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Cultura Pop

Il gene del talento e i miei adorabili meme, recensione: genio e sregolatezza di Kojima

La recensione de Il gene del talento e i miei adorabili meme, il saggio scritto da Hideo Kojima che raccoglie idee e pensieri del genio contemporaneo.

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a cura di Francesca Sirtori

In sintesi

La recensione de Il gene del talento e i miei adorabili meme, il saggio scritto da Hideo Kojima che raccoglie idee e pensieri del genio contemporaneo.

Non riesco a pensare a un mondo senza libri. Questa è la prima frase che apre l'introduzione di un romanzo unico, singolare, decisamente privato e che ci consente di entrare nella mente di un genio del nostro tempo senza paragoni. Sia per i suoi contenuti, sia per lo stile narrativo adottato dall'autore, che nientepopodimeno è Hideo Kojima. Un nome che in questo periodo sta rimbalzando di nuovo nei discorsi del mondo della cultura pop, e non solo per via del recente annuncio della nuova edizione del suo ultimo capolavoro videoludico, Death Stranding e la sua Director's Cut, ma anche per l'altrettanto recente uscita del cofanetto dei due romanzi dedicati proprio a questo titolo. Proprio in questo periodo, Edizioni BD ha annunciato la creazione di 451, la sua nuova etichetta editoriale dedicata a romanzi di genere fantascientifico di autori contemporanei, che annovera tra le sue prime uscite anche Il gene del talento e i miei adorabili meme, il romanzo di Kojima disponibile dal 14 luglio e che presenta saggi e ricordi dell'autore in una forma nuova e originale. Cosa si intende però per "meme" in questo caso? Non di certo le immagini didascaliche circolanti sui social network. Scopriamo allora insieme, nella nostra recensione, cosa abbiamo letto in questo nuovo titolo.

Il gene del talento e i miei adorabili meme, connessioni generazionali

Il visionario genio creatore di alcuni dei videogame più venduti di sempre ci rende partecipi in questa occasione del suo rapporto con la cultura pop, e per farlo si rifà appunto al concetto di meme, inteso come elemento condivisibile da tutti e che crea un'immediata connessione con chi abbia avuto la stessa esperienza. Ed ecco che libri, film e musica, così come gli anime che Kojima adorava guardare durante la sua infanzia, legano immediatamente il lettore alla fucina di idee creative di questo genio contemporaneo, per ricordarci che esiste, intorno a ognuno di noi, un mondo pronto a essere trasformato, e a trasformarci, ogni volta che scegliamo un libro o cambiamo playlist sul nostro cellulare. Già nell'introduzione vengono esplicitati le origini e gli scopi del volume in questione, dove l'autore ci spiega che:

Con questo libro vorrei poter condividere con qualcun altro l'idea di connessione che leggere mi ha sempre trasmesso. A fungere da intermediari per tale collegamento saranno i "meme", [...] un concetto molto conosciuto, [...] passano da una generazione all'altra cose come la cultura, le abitudini, i valori.

Dunque sin dalla prima delle due parti del saggio veniamo a conoscenza di una serie di riflessioni dell'autore, citando dapprima un estratto o uno stralcio di recensioni, pensieri o semplicemente fatti accaduti, recuperando i pensieri di Kojima già elaborati e stesi tra il 2009 e il 2013 in diverse occasioni passate. Quello che più interessa però di questo saggio è la possibilità di entrare a stretto contatto con il cuore del pensiero più intimo e profondo di Hideo Kojima, il quale analizza in maniera molto personale qualsiasi situazione ripercorsa o personaggio citato, accostando questi elementi alla propria esperienza e facendo avvicinare il lettore sempre di più al suo pensiero grazie a uno stile narrativo impersonale e colloquiale.

Scegliere un libro o un film non è diverso dallo scegliere una persona, ed è un atto con una certa universalità intrinseca.

Il recupero intimista di riflessioni passate

Entrando maggiormente nel dettaglio dei contenuti di questo volume, è bene sottolineare che si tratta di una versione rieditata della precedente opera I meme che amo - Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono storie che diano energia agli esseri umani, libro uscito nel 2013, e che comprende nella prima parte alcuni scritti pubblicati sulla rivista Da Vinci tra il 2010 e il 2013, e nella seconda parte altri estratti ripresi dalla rivista Papyrus tra il 2007 e il 2009. In questo modo, in veste di lettori abbiamo la possibilità di avvicinarci non solo a elaborazioni critiche su opere rinomate a livello mondiale, quali Blade Runner, riflessioni sulla produzione di manga o ancora elementi della cultura orientale e personaggi a noi forse ben poco noti, come l'anime La corazzata Yamato o la serie manga Kōsaku Shima, solo per citare alcuni esempi.

Non solo però condivisione di simboli e culture anche distanti dalla nostra, ma anche una ultima digressione, verso la fine del libro, che prevede il passaggio dai meme alla realizzazione di Death Stranding, titolo per cui non si poteva cogliere l'occasione di citare anche questa volta. Il videogioco viene qui inserito per raccontare dalle origini la realizzazione e concezione del primo lavoro della Kojima Productions, dall'incontro con l'attore Norman Reedus ai lanci dei primi trailer, tra cui quello all'E3 del 2016 a Los Angeles. Un racconto anche qui parecchio intimo, che ci apre una finestra finora rimasta inedita e messa su carta in una sorta di diario personale.

Per finire, il volume non ci fa mancare nemmeno una intervista di Kojima con Gen Hoshino, musicista, attore e scrittore la cui conoscenza perdura dal 2012. Hanno dunque colto l'occasione per ripercorrere la loro esperienza insieme, conversare toccando diversi punti  e trattare anche il tema delle connessioni, dei legami, ripreso anche nel sopracitato DS, così brevemente analizzato durante l'intervista:

Essere connessi significa anche essere responsabili per coloro con cui si è stabilita quella connessione. Voglio che il giocatore possa provare sulla propria pelle cosa significa sia recidere che creare quei legami.

Infine, anche la sezione finale denominata Chi è chi viene in aiuto del lettore occidentale poco avvezzo e inesperto del mondo del Sol Levante, aiutandolo con alcuni approfondimenti su personalità citate nel volume, al fine di rendere la lettura più facile, completa e godibile.

Voto Recensione di Il gene del talento e i miei adorabili meme



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • lettura facile e godibile grazie a uno stile colloquiale

  • contenuti di varia natura, dedicati in toto alla cultura pop letta da Hideo Kojima

Contro

  • qualche difficoltà eventuale nel cogliere riferimenti e contesti per il lettore poco avvezzo al mondo orientale

Commento

Il gene del talento e i miei adorabili meme è un vero e proprio incontro ravvicinato con la personalità, l'esperienza e la mente di Hideo Kojima, un saggio ricco, pieno di citazioni, riferimenti alla cultura occidentale e orientale che può anche essere letto non necessariamente in sequenza, ma anche passando da una sezione all'altra, a seconda dei propri interessi. Un titolo consigliato non solo, chiaramente, ai fan del genio visionario, ma anche a coloro i quali desiderano recuperare spunti di riflessione unici, personali e niente affatto scontati, resi ancor più interessanti e stuzzicanti dallo stile diretto e impersonale tenuto nella stesura delle varie parti.

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