I Randagi delle Terre Perdute: la recensione del librogame

Serpentarium ci ha preso gusto: dopo aver pubblicato dei librigame ambientati nel mondo del loro gioco di ruolo fantasy L’Ultima Torcia, ecco arrivare il primo librogame avente come ambientazione la distopia di Sine Requie. Sine Requie è un gioco di ruolo tutto italiano di setting horror/storico

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a cura di Jonny Fontana

Serpentarium ci ha preso gusto: dopo aver pubblicato dei librigame ambientati nel mondo del loro gioco di ruolo fantasy L’Ultima Torcia, ecco arrivare il primo librogame avente come ambientazione la distopia di Sine Requie.Sine Requie è un gioco di ruolo tutto italiano di setting horror/storico, nel quale alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale si aggiunge quella di una improvvisa apocalisse zombie. La resurrezione dei morti, assetati del sangue e della carne dei viventi, getta nell’incertezza le sorti della guerra; ora gli uomini non combattono più solo fra di loro, ma anche contro le creature dell’oltretomba.Firmato da Matteo Curte Cortini, uno degli autori del gioco di ruolo stesso, I Randagi delle Terre Perdute (questo il titolo del librogame) si presenta con una veste assai diversa dai precedenti librogame della Serpentarium. Se per L’Ultima Torcia si è pensato a dei volumetti in formato tascabile, reminiscenti degli storici EL, per Sine Requie si è strizzato l’occhio alle recenti edizioni deluxe di librigame.I Randagi delle Terre Perdute si presenta, infatti, come un volume con copertina rigida, dalle pagine con bordo nero che danno l’impressione di essere pagine di un diario scritto a macchina.

La storia di Sine Requie

Sine Requie (dalla locuzione latina traducibile in "senza riposo") è un gioco di ruolo horror italiano, realizzato da Matteo Cortini e Leonardo Moretti, pubblicato nella sua prima edizione nel 2003. La seconda edizione venne ribattezzata Sine Requie Anno XIII e, attualmente, è pubblicata dalla casa editrice Serpentarium.La maggiore particolarità del sistema di gioco di Sine Requie è l’uso, in sostituzione dei più comuni dadi, dei tarocchi. L’ambientazione di questo gioco di ruolo è una distopia del passato, precisamente dell’anno 1957. Sono passati 13 anni (da qui il titolo della seconda edizione di Sine Requie) dal D-Day, lo sbarco in Normandia delle truppe alleate del 6 giugno 1944. Come noto, nel “giorno più lungo” le truppe Alleate misero piede sul suolo francese, su una spiaggia piena di truppe dell’Asse. Solo che, in Sine Requie, proprio quel giorno ogni persona morta, per qualche inspiegabile ragione, tornò in vita. Cadaveri di ogni genere si risvegliarono dai cimiteri, dagli obitori, dai campi di battaglia e di sterminio, per dare la caccia ai viventi.

Il 6 giugno 1944 divenne così conosciuto con il tetro nome di "Il Giorno del Giudizio". I soldati statunitensi e inglesi interruppero lo sbarco in Normandia e si ritirarono oltre la Manica dopo che le truppe sbarcate, oltre alla resistenza tedesca, si trovarono ad affrontare quella dei morti viventi.La Germania decise di arrogarsi la vittoria della Seconda guerra mondiale, trasformandosi nel Quarto Reich e continuando le proprie mire espansionistiche verso il resto del mondo. In Italia, il potere della Chiesa Cattolica si espanse, tanto da dare vita ad una vera e propria teocrazia, il Sanctum Imperium, con il ritorno del Papa Re.Molti altri Stati, già indeboliti e lacerati dalla guerra, non ebbero la forza di fronteggiare la violenza dell’orrore dei morti viventi e caddero. Gran parte dell’Europa occidentale divenne una landa desolata, nota anche come "Terre Perdute", abitata solo da pochi, coraggiosi superstiti e infestata dai morti viventi.

La missione del Templare

Questo librogame non perde tempo in convenevoli. Dopo una breve introduzione al setting di Sine Requie, presente sulla quarta di copertina, veniamo subito buttati nell’azione.La nostra missione è descritta in poche righe, e ci viene presentata in un briefing direttamente dal superiore della compagnia dei Randagi… che è anche l’unico altro membro presente oltre a noi, al momento, dato che tutti gli altri hanno fatto una brutta fine durante l’ennesima missione nel cuore delle famigerate Terre Perdute.Bruno Storace è il nome del nostro “capo”, ma ormai è chiamato da tutti Il Ratto. Un veterano della guerra, fino al Giorno del Giudizio non aveva mai ucciso nessuno: quella sera stessa aveva già sparato ad almeno cinque persone, incerto se fossero ancora vivi o già Morti, e smembrato con la sua ascia una decina di moribondi. In ogni caso, questo è ciò che ha continuato a fare in questi tredici anni: il Cacciatore di Morti su incarico del migliore offerente.Ciononostante, è spesso possibile trovarlo al soldo fra il Sanctum Imperium o i resti della Francia, in quanto tra lo schifo del Papa e lo schifo del Furher del Quarto Reich, Il Ratto – che non usa proprio la parola schifo – preferisce quello del Papa che, in un certo senso, può garantirgli un angolo di paradiso.

