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Il Me che Ami nelle Tenebre, recensione: l'orrore di una relazione tossica

Il Me Che Ami Nelle Tenebre: il graphic novel di Skottie Young e Jorge Corona pubblicato da BAO Publishing. Una storia di rara bellezza.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Skottie Young e Jorge Corona firmano Il Me Che Ami Nelle Tenebre, graphic novel horror pubblicato in Italia da BAO Publishing.

Quante volte abbiamo idealizzato eccessivamente qualcuno? Quante ci siamo lasciati ammaliare da belle parole e attenzioni perché era ciò di cui avevamo bisogno in quel momento? Qualcosa di sbagliato e potenzialmente pericoloso per noi e la nostra individualità, che nell'arte di Skottie Young e Jorge Corona si fa carta e inchiostro nel graphic novel horror Il Me Che Ami Nelle Tenebre. Una pubblicazione BAO Publishing realizzata da autori immaginifici che, sulla falsariga del topos sulle case infestate, aprono l'orrore a una maggiore espressività intimista. E ci raccontano il terrore vero che si palesa nello scoprire chi è realmente la persona che dice di amarci, attraverso una sinistra storia di relazioni manipolatrici, violente e tossiche.

Cercare l'ispirazione, trovare l'orrore

Ro Meadows è un'artista di grande talento, ma gli artisti, si sa, non sempre riescono a trovare facilmente l'ispirazione per le proprie opere. Per ritrovare "la sua voce", Ro si trasferisce dunque in una nuova casa, che si dice sia infestata e per questo rimasta sfitta a lungo. A lei non importa, anzi: dopo aver realizzato per tanto tempo solo dipinti vivaci e colorati, Ro crede che nelle ombre di una casa rifuggita da tutti potrebbe realmente trovare qualcosa di autentico. Le settimane passano, Ro fatica a muovere il pennello sulla tela e di tanto in tanto si rivolge a un immaginario fantasma affinché venga in suo aiuto. Le sue richieste, però, non rimangono inascoltate e qualcosa emerge dalle tenebre. Qualcosa che, se dapprima sembra fungere da musa per Ro tanto da sviluppare con essa un legame affettivo, si trasforma a poco a poco in qualcosa di terribile e pericoloso.

Nelle tenebre di Young e Corona

C’è sempre qualcosa di asfissiante, opprimente, nell’idea fondante di certe storie che vede i protagonisti trasferirsi in un'abitazione dove intuiamo, pian piano, la presenza di un’entità infestante. Un invasore che tiene in pugno le vite dei personaggi contaminando il massimo spazio vitale per un individuo, la casa. Com'è evidente dalla trama appena narrata de Il Me Che Ami Nelle Tenebre, l'ambientazione è un luogo del genere, una vecchia dimora in cui si aggira un'entità misteriosa e potenzialmente malvagia: "niente di nuovo dal fronte", perché di case infestate ne è zeppo l'horror, ma il senso di invasione della propria sfera personale di cui parlavamo, la percezione di qualcosa di soffocante e opprimente, riescono comunque a farsi largo nel nostro animo grazie a Skottie Young e Jorge Corona.

Non è qualcosa di immediato e forse è proprio questa gradualità, questo farsi strada lentamente fino al catastrofico climax finale, a rendere Il Me Che Ami Nelle Tenebre più ansiogeno e affascinante. C'è davvero una presenza in questa casa? È la domanda che ci poniamo all'inizio, quando Ro è sola, per giorni e giorni, con la sua musica, i suoi (eccessivi) bicchieri di vino e le sue tele dannatamente vuote. Poi l'entità si palesa: più di un fantasma, meno di un essere vivente, spaventoso nel suo aspetto, ma gentile con Ro tanto da procurarle quell'autenticità che cerca per la sua ispirazione e darle la giusta spinta creativa. E quando pensiamo che forse, in fondo, non si tratta di un essere maligno, Ro si trova a dover fare i conti con quella che, in soldoni, è una relazione fatta da manipolazione, gelosia e violenza. Forse è proprio questo il vero orrore: vivere nell'illusione che le cose non stiano andando poi così male, illudersi anzi in maniera volontaria che ci sia in fondo qualcosa di buono in chi ci fa del male, salvo poi subire ancora e ancora soprusi e abusi. E questo graphic novel è un magnifico esempio di come l'horror possa raccontare per immagini fatte di pura tenebra un tale genere di mostruosità.

