Dune di Frank Herbert: dai libri ai film passando per i giochi in scatola

Con Dune di Frank Herbert siamo davanti a una delle ambientazioni più ricche di tutta la fantascienza

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a cura di Emanuele Manco

Cosa sapete della saga di Dune? Fra libri, cinema, videogame ed anche giochi in scatola l'universo immaginato daF rank Herbert ha ispirato decine di autori e decenni di pellicole e prodotti.  Con Dune di Frank Herbert, saga letteraria il cui primo libro è arrivato nelle librerie americane il 1 agosto del 1965, siamo davanti a una delle ambientazioni più ricche di tutta la fantascienza: in un futuro lontanissimo e in parte post- tecnologico, domina un impero che si estende per tutto lo spazio conosciuto. Uno spazio solcato da astronavi guidate da esseri misteriosi, i Navigatori della Gilda Spaziale. Questi effettuano i calcoli per i balzi iperspaziali con l’ausilio della percezione extra sensoriale data loro dalla Spezia, o Melange, una droga prodotta unicamente ad Arrakis, un pianeta così desertico da essere chiamato Dune.

UPDATE: Rilasciato in queste ore il primo trailer ufficiale del film di DUNE.  Il tanto atteso trailer di Dune, il nuovo film di Denis Villeneuve, è finalmente arrivato. Il film tratto dalla serie di romanzi di Frank Herbert, che vede la pubblicazione del primo volume nel 1965 e la conseguente vittoria del premio Nebula e il premio Hugo, dovrebbe arrivare nelle sale cinematografiche americane il prossimo 18 dicembre 2020 anche se ancora non è ufficiale.

La stessa spezia ha altri scopi, sempre legati alla percezione. Nel mondo di Dune c’è stata un’epoca in cui l’umanità usava i computer, poi sono stati proibiti. Pertanto esistono calcolatori umani chiamati Mentat, utilizzati come strateghi e consiglieri, anch’essi dipendenti dalla Spezia.

Le grandi e nobili famiglie si spartiscono il sistema economico galattico, vertente sulla Spezia e sulla sua estrazione dai grandi deserti di Arrakis, solcati da immense creature noti come vermi delle sabbie, popolati da misteriosi nomadi chiamati fremen che riescono con astuzia a sopravvivere alle proibitive condizioni di vita del mondo, a cominciare dalla penuria d’acqua.

Altro centro di potere che si avvale degli effetti della spezia è la Sorellanza Bene Gesserit, un ordine para-religioso con ramificazioni in tutte le famiglie influenti dell’Impero, il cui operato, noto solo alle adepte, verte con matrimoni combinati e manipolazioni genetiche, alla creazione dello Kwisatz Haderach, un maschio i cui enormi poteri l’ordine vorrebbe tenere sotto il suo controllo.

Intrighi, vendette, politica, misticismo ed ecologia fanno parte di un universo straordinario per complessità, in un romanzo al confine dei generi, che ha avuto svariati seguiti, non tutti all’altezza del primo.

Non si tratta solo di un ciclo tra i più amati dagli appassionati, ma anche di un autentico best-seller editoriale che ha dato vita a sequel e prequel letterari, film, fumetti, giochi e videogiochi.

I libri di Dune

Il ciclo originale scritto da Frank Herbert, si compone di sei romanzi.

Il primo Dune (1965, link su Amazon) prende le mosse quando alla nobile famiglia Atreides viene dato l’incarico di gestire la produzione su Arrakis al posto del casato degli Harkonnen. L’assegnazione cela in realtà un complotto di comunce accordo tra Imperatore e Harkonnen, in seguito al quale la famiglia Paul Atreides, l’ultimo discendente maschio, insieme alla Madre Jessica, si dovrà nascondere nel  deserto di Dune per non essere ucciso come il padre, il Duca Leto. Su Arrakis Paul diventerà la guida dei Fremen, compiendo una loro antica profezia, conducendoli alla emancipazione contro gli Harkonnen, sconvolgendo allo stesso tempo per sempre gli equilibri dell’Impero, diventando lui stesso Imperatore.

