Il Coronavirus colpisce James Bond, fermo No Time To Die

L'emergenza sanitaria del COVID-19 sta iniziando a investire il mondo intero e MGM decide sofferentemente di lasciare fermo No Time To Die.

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a cura di Walter Ferri

Il coronavirus spaventa gli MGM e gli studios decidono di fare slittare di sette mesi l'uscita dell'ultimo film di James Bond. No Time To Die, "non è tempo di morire", un titolo risultato foscamente profetico per l'industria del cinema hollywoodiano, ora alle prese con un panorama commercialmente apocalittico.

Fino a pochi giorni fa le case produttrici si auguravano di riuscire ad arginare il problema del contraccolpo economico causato da COVID-19 limitandosi a procrastinare le uscite nelle zone rosse del contagio. Per Cina, Corea del sud e Italia erano già state ventilate, se non addirittura attuate, sospensioni nella distribuzione delle pellicole. Si confidava, con una certa cautela, che la situazione potesse normalizzarsi, ma l'allarme si è tutt'altro che placato. Grazie all'intensificazione dei controlli, i paesi di tutto il mondo stanno raccogliendo un numero sempre maggiore di riscontri positivi all'infezione e l'emergenza sanitaria sta slittando da epidemia a pandemia.

Bloccando del tutto la sua distribuzione e procrastinando l'uscita dal 3 aprile al 12 novembre, No Time To Die è il primo film d'alto profilo a stravolgere in maniera tanto sostanziale la propria programmazione. Un precedente importante che sicuramente sarà presto imitato da molte altre grandi pellicole e che denota un crescente pessimismo. Se fino a una settimana fa gli studios segnalavano di essere fiduciosi di rimettersi in carreggiata entro aprile, ora vediamo i titoli di aprile muoversi fino al periodo invernale.

Le grandi aziende sono ormai sempre più dipendenti da distribuzioni massive dai ritorni economici esorbitanti, l'attuale situazione mette quantomai a rischio la loro stabilità e un flop di dimensioni significative potrebbe seriamente affliggere le loro quotazioni in borsa. I costi di un blockbuster di stampo hollywoodiano sono infatti proibitivi, No Time To Die si è per esempio accattivato un budget pari al Prodotto Interno Lordo del Kiribati, cioè $250 milioni.

«Penso lo stiano facendo anticipando la chiusura dei cinema che avverrà in tutto il mondo», ha suggerito la giornalista Louise Tutt alla BBC. «In Cina, molti di questi ha già chiuso, quindi anche se non dovessero chiuderne altri avrebbero comunque perso il secondo mercato più importante a livello di botteghino per quella che è prevista essere l'uscita cinematografica statunitense più importante dell'anno».

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