In realtà, però, Il Ratto è insofferente a seguire gli ordini altrui, pertanto preferisce restare al confine tra il Sanctum Imperium – dove è sempre comodo poter rientrare – e le Terre Perdute, dove l’unica legge che conta è quella della sopravvivenza.L’ultimo incarico affidato ai Randagi è una missione di salvataggio e recupero, che prevede di dirigersi a nord, direzione Valenza. Uno dei fratelli Templari, che si fa chiamare fratello Giorgione da Modena, è partito qualche giorno prima da Avignone, alla guida di un FIAT 666, con un carico di armi e medicinali da portare alla resistenza di Parigi. Le truppe francesi, infatti, si stanno ancora battendo alla periferia di Parigi Est contro l’esercito del Quarto Reich.Il Templare, però, non è mai giunto neppure al primo rendez-vous. Avendo dovuto attraversare le Terre Perdute, potrebbe essergli accaduto di tutto: da una semplice foratura, al rapimento da parte del Quarto Reich o, più probabilmente, potrebbe essere caduto vittima di un branco di Morti.Per questo motivo entrate in scena tu e Il Ratto, la formazione attuale del gruppo dei Randagi: una coppia di avventurieri male assortita in un’enorme terra di nessuno.

Il regolamento

Anche il regolamento del librogame va dritto al punto, tanto da essere contenuto in sole due pagine – anche se maggiori dettagli, eventualmente anche con esempi, non avrebbero guastato. Va detto, innanzitutto, che I Randagi delle Terre Perdute si aggiunge al lungo elenco di librogame che non richiedono l’uso dei dadi. Ciò non deve far credere, però, che i dadi vengano sostituiti da un mazzo di tarocchi (che fanno comunque una breve apparizione durante la lettura) come nel gioco di ruolo. Al contrario, il librogame semplicemente è privo di alea, dato che tutto è demandato esclusivamente alla scelta del giocatore, eventualmente in base a caratteristiche e oggetti del personaggio.Le peculiarità di quest’ultimo, appunto, verranno definite da due colonne presenti sul nostro Foglio di Via, “Quel che sei” (indicante le nostre caratteristiche, abilità e conoscenze) e “Quel che hai” (indicante gli oggetti che avremo con noi). Dato che sia le nostre caratteristiche sia gli oggetti a nostra disposizione verranno scelti direttamente nei primi paragrafi di gioco, non ci sono altre indicazioni specifiche nel regolamento, se non che possiamo disfarci di un oggetto in qualsiasi momento e che il numero massimo di oggetti che possiamo avere con noi (fin quando saremo in ottima salute) è pari a otto.Questo perché la salute del nostro personaggio è definita dal numero di Ferite che avremo subito o meno. Sarà il testo stesso ad indicarci quando verremo feriti, solitamente in seguito ad un combattimento o altro evento traumatico. Qualora dovessimo raggiungere il numero di 4 Ferite, dovremo ridurre a 6 il numero massimo di oggetti che potremo trasportare, a causa della nostra debolezza, che aumenterà ancora se dovessimo totalizzare 6 Ferite, dato che a quel punto potremo portare con noi solamente 4 oggetti al massimo. Infine, qualora dovessimo ottenere l’ottava Ferita, significherà che siamo morti e che l’avventura è finita. Dovremo così ricominciare l’avventura da capo, come nel caso in cui ci dovessimo imbattere in una instant death.Alcune situazioni, oggetti e descrizioni potrebbero darti l’opportunità di ridurre le Ferite che hai subito.