Nel secondo romanzo Paul Messia di Dune (Dune Messiah, 1969,, link su Amazondovrà fronteggiare il complotto che viene ordito da chi lo vuole spodestare. Attore principale del complotto è un ghola, ovvero un clone, del vecchio maestro di scherma di Paul, Duncan Idaho, morto nel primo romanzo. I ghola di Idaho, diventeranno ricorrenti nella saga. Gli intrecci complessi e pieno di capovolgimenti di fronte e colpi di scena continueranno con I figli di Dune (Children of Dune, 1977,  link su Amazonche ha per protagonisti i figli di Paul: Leto e Ghanima. Nonostante altri abbondanti e intrecciatissimi intrighi e conflitti Leto diventerà Imperatore, protagonista del successivo romanzo L’imperatore-dio di Dune (God Emperor of Dune, 1981, link su Amazon), ambientato 3500 anni dopo. Leto infatti non è più una creatura umana, ma è più simile a un verme delle sabbie, privo di emozioni e ormai indifferente ai destini umani. Inoltre Dune non è più desertico. L’ennesimo complotto, basato sull’ennesimo ghola di Idaho, porterà a un finale nel quale il sacrificio di Leto porterà tutto a condizioni simili a quelle di migliaia di anni prima, facendo ripartire in un certo senso anche il progresso umano.

Il successivo romanzo Gli eretici di Dune (Heretics of Dune, 1984, link su Amazon)è ambientato dopo altri 1500 anni, e presenta un quadro geopolitico completamente diverso, con un impero in sfacelo, e vaghi ricordi del tempo che fu. Protagonista è un nuovo ghola di Idaho, figura che comincia a stancare, così come i complotti e le macchinazioni, sempre più arzigogolate e soverchianti rispetto al poco spessore dei personaggi. Con altri complotti, un altro ghola e tanti personaggi che non lasciano il segno si concludono i romanzi scritti da Frank Herbert con La rifondazione di Dune (Chapterhouse Dune, 1985, link su Amazon).

Herbert infatti morì nel 1986. Parecchi anni dopo il figlio Brian e Kevin J. Anderson, uno scrittore esperto di novelization e romanzi tie-in, scrissero altri romanzi ambientati nello stesso mondo. Dapprima due trilogie prequel che si preoccupano di approfondire il background della saga, mettendo in scena eventi evocati ed accennati nel ciclo originale.

La prima trilogia, Preludio a Dune, composta da House Atreides (1999, diviso in Casa Atreides, 2001, e Il Duca Leto, 2002), House Harkonnen (2000, diviso in I ribelli dell'Impero, 2003, e Vendetta Harkonnen, 2003) e House Corrino (2001, mai tradotto in italiano), racconta i trascorsi e le origini delle rivalità tra le tre casate sulle quali si incentra la saga: gli Atreides, gli Harkonnen e i Corrino.

La seconda, Leggende di Dune, completamente inedita in Italia, narra l’evento chiamato Jihad Butleriana, che ha portato all’abbandono dell’uso dei computer in favore dei mentat: è composta dai romanzi Dune: The Butlerian Jihad (2002), Dune: The Machine Crusade (2003), Dune: The Battle of Corrin (2004).

Un racconto, The Road to Dune, ambientato nello stesso universo è contenuto nel volume La strada per Dune (1985, 2005), una raccolta di racconti di Frank Herbert, in originale chiamata Eye, contenente anche un mini saggio in cui Herbert racconta la sua partecipazione alla lavorazione del film diretto da David Lynch di cui parleremo più avanti. Da non confondersi con The Road to Dune (2005), un volume contenente appunti sul mondo narrativo, capitoli non inclusi in alcuni romanzi e racconti firmati da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.

I due sono anche gli autori dei romanzi Hunters of Dune (2006) e Sandworms of Dune (2007), successivi a Gli Eretici di Dune, basati su appunti di Frank Herbert volti a terminare le linee narrative lasciate in sospeso.

Continuando a espandere l’universo narrativo Herbert e Anderson hanno firmato due romanzi interstiziali, Paul of Dune (2008) e The Winds of Dune (2009), e un seguito della Trilogia della Leggende di Dune, chiamata Great Schools of Dune, incentrata sulle confraternite che gestiscono il potere nell’universo della saga: l’ordine monastico delle Bene Gesserit (Sisterhood of Dune, 2012),  i Mentat (Mentats of Dune, 2014) e i navigatori della Gilda Spaziale (Navigators of Dune, 2016).

Altri racconti sono stati scritti negli anni da Herbert e Anderson, pubblicati in varie antologie.

