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I Rinnegati di Arest: la saga fantasy di Caleel

I Rinnegati di Arest: una saga fantasy young adult promettente firmata da Caleel.

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a cura di Manuel Enrico

Se si fa il nome di Adrian Rednic, in pochi potrebbero identificare uno dei più prolifici divulgatori di internet del mondo fantasy. Diverso il discorso se invece nominiamo Caleel, star di YouTube con un canale dal ricco seguito, costruito con una costante produzione di contenuti di qualità e capaci di spaziare tra diversi argomenti, da Harry Potter a The Witcher. Probabilmente sarà una sorpresa scoprire che Caleel è l’identità internettiana dell’Adrian Rednic di cui sopra, ma in questo caso preferirei distinti queste due anime per poter dare il giusto risalto all’Adrian autore. Dopo aver passato anni a raccontarci, addentrandosi in minuziose analisi, i tanti mondi del fantastico, Adrian ha infine impugnato la penna per dare pieno sfogo alla sua fantasia, realizzando la saga de I Rinnegati di Arest, di cui Fanucci ha pubblicato i primi due volumi, La Caduta dello Zentir e, proprio in questi giorni, Il Canto del Leviatano.

Doverosa una precisazione. Alla pubblicazione del primo capitolo, La Caduta dello Zentir, Fanucci ha presentato I Rinnegati di Arest come una saga fantasy adatta a un pubblico eterogeneo. Scelta discutibile, considerato che il tenore della storia tradisce sin dalle prime battute una forte attinenza al genere young adult, non solo per grammatica narrativa, quanto per la scrittura stessa dell’autore. Una svista in buona fede che la casa editrice ha subito corretto con il secondo volume, Il Canto del Leviatano, dove sulla copertina campeggia ben visibile YA, logo che identifica questa lettura come adatta a un determinato target, idealmente tardo adolescenziale.

I Rinnegati di Arest: un fantasy young adult made in Italy

D’altronte, è proprio in questa fascia d’età che la saga di Rednic mira a trovare i propri lettori. Da amante prima ancora che divulgatore del fantasy, Adrian ha bene in mente la lezione dei maestri del genere, da Tolkien a Jordan, da cui ha appreso come raccontare una storia che sappia intrigare i lettori desiderati. Il target di questa trilogia, infatti, non fatica a rivivere i presupposti umorali ed emotivi dei protagonisti della saga, adolescenti alle prese con le prime difficoltà del passaggio alla vita adulta, definiti anche attraverso il loro carattere. Sarebbe stato facile, in questa fase, dare vita a dei personaggi statici, renderli dei perfetti stereotipi, ma Adrian ha scelto di infondere ai suoi protagonisti una personalità autentica, genuina.

Specialmente in La Caduta dello Zentir, il primo capitolo della saga, era essenziale trovare un punto di equilibrio tra la narrazione degli eventi centrali della saga e la definizione dei nostri eroi. Come lecito attendersi da un primo passo, La Caduta dello Zentir ha il duro compito di introdurre i personaggi rendendoli subito affascinanti per i lettori e al contempo gestire la cosmogonia di questo universo letterario, che sin dal principio si prospetta come particolarmente ricco. Rednic ha voluto dare libero sfogo alla propria immaginazione, cercando di mantenere un saldo equilibrio tra la voglia di raccontare e la gestione dei tempi narrativi, un gioco di equilibrismi che, per quanto apprezzabile, non sempre ha trovato una felice realizzazione. Una piccola sbavatura che si concede volentieri a un autore esordiente che tradisce una genuina voglia di raccontare, sostenuta da un’eccezionale visione d’insieme del suo mondo, che ci viene rivelato con centellinata astuzia, introducendo personaggi e fazioni in gioco mostrando in modo chiaro quali siano le (presunte) dinamiche.

A lasciar un minimo di perplessità è la prima parte de La Caduta dello Zentir, specialmente nel momento in cui i ragazzi prendono coscienza dei loro nuovi poteri. Nathan, John, Gwen e Sam, infatti, sono un quartetto di giovani che si sanno affacciando alla vita adulta, scoprendo le prime difficoltà nel relazionarsi col mondo fuori dalle sicure mura di casa. Questa criticità intima viene ben gestita da Rednic, che mostra però una tendenza alla verbosità nei dialoghi, dove cerca di costruire una dinamica amicale e spontanea, ma incappando spesso nella sensazione opposta, che rischia di tradire la buona costruzione del suo universo narrativo. Specie nella prima parte de La caduta dello Zentir, Adrian tende a perdersi in questi lunghi dialoghi atti a dare sin troppe spiegazioni, che, per quanto intramezzate da un buon umorismo (Bastet è magnifico!), manca di tempismo.

La Caduta dello Zentir e Il Canto del Leviatano

Una piccola crepa che viene prontamente sanata dall’autore già nella seconda parte del primo romanzo, che dopo aver messo in moto gli eventi della saga trova una maggior solidità, con una più convincente scansione dei ritmi narrativi e un’ottima padronanza anche dei dialoghi. La sensazione è che Adrian abbia progressivamente trovato maggior sicurezza con il proseguire della storia, sentendo propri i personaggi, una visione che ha dato vita a convincenti momenti di interazione, resi ancora più avvincenti da una lucidità impeccabile nel descrivere le dinamiche tra le diverse fazioni in lotta, sia nelle rispettive macchinazioni che negli scontri più fisici. Una maturazione palpabile sul piano narrativo che trova in Il Canto del Leviatano piena concretezza.

Il secondo capitolo della saga de I Rinnegati di Arest, infatti, sposta la scena nel mondo magico. I protagonisti, e tramite loro i lettori, hanno modo di comprendere meglio il loro ruolo, scoprendo una mitologia e una struttura socio-culturale ben definita, che strizza maggiormente l’occhio al fantasy contemporaneo. Le criticità rilevate nel primo capitolo della saga sembrano essere un ricordo, Rednic risulta maggiormente padrone della sua creazione, e questa sicurezza si traduce in una lettura intrigante, capace di incuriosire anche i lettori più maturi. Complice una maggior rilevanza dell’elemento magico, considerato che l’azione viene portata a  Liiandris, la terra magica oltre il Velo, dove i protagonisti sono giunti nel finale del precedente capitolo.

I primi due capitoli de I Rinnegati di Arest, pur tradendo influenze di altre opere del genere, mostrano un’identità specifica, fresca, che testimoniano come la profonda cultura fantasy dell’autore lo abbia guidato nella creazione di una saga fantastica moderna e promettente.

Voto Recensione di I Rinnegati di Arest : Il Canto del Leviatano



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Ambientazione interessante - Personaggi ben studiati - Buona padronanza della narrazione fantasy

Contro

  • - Alcuni dialoghi eccessivamente verbosi

Commento

I primi due capitoli de I Rinnegati di Arest, pur tradendo influenze di altre opere del genere, mostrano un’identità specifica, fresca, che testimoniano come la profonda cultura fantasy dell’autore lo abbia guidato nella creazione di una saga fantastica moderna e promettente.

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