I combattimenti dei Randagi si svolgono in maniera decisamente rapida e semplice. Quando ci troveremo di fronte ad un nemico, sarà il testo ad invitarci a scegliere quale arma utilizzare per eliminarlo (scegliendo solitamente tra il fucile, l’ascia o il pugnale). Per poter andare all’opzione scelta, pertanto, sarà necessario non solo possedere l’arma adatta (segnata in “Quel che hai”) ma avere anche l’abilità corrispondente al suo utilizzo (sarà segnata in “Quel che sei”). Non solo: per poter utilizzare il fucile, dovremo anche avere con noi il numero di colpi richiesto dal testo in quel determinato momento. Qualora non dovessimo avere alcuna arma con noi, o non dovessimo avere l’abilità necessaria per utilizzarla, e non sia prevista la possibilità di difendersi a mani nude, avremo perso lo scontro e saremo stati eliminati!Avremo però a disposizione un ulteriore aiuto nella persona del Ratto. Una sola volta per avventura, durante un combattimento, potremo spuntare la casella “Manda avanti Il Ratto” presente sul nostro Foglio di Via: ciò ci permetterà di scegliere quale arma utilizzare, anche se non la possediamo noi stessi, e di recarci pertanto al paragrafo corrispondente, ignorando le Ferite subite. Ulteriori utilizzi di “Manda avanti Il Ratto” potrebbero presentarsi durante il corso dell’avventura ma potremo usufruirne solo se la casella corrispondente a tale opzione è spuntata.Durante la lettura, come detto, potremmo avere occasione di ridurre il numero delle nostre Ferite. In questi casi, è possibile decidere di curare, invece, Il Ratto, cancellando la spunta dalla casella “Manda Avanti Il Ratto”, in modo da poterla utilizzare ancora una volta. Per far ciò, sarà necessario “spendere” l’equivalente della cura di 2 Ferite.Il regolamento ci avvisa poi che, in alcuni paragrafi o all’interno delle illustrazioni, si potrebbero nascondere alcuni numeri riferiti a paragrafi segreti, avvertendoci quindi di tenere sempre gli occhi bene aperti.Anche I Randagi delle Terre Perdute, infine, presenta nelle ultime pagine i “Traguardi”, imprese che possono essere ottenute qualora si effettui una determinata azione durante la lettura e, al contempo, si sia raggiunto un finale “positivo”, segnalato dal simbolo dell’asso di picche. A ogni Traguardo è collegato un bonus, che permetterà di rigiocare il librogame utilizzando sempre maggiori risorse (vuoi sotto forma di caratteristiche, oggetti o altro ancora).

Biografia di un Cacciatore di Morti

Come detto, il librogame si apre immediatamente con il debriefing del nostro superiore, Il Ratto, che ci accoglie come nuovo e, per ora, unico altro membro della squadra mercenaria dei Randagi. Poiché il nostro personaggio – il cui genere non è mai specificato – è caratterizzato da una vistosa voglia sul volto, Il Ratto decide che ci chiamerà semplicemente così, Voglia.A questo punto, inizia una sorta di “intervista conoscitiva”: una serie di domande posteci dal Ratto, che ci aiuteranno a stabilire non solo il nostro background, ma anche gli oggetti e le Caratteristiche a nostra disposizione.Come anticipato, infatti, il nostro personaggio non viene “creato” prima della lettura, durante il regolamento, bensì viene personalizzato dalle nostre risposte sull’origine della nostra voglia, sulla nostra vita sin qui ed altro ancora.La prima scelta che siamo chiamati a fare è quella relativa al nostro equipaggiamento: possiamo scegliere 3 oggetti dalla lista che ci viene presentata ed inserirli in “Quel che hai”.

Successivamente, possiamo scegliere come rispondere all’inopportuna domanda che Il Ratto pone sull’origine della nostra voglia: la risposta determinerà una nostra Caratteristica o influenzerà il rapporto tra noi e il nostro comandante.La domanda seguente ci chiede di stabilire quale era la nostra vecchia vita, prima che il Giorno del Giudizio la modificasse inevitabilmente. Avremmo potuto essere un militare, un artista circense, oppure un fuorilegge o, ancora, un semplice contadino. Il nostro background potrebbe garantirci particolari Caratteristiche uniche.Infine, completeremo “Quel che sei” scegliendo 4 caratteristiche da una lista che contiene abilità come “Uso del Fucile” o “Uso dell’Ascia”, “Guidare” o “Atletica”.E’ facile vedere come questa modalità di costruzione del personaggio permetta numerose combinazioni che garantiscono la creazioni di “Voglia” sempre diversi. Visto il peso che ogni Caratteristica avrà nel corso del gioco, è facile intuire come una piccola modifica in questa fase possa avere diverse ripercussioni sulle opzioni che saranno disponibili nel prosieguo dell’avventura.