Basato sulla genesi della saga di Dune è anche il volume biografico Dreamer of Dune (2003), scritto da Brian Herbert.

Nel 1984 è stata anche pubblicato il dizionario enciclopedico The Dune Encyclopedia, mai più aggiornato o ristampato.

Dune al cinema

Il primo romanzo fu un enorme successo di vendite e di critica, vincitore dei premi Hugo e Nebula, nel tempo ha raggiunto e superato le 12 milioni di copie vendute. Un romanzo che non ha solo trovato il consenso degli appassionati, ma è entrato nella cultura popolare anglossassone.

Il film Star Wars ha tanti punti in comune con Dune. Tanti sono gli elementi riconoscibili nei film della saga ideata da George Lucas, dal pianeta desertico al concetto di Impero galattico. Si potrebbe però anche pensare che questi concetti siano stati mutuati da saghe precedenti, il deserto dal John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs, e l’impero dalla saga della Fondazione di Isaac Asimov. Il confine tra fonte e derivazione è labile. Di certo strutturalmente Star Wars e Dune (specialmente il primo romanzo) attingono all’archetipo del Viaggio dell’Eroe campbelliano. Di paragoni potremmo trovarne parecchi.

Di certo c’è che per vedere Dune al cinema, come molte opere fantascientifiche, sia stato determinante il successo di Star Wars nel 1977.

Il primo tentativo di portare la saga al cinema fu in realtà precedente al film di Lucas, e messo in atto dall’artista cileno Alejandro Jodorowsky, poliedrico autore, disegnatore e regista (tra le tante cose) che nel 1973 cominciò la fase preparatoria del progetto. Nel cast avrebbero dovuto esserci tra gli altri Mick Jagger, Pink Floyd, Orson Welles e Salvador Dalì. Oltre allo stesso Jodorowsky, artisti concettuali furono Moebius, H.R. Giger e Chris Foss. Il film rimase alla fase di pre-produzione. Jodorowsky e il produttore francese Michel Seydoux non riuscirono a convincere i produttori di Hollywood a impegnarsi in un film di fantascienza con un budget da circa 20 milioni di dollari dell’epoca, e di quel progetto rimangono oggi svariati disegni preparatori e un documentario intitolato Jodorowsky’s Dune  (link su Amazon). Per intenderci, Star Wars ne costò 11. Ma forse più che la spesa, a terrorizzare i possibili partner fu la lunghezza prospettata del film, di oltre 10 ore, e il tono psichedelico e surreale che aveva la sceneggiatura.

Ma di lì a pochi anni sarebbe cambiato il panorama cinematografico, e fu Dino De Laurentiis, già produttore di King Kong nel 1976, Flash Gordon nel 1980 e di Conan il Barbaro nel 1982 a improntare i capitali necessari per portare su grande schermo Dune. A dirigerlo fu il quasi esordiente all’epoca David Lynch, reduce dal successo di The Elephant Man. Nonostante la mole di mezzi impiegati e la cura di scenografie ed effetti speciali (rimasero famosi i vermi delle sabbie ideati da Carlo Rambaldi), e un cast che accanto al giovane Kyle MacLachlan nella parte di Paul, schierava nomi di tutto rispetto, tra i quali il cantante Sting, José Ferrer, Max Von Sydow, Richard Jordan, Dean Stockwell, Jürgen Prochnow, Kenneth McMillan, Patrick Stewart, Sean Young, Linda Hunt e Silvana Mangano, il film ebbe scarso successo di pubblico e critica. Lynch non era a suo agio con le direttive di un produttore volitivo e dirigista come De Laurentiis e, più in generale, con le produzioni spettacolari. La sceneggiatura confusa e affrettata anche se scritta in collaborazione con lo stesso Herbert, non riuscì a distillare al meglio la complessità del romanzo, percepibile solo a chi lo avesse già letto. Il film sforò il budget già alto di circa 38 milioni di dollari, con una stima di circa 45, e non riuscì in patria neanche a pareggiare i conti (Fonte BoxOfficeMojo).

