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Il mondo fuori dalla finestra: Marvel racconta il mondo reale

Raccontare la società vista con gli occhi dei supereroi: le migliori storie Marvel calate nel mondo reale sono raccolte in Il mondo dalla finestra

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Raccontare la società vista con gli occhi dei supereroi: le migliori storie Marvel calate nel mondo reale sono raccolte in Il mondo dalla finestra

“Stan Lee diceva sempre che la Marvel è il mondo fuori dalla finestra”

Campeggia questo ricordo di C.B. Cebulski sulla copertina de Il mondo fuori dalla finestra, volume edito da Panini in cui sono raccolte storie Marvel dal sapore particolare, appartenenti ad epoche diverse della Casa delle Idee, ma unite da una caratteristica unica: calarsi nel mondo vero, quello dei lettori.

Può sembrare strano parlare di realtà e fumetti, eppure questi due mondi sono più legati di quanto si possa credere. I comics, non dimentichiamolo, sono realizzati da uomini e donne che vivono la realtà come noi lettori, che la assimilano e la lasciano poi fluire nelle parole dei personaggi, nelle loro emozioni. Una sinergia emotiva con il lettore che porta a vivere con intensità alcune storie, facendoci sentire le lacrime che solcano i visi di dei come fossero le nostre.

Raccontare il mondo in un fumetto

In Marvel, questa dualità è più radicata di quanto si pensi. Negli anni della Golden Age del fumetto, quando i supereroi del fumetto