Il gameplay nel dettaglio

I Randagi delle Terre Perdute è un librogame dal ritmo veloce e frenetico, a cui contribuiscono paragrafi di lunghezza mediamente breve e dalle descrizioni scarne, reminiscenti di alcuni classici della narrativa interattiva, come i Fighting Fantasy. Da ciò consegue che il librogame, nonostante abbia più di 500 paragrafi, si compone di un numero contenuto di pagine. A volte, interi paragrafi sono composti esclusivamente da dialoghi diretti, spesso quelli del Ratto che si rivolge a noi per darci ordini o per rivelarci retroscena utili alla nostra sopravvivenza.Del resto non c’è tempo da perdere nelle Terre Perdute: quasi ogni paragrafo porta con sé una minaccia o un pericolo, e riuscire a superarli indenni non è per niente facile. Come anticipato, i combattimenti sono risolti in maniera “narrativa”, semplicemente scegliendo con quale arma affrontarli (attenzione: per potere usare un’arma bisogna avere obbligatoriamente l’abilità corrispondente) ed eventualmente subendo un dato numero di Ferite.Come si potrà immaginare, in genere l’ascia è l’arma ideale da utilizzare quando si affronta un morto vivente, mentre le armi da fuoco sono più efficaci contro i nemici ancora del tutto vivi; il pugnale, infine, è l’arma meno efficace in combattimento ma che potrebbe avere usi alternativi.Anche le abilità hanno una elevata rilevanza durante l’avventura. Sin dalle prime scelte, si può notare come possedere o meno una determinata abilità permetta di risolvere (oppure no) ogni situazione anche in modi nettamente differenti fra di essi.In ogni caso, al netto di percorrere i più reconditi percorsi offerti dal libro, la nostra missione ci costringerà ad infiltrarci, in un modo o nell’altro, in una base nazista. Tale struttura, sebbene non enorme in termini di dimensioni, lo è in termini di gioco, tanto da occupare, da sola, circa la metà dei paragrafi disponibili. Le tantissime opzioni di esplorazione, che prevedono ingressi da zone diverse, il recupero di moltissime parole chiave, nonché il verificarsi o meno di alcuni eventi clou, sono così numerose che sembrano avere creato alcune difficoltà all’autore, che probabilmente ha sottovalutato le complicanze che troppe opzioni hanno inevitabilmente finito per creare. Intendiamoci, non si tratta di mancanze che inficiano la possibilità di completare con successo il gioco, tuttavia, stante la possibilità di ritornare sui propri passi all’interno della base, alcuni eventi potrebbero risultare confusionari per alcuni lettori.Una volta superata con successo la parte centrale e usciti tutti d’un pezzo, il librogame si avvia senza intoppi verso la fase finale, non prima di presentare (almeno) due percorsi alternativi per raggiungere l’ultima tappa. Lungo la strada, infatti, avremo anche la possibilità di recuperare un terzo membro ad honorem per la compagnia dei Randagi, in una delle scene più toccanti del volume.Voglia, infatti, non è ancora stato del tutto cambiato dai tragici eventi avvenuti e mantiene ancora una certa speranza verso il futuro. Curiosamente, quasi mai le parole pronunciate da Voglia sono riportate in un discorso diretto, specialmente quando si tratta di risposte alle domande fatte dal Ratto (probabilmente per mantenere la tradizione del “protagonista silente” di tanti giochi d’azione), ma in alcuni casi questo viene meno e le parole del nostro personaggio sono riportate tra virgolette.Una nota a parte merita il secondo membro dei Randagi, Il Ratto, praticamente un vero e proprio coprotagonista del librogame. Un reduce dello sbarco in Normandia, il comandante della compagnia dei Randagi è un tipo che sa il fatto suo e che, per sopravvivere in un mondo ancora più crudele del solito, ha compiuto diverse azioni spregevoli. Nonostante il suo cinismo, mantiene una personalità ricca di carisma e voglia di vivere. Sboccato, volgare, decisamente umano nel suo volere sopravvivere a tutti i costi, non manca però di un certo senso dell’umorismo deviato, in grado di fare strappare più di una risata al lettore anche in occasioni impensabili.

