Significati e simbolismi

Un film memorabile: bel soggetto, buona sceneggiatura, regista tanto abile quanto coraggioso e attori convincenti. Children of Men unisce tutti questi elementi, è un film che appassiona e su cui si torna a riflettere anche dopo molti anni.

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a cura di Tom's Hardware

Il film è pregno di una simbologia cristiana, specialmente per quel che riguarda il tema della maternità. Ma si tratta di richiami indiretti, mentre nel libro originale di P. D. James il cristianesimo è ancora più presente nella trama, e offre un concreto sostegno morale ai personaggi; nel film la religione sparisce dalla vita quotidiana dei nostri protagonisti, ma ne rimane l'allegoria nella miracolosa gravidanza di Kee.

Uno dei piani sequenza migliori della storia del Cinema

Proprio la rivelazione di quest'ultima è la scena più esplicita a questo rimando: mostra la pancia a Theo proprio in una stalla, fra le mucche, da una parte rievocando l'iconica mangiatoia del presepe, dall'altro invece riportando la maternità a una dimensione fisica, carnale, accostandola a quella degli animali da fattoria, incubatrici di vitelli (sacrificali, magari?).

Di tutti i ben più espliciti rimandi religiosi del libro, l'altro superstite è il nome del gruppo di ribelli: i Pesci, come il pesce era il simbolo di Cristo, il messaggio in codice fra i cristiani che si nascondevano prima dell'editto di Costantino; entrambi gruppi nascosti, entrambi ognuno a modo loro veneranti una gravidanza che non dovrebbe esistere.

I figli degli uomini

Al di là del tema religioso, un'altra lente attraverso cui leggere il film è quella di analizzarlo con gli strumenti del Viaggio dell'Eroe - come abbiamo e faremo molte volte. Theo si muove dalla sua vita monotona, alla deriva con cui lo conosciamo nelle prime scene, fino a tramutarsi progressivamente (e forse suo malgrado) in eroe con una missione portata egregiamente a termine.

Il percorso dunque parte da una posizione nichilistica, di rassegnazione a una realtà disgregata e alla mancanza di prospettive; passa per il riconoscimento, nella maternità di Kee, di una possibilità, di uno spiraglio che mostra un'alternativa possibile; poi per l'accettazione della propria capacità di utilizzare i propri mezzi e le proprie risorse per cambiare le cose, e lottare attivamente affinché lo spiraglio di prima sia definitivamente aperto.

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Infine si approda (letteralmente, data la scena in barca) alla realizzazione di quell'occasione che sembrava effimera, ma che non ha reso vana la speranza che ha animato le intenzioni di Theo per tutto il film.

Un viaggio verso la luce delle possibilità, in cui lo spettatore viene accompagnato e a cui viene lasciato proprio mentre poggia il piede sul gradino successivo: le risa di bimbi felici un attimo prima dei titoli di coda sono la speranza a cui dobbiamo aggrapparci noi, ora che il viaggio di Theo (e il nostro con il suo) si è concluso - e soprattutto ora che abbiamo visto come si è concluso.

retrocult

Stefano Paparozzi nasce a Roma nel 1986. Esordisce vincendo il Premio Robot nel 2015, e pubblica l'anno seguente nell'antologia Dinosauria (Ed. Pendragon). È impegnato nella realizzazione dei sottotitoli per la storica serie del 1963/'64 The Outer Limits, mai andata in onda in Italia: li trovate - insieme ad altro - nel suo blog, VersoErcole (Facebook / Twitter).

Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico del passato. C'è un'opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.