Il Me Che Ami Nelle Tenebre: un'oscurità avvolgente

Se inizialmente i colori delle tavole di Jorge Corona sono per lo più caldi e luminosi, questo viaggio nelle tenebre ci porta inevitabilmente verso tonalità più notturne e fredde, all'interno di ambienti sempre più chiusi, con le tende tirate e un'oscurità spezzata solo da qualche candela accesa come se il calore di Ro cercasse di brillare ancora, di farsi largo in mezzo a quella che gradualmente diventerà la sua trappola. Quest'utilizzo sapiente delle colorazioni rende Il Me Che Ami Nelle Tenebre un'opera di cupa bellezza e asfissiante terrore, che ci sovrasta, ci avvinghia e ci conduce al termine del graphic novel in men che non si dica. Un attimo sospeso nel lasso di tempo tra lo stupore per i disegni di Corona, dal tratto leggermente nervoso, ma espressivi e studiati meticolosamente; e la paura di sapere che quanto sta per accadere condurrà a un'inevitabile tragedia.

C'è una sorta di sofferenza poetica in ciò che costruisce Jorge Corona nelle sue tavole, illustrando una storia d'amore impossibile con immagini che, almeno per un attimo, danno l'illusione di una tanto desiderata serenità. Poi arrivano gli occhi, e i denti, e gli artigli, con cui Corona riempie le pagine avvolgendoci in un'oscurità che ci tiene saldamente: se intendeva angosciarci, la sua missione è stata compiuta, con un'arte che sembra ispirarsi direttamente a illustrazioni e schizzi di Howard Phillips Lovecraf.

Non è necessario, però, spingersi fino ai margini dell'orrore cosmico, per percepire la paura: Il Me Che Ami Nelle Tenebre prende un pezzo amaramente quotidiano della nostra realtà e gli da le sembianze di una mostruosità oscura e tentacolare. Ché forse è così che un'artista o semplicemente una donna vittima di abusi dipingerebbe il suo aguzzino. E in questa dicotomia il graphic novel di Skottie Young (geniale in questo suo lavoro di scrittura) e Jorge Corona funziona e sgomenta: nel rappresentare ciò che si percepisce inizialmente come un bellissimo amore, benché provenga da tenebre ed oscurità, e ciò che invece viene visto infine quando manipolazione e abusi aprono la strada alla terribile realtà di una relazione tossica. Struggente e sinistro, tanto quanto angosciosamente amaro: questo è un graphic novel di rara bellezza, nonostante le case infestate siano fin troppo note, che andrebbe letto necessariamente.

Voto Recensione di Il Me Che Ami Nelle Tenebre



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Un graphic novel di rara bellezza...

  • - ...sinistro quanto struggente e asfissiante;

  • - Rappresenta il vero orrore quotidiano...

  • - ...sotto forma di una creatura tentacolare...

  • - ...nell'arte meticolosa e nervosa di Jorge Corona

Contro

  • - Il tema delle case infestate non è qualcosa di nuovo

Commento

C’è sempre qualcosa di asfissiante, opprimente, nell’idea fondante di certe storie che vede i protagonisti trasferirsi in un'abitazione dove intuiamo, pian piano, la presenza di un’entità infestante. Un invasore che tiene in pugno le vite dei personaggi contaminando il massimo spazio vitale per un individuo, la casa. Ne Il Me Che Ami Nelle Tenebre, l'ambientazione è un luogo del genere, una vecchia dimora in cui si aggira un'entità misteriosa e potenzialmente malvagia: "niente di nuovo dal fronte", perché di case infestate ne è zeppo l'horror, ma il senso di invasione della propria sfera personale di cui parlavamo, la percezione di qualcosa di soffocante e opprimente, riescono comunque a farsi largo nel nostro animo grazie a Skottie Young e Jorge Corona.

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