La colonna sonora originale dei Toto, rock ed elettronica, mescolata a brani di musica classica, con l’aggiunte degli effetti sonori, risultava coinvolgente, tanto che il film ebbe una nomination agli Oscar per il miglior sonoro. Altre candidature arrivarono ai premi Hugo e Saturn, quest’ultimo vinto nella categoria dei migliori costumi. Purtroppo si aggiudicò anche un premio Stinker come peggior film. Fu realizzata anche una versione lunga per la TV, con un montaggio di 189 minuti, che però venne disconosciuta da Lynch, e quindi presentata come diretta da Allen Smithee, lo pseudonimo utilizzato a Hollywood (e anche nel fumetto USA) quando un autore non vuole attribuita la paternità dell’opera. Il film è comunque ancora oggi oggetto di culto, sia pur divisivo, tra gli appassionati, e disponibile per l'home video (link su Amazon).

È in arrivo, dopo una gestazione di parecchi anni, un nuovo film diretto da Denis Villeneuve, il regista di Arrival e Blade Runner 2049. Si tratterà in realtà di un film in due parti, con la prima annunciata per il 18 dicembre 2020, scritto dallo stesso Villeneuve insieme a Eric Roth e Jon Spaihts. Paul sarà interpretato da Timothée Chalamet affiancato da Zendaya, Rebecca Ferguson, Jason Momoa, Dave Bautista, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Javier Bardem e Charlotte Rampling tra gli altri. Tra i produttori esecutivi del film figura Brian Herbert.

Ovviamente vi terremo informati quando arriveranno altri dettagli.

Dune nei videogame

Un merito innegabile del film di Lynch fu quello di stabilire un canone visivo di riferimento per la saga di Frank Herbert. Tanto che le trasposizioni in altri media hanno subito la sua influenza.

Prima di trattare le miniserie TV è pertanto più corretto parlare della saga videoludica iniziata nel 1992 con Dune, prodotto da Cryo Interactive. Si trattò di un curioso ibrido tra strategia e avventura, nel quale il giocatore, che impersonava Paul Atreides, doveva riuscire gradualmente nell’impresa di avviare la produzione della spezia, convincere i vari capi Fremen del suo valore, e unirsi alla sua battaglia contro l’Imperatore e gli Harkonnen. Dal film il gioco per i personaggi riprendeva i volti di alcuni degli attori, così come il mecha design e le ambientazioni. Come molti titoli su licenza, il gioco attirava più per l’immedesimazione che per la brillantezza della meccanica di gioco.

Fu Dune II, uscito più o meno un anno dopo, a stabilire invece un nuovo canone videoludico. Seppure vagamente ispirato al film, il gioco estrapolava i concetti mettendo il giocatore al comando di tre possibili casate: gli Atreides, gli Harkonnen, gli Ordos (inventati di sana pianta per il gioco). Scopo del giocatore era costruire impianti di produzione della spezia e militari, per superare i casati rivali sia economicamente che militarmente. Tutto in tempo reale, e fu questa la novità. Non c’erano turni di gioco, ma bisognava dare gli ordini di produzione e combattimento in flusso di tempo continuo, che rendeva il gioco a momenti incalzante. Il gioco inaugurò la categoria degli RTS (Real Time Strategies), che ebbe poi nelle serie Command & Conquer, Warcraft, Starcraft e Age of Empires altri suoi capisaldi. Lo stesso Dune II ebbe un restyling tecnologico nel 1998 con Dune 2000, che essenzialmente era lo stesso gioco con una grafica più definita e con le migliorie che Westwood aveva introdotto in C&C.

Dimenticato e dimenticabile è il seguito Emperor: Battle for Dune, con un motore 3D che non riesce a valorizzare più di tanto una meccanica di gioco ormai ripetitiva.

Ancora più dimenticabile è Frank Herbert's Dune del 2001, trasposizione videoludica dell’omonima miniserie televisiva prodotta da Sci-Fi Channel. Un adventure 3D il cui fallimento causò la chiusura di Cryo Interactive.

Dune in TV

Grandi aspettative suscitò nel 2000 l’arrivo della miniserie Dune - Il destino dell'universo (Frank Herbert's Dune), prodotta da Sci-Fi Channel. Una produzione sicuramente ambiziosa per l’epoca, resa possibile dall’accesso a relativo basso costo agli effetti speciali digitali. La serie ebbe infatti un budget, certamente alto per un prodotto televisivo, ma inferiore a quello di una produzione cinematografica, di 20 milioni di dollari. Nelle ambizioni della produzione e del regista John Harrison c’era una maggiore fedeltà al romanzo, dichiarata dall’aver inserito il nome dell’autore nel titolo. La lunghezza complessiva di 273 minuti consentì in effetti di sviluppare meglio i concetti. Sia pure debitrice al film di Lynch di alcuni aspetti, si emancipò da quel design traendo ispirazione dai disegni che Moebius aveva realizzato per il Dune di Jodorowsky. Nel cast, accanto al quasi esordiente Alec Newman nel ruolo di Paul, spiccavano William Hurt, nella parte di Leto, e Giancarlo Giannini in quella dell’Imperatore Shaddam IV.

