre ad approfondire in maniera attenta un personaggio interessante, che da tempo meritava un suo show, è la prova d’amore di una regista e di un’esperta d’animazione che ha saputo non soltanto offrire uno spaccato godibile e sfaccettato su un protagonista che andrebbe approfondito in maniera ancora più attenta e scrupolosa.

Forse si poteva fare qualcosa in più riguardo la lunghezza degli episodi, in maniera tale da offrire un’opera tonda e migliore, offrendo così un’esperienza ancora più completa. Al netto di questo, però, il risultato finale è soddisfacente, con I am Groot che rappresenta l’esempio perfetto di come si possa fare del bene a un protagonista senza dover per forza esagerare. C’era proprio bisogno di questo, su Disney Plus, ovvero di una bella ventata d’aria fresca non troppo impegnativa ma comunque folgorante. “Noi siamo Groot”.

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