Al Ratto si può riconoscere, di volta in volta, il ruolo di superiore, di mentore e di compagno di squadra, che contrappone all’idealismo di un giovane Voglia quello di un uomo che ha visto molti sogni infrangersi di fronte alla crudezza di questo nuovo mondo. Bruno Storace detto Il Ratto è un personaggio ben riuscito e che, grazie alla sua costante presenza, riesce ad avere una sua profondità che solitamente i comprimari nei librogame non hanno. Il Ratto ha il compito di dimostrarci come sia possibile farcela sempre e comunque, a patto di essere disposti a compiere alcune scelte che potrebbero tormentarci.Anche il suo ruolo nel gioco, ovvero quello di permetterci di superare automaticamente e senza Ferite un combattimento, non dovrà essere assolutamente sottovalutato, stante la letalità del librogame.I Randagi delle Terre Perdute, infatti, non è decisamente un librogame che si possa concludere con facilità: saranno anzi necessari diversi tentativi prima di raggiungere con successo uno degli unici due finali “positivi”, contrassegnati dal simbolo dell’asso di picche.Questo è dovuto, principalmente, al fatto che le Ferite vengono raramente subite una alla volta, ma solitamente in gruppi di 2, 3, 4 o, nelle fasi finali del gioco, anche di più. Tale perdita costante di Ferite non è controbilanciata da un adeguato numero di cure disponibili. Queste, infatti, sono più presenti nelle prime parti del gioco, per poi dileguarsi proprio quando sarebbero più utili.Se a ciò si aggiunge che, come da regolamento, più Ferite si hanno e meno oggetti si possono trasportare, si vede come anche le risorse a nostra disposizione calino di pari passo alla nostra buona salute. L’ultima parte, infine, prevede per la vittoria la presenza contemporanea di alcune parole chiave ed oggetti decisivi, pena il dover subire pesanti penalità che, in un punto così avanzato della storia, potrebbero decretare la sconfitta del giocatore ad un passo dal successo.Tale difficoltà, che richiama alla mente titoli del passato come i Fighting Fantasy o i primi numeri di Lupo Solitario, potrebbe appassionare i giocatori più smaliziati e interessati a trovare pane per i loro denti, rischiando al contrario di demoralizzare i giocatori abituati a titoli più alla portata di tutti, che potrebbero venire frustrati da numerosi tentativi infruttuosi.La rigiocabilità è ulteriormente garantita da una lunga lista di Traguardi, ovvero obiettivi speciali che, se raggiunti, permettono di rigiocare il librogame con bonus non indifferenti. La nota dolente è che, per poter “sbloccare” i suddetti traguardi, è prima necessario concludere con successo un’avventura; i bonus sarebbero stati, invece, nettamente più utili se sbloccabili non appena compiuta l’azione richiesta, indipendentemente dalla sconfitta, in modo da poter essere utilizzati già nella partita successiva, facilitandola così in modo non indifferente.Se l’ambientazione cupa, la dose non indifferente di violenza e la difficoltà elevata non fossero già da sole sufficienti a chiarire come I Randagi delle Terre Perdute non si rivolga ad un pubblico troppo giovane o troppo casual, il linguaggio ricco di volgarità e turpiloquio (quasi sempre ad opera del Ratto) rendono palese che chi è facilmente impressionato debba tenersi alla larga dal librogame.Completano l’opera diverse illustrazioni di grande pregio, che fanno un sapiente uso della scala dei grigi per creare personaggi ed ambienti cupi e di forte impatto. Come detto, in alcune di esse si nascondo dei numeri di paragrafo, che possono condurre ad oggetti speciali o a passaggi segreti: è un peccato che la meccanica dei numeri “nascosti” non sia stata utilizzata maggiormente, viste le potenzialità della stessa già sfruttate in altri contesti.

Conclusioni

I Randagi delle Terre Perdute è il primo librogame a condividere l'ambientazione con il gioco di ruolo Sine Requie Anno XIII. Pubblicato in una edizione deluxe con copertina cartonata e pagine a bordo nero, il librogame presenta un regolamento brevissimo e di immediata applicazione, che non prevede l'utilizzo di dadi o altri strumenti per la gestione del caso.Nel mondo di Sine Requie, durante lo Sbarco in Normandia i morti si sono risvegliati dal sonno, gettando nell'incertezza le sorti della guerra e modificando lo scenario dell'Europa. Se sono sorti nuovi imperi come il Quarto Reich in Germania e il Sanctum Imperium in Italia, gran parte del continente è stata devastata, prendendo il nome di Terre Perdute.

Nel librogame, i giocatori saranno chiamati ad interpretare un giovanissimo Cacciatore di Morti, ultima recluta della compagnia dei Randagi, in missione (unitamente al Ratto, il comandante della compagnia) per il salvataggio e recupero di un templare, disperso appunto nelle Terre Perdute. La missione è particolarmente difficile e il successo richiederà diversi tentativi. Il ritmo è frenetico ed elettrizzante, con paragrafi brevi e diretti, che ricordano i librogame delle origini. La rigiocabilità è decisamente elevata, visto anche il lungo elenco di traguardi sbloccabili tramite il compimento di azioni precise.La difficoltà, il linguaggio ricco di parolacce, nonché il tema trattato, lo rendono palesemente inadatto a un pubblico inesperto, troppo giovane o troppo sensibile.