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a cura di Walter Ferri

In occasione del mercato virtuale indetto da Cannes, autori e produttori di film russi hanno fortemente spinto perché le loro creature venissero accettate anche dal mercato globale. Nonostante i cinefili siano abituati a ricollegare la Russia a un fitto retaggio di cinema autoriale, sempre più registi si lanciano con regolarità nella creazione di blockbuster d'azione e ora iniziano a chiedere in maniera pressante che i loro onerosi prodotti possano raggiungere la grande distribuzione.

Tra i titoli presentati alle aste di Cannes compare quindi Chernobyl, un lungometraggio costato dieci milioni di dollari che con cipiglio action affronta le conseguenze della fusione nucleare avvenuta nel lontano 1986. Diretta dall'esordiente Danila Kozlovsky, la pellicola ha destato attenzioni per la portata virtuosa dei suoi produttori, i potenti Alexander Rodnyansky e Sergey Melkumov.

Dalla stessa risma, Art Pictures Distribution cercherà di promuovere il suo blockbuster fantascientifico Sputnik, anche questo figlio di un regista neofita pieno di buone speranze, Egor Abramenko. Planeta Inform scommette invece sull'horror The Ex, nella speranza di farlo uscire furbescamente per il 14 febbraio 2021 (S. Valentino), mentre Bazelevs presenterà l'ultima fatica del regista-produttore Timur Bekmambetov, V2. Escape From Hell, lungometraggio di ispirazione bellico-storica che ha la peculiarità di essere stato girato in modo da essere fruito anche sullo schermo verticale dei cellulari.

Questa maggiore attenzione verso il mercato estero è legata alla nascita di una nuova generazione di registi dal retaggio global, ma anche dal sempre più importante sostegno economico che i film russi ricevono dai finanziatori privati. Anche se l'industria cinematografica russa risulti ancora grandemente dominata dai finanziamenti statali e dalle imposizioni politiche che ne derivano, fondi gestiti da grandi industriali iniziano infatti a ergersi all'interno della produzione filmica come alternativa "liberale". Tra questi spicca Kinoprime un fondo da 100 milioni di dollari indetto l'anno scorso dal miliardario Roman Abramovich, proprietario del Chelsea Football Club.

Nell'attesa che anche da noi arrivino gli action in salsa russa, potete comunque divergere sulle alte vette del cinema autoriale contemporaneo. Visto che abbiamo citato il produttore Melkumov, non possiamo che suggerirvi di affidarvi al suo gusto e di buttarvi sullo struggente Loveless.