I registi di Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri spiegano la lore del film

Per i registi di Dungeons & Dragons: L'onore dei Ladri la lore dei Forgotten Realms necessita di un approccio più flessibile: concessione ragionevole o eresia?

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a cura di Manuel Enrico

Sin dal primo trailer di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri, la lore della celebre ambientazione del gioco di ruolo di Wizards of the Coast è stata al centro dell’attento scrutinio degli appassionati dei Forgotten Realms. Un esame accurato che ha portato a una certa perplessità tra i fan più accaniti, che hanno manifestato un certo disappunto nei confronti della produzione, accusata a più riprese di non essere sufficientemente aderente alla loro di Dungeons and Dragons, un giudizio che si è ripresentato anche in occasione dell’uscita dell’ultimo trailer della pellicola. A difendere le potenzialità dell’avventura del party guidato dal bardo interpretato da Chris Pine sono scesi in prima linea i registi del film, che in una recente intervista spiegano la lore di Dungeons & Dragons: L’onore di ladri.

Per i registi di Dungeons & Dragons: L'onore dei Ladri la lore dei Forgotten Realms necessita di un approccio più flessibile: concessione ragionevole o eresia?

A dare spunto all’analisi sulla lore da parte di Jonathan Goldestein e John Francis Daley è la scena in cui vediamo un personaggio, un druido, tramutarsi in un orsogufo. Cinematograficamente spettacolare, ma questa trasformazione ha sollevato non poche osservazioni piccate da parte dei fan di Dungeons & Dragons. Nello spirito di confronto con i fan, i due registi del film hanno affrontato questo argomento spinoso durante un’intervista con IGN, dove Goldstein ha fatto espressamente riferimento a questa scena:

Siamo consapevoli che ci sai una certa controversa animosità nella community di Dungeons & Dragons dopo che il primo trailer ha mostrato il nostro druido tramutarsi in un orsogufo, ed è stato un argomento su cui abbiamo discusso a lungo mentre lo stavamo scrivendo. Sappiamo che tecnicamente non è consentito, ma ci siamo affidati alla regola dello spettacolare, e abbiamo ritenuto che, in quanto dungeon master del film, avremmo consentito ai nostri giocatori di farlo, quindi perché avremmo dovuto privare gli spettatori di qualcosa così cool ed entusiasmante come questo?

A dare questo coraggio ai due registi di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri potrebbe anche esser la memoria di come le precedenti trasposizioni dei Forgotten Realms siano state tutt’altro che memorabili, incassando spietate critiche da parte degli appassionati. Nel tentativo di creare un’avventura che possa entusiasmare sia dei semplici spettatori che esperti conoscitori di Dungeons & Dragons, Goldstein e Daley pare abbiano scelto una strada diversa, consci di come un mondo complesso come questo, con i suoi cinquant’anni di vita (e di innumerevoli regole e dettagli!) fosse comunque difficile da gestire ponendosi come unica regola l’osservanza dogmatica.

Più probabile, a onor del vero, la possibilità che queste concessioni alla lore dell’ambientazione derivino dalla necessità di adattare i Forgotten Realms al linguaggio cinematografico, puntando a spettacolarità e dinamismo. La sensazione è i registi abbiamo preferito puntare al pubblico neofita attratto dal tono avventuro della storia anziché cercare un sostegno da parte dei fedeli avventurieri dei Forgotten Realms un approccio comprensibile, se consideriamo che un film come Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri si presta a intercettare un pubblico trasversale, non fatto solo di esperti giocatori ma anche da coloro alla ricerca di un’avventura fantasy. Serie come Gli Anelli del Potere, House of the Dragons e The Witcher hanno confermato come il fantasy abbia ancora una forte presa sull’immaginario collettivo, un dettaglio che motiva quindi la scelta dei registi di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri di utilizzare la lore con maggior flessibilità.