La miniserie ebbe un’ottima accoglienza di pubblico e critica, vincendo anche due premi Emmy su tre candidature per la fotografia di Vittorio Storaro e gli effetti speciali, una nomination agli Hugo e svariate altri premi. Sci-FI produsse  nel 2003 I Figli di Dune (Frank Herbert's Children of Dune) che adattò, in 266 minuti e con lo stesso budget della precedente, i romanzi Messia di Dune e I Figli di Dune. Del cast ricordiamo un giovanissimo James McAvoy nella parte di Leto II, figlio di Paul, Alice Krige nella parte di Lady Jessica, e Susan Sarandon in quella della Principessa Wensicia. Alla regia, a John Harrison, rimasto solo come sceneggiatore, subentrò Greg Yaitanes.

Anche questa miniserie ebbe ottime accoglienze, vincendo un Emmy per gli effetti speciali e varie candidature a premi Saturn tra gli altri.

Le due miniserie sono ancora oggi tra i maggiori successi di pubblico di Sci-Fi Channel.

Nel corso del 2019 è stato annunciato che WarnerMedia ha ordinato per il suo servizio di streaming HBO Max una miniserie prequel del film, intitolata quasi come uno dei romanzi di Herbert e Anderson, Dune: The Sisterhood. Il pilota della serie, incentrata sulle Bene Gesserit, sarà diretto dallo stesso Villeneuve, su sceneggiatura di Jon Spaihts. Come per il film, nel progetto Herbert è tra i produttori esecutivi, affiancato in questo caso anche da Anderson.

Dune a fumetti

Nel 1985, la Marvel pubblicò un adattamento in tre parti del film di David Lynch, scritto da Ralph Macchio e disegnato da un Bill Sienkewicz che non aveva ancora maturato il suo tratto distintivo, sviluppato in Elektra: Assassin e Stray Toasters.

Nel 2017 Brian Herbert annunciò con un tweet che stava scrivendo insieme Kevin J. Anderson, a un nuovo e fedele adattamento in tre parti del romanzo, insieme a quello del prequel Casa Atreides, a seguito del quale non sono seguiti aggiornamenti.

Dune, il gioco da tavolo

Chi non deve niente al film di Lynch sono i designer del gioco da tavolo Dune, poiché la prima edizione del gioco prodotto da Avalon Hill è del 1979. Dopo l’uscita del film il gioco è stato riproposto in una nuova veste grafica ispirata, anche se non ufficialmente, al film. Sono state prodotte anche delle espansioni e una localizzazione in francese, nel 1993. Nei primi anni 2000 Fantasy Flight Games acquisì i diritti sulla meccanica di gioco ma non sui romanzi, che Brian Herbert aveva deciso di non cedere. Lo sviluppo del gioco sfociò quindi in Rex: Final Days of an Empire, ambientato nello stesso universo di Twilight Empirium.

Il 24 ottobre del 2019, dopo essere stato presentato alla GenCon in anteprima, è uscito il nuovo gioco prodotto da Gale Force Nine, sviluppato con la consulenza creativa di Herbert, che ne ha approvato la meccanica (link Amazon).

Dune, il gioco di ruolo

È del 2000 la iniziale disponibilità di Dune: Chronicles of the Imperium, rpg sviluppato da Last Unicorn Games e pubblicato da Wizard of the Coast, che nel frattempo aveva acquisito l'editore.

Ritardato da una lunga trattativa legale con Brian Herbert oltre che dall'incertezza sul futuro dell'editore, del gioco fu inizialmente pubblicata una "Limited Edition" di 3000 copie di un libro di regole di base, in attesa che Wizards of the Coast lo ampliasse e ne adattasse il sistema di gioco al d20. In seguito la pubblicazione venne sospesa.

Alla scorsa GenCon è stata annunciata la prossima disponibilità di un nuovo gioco di ruolo, basato come il gioco da tavolo sul film, sviluppato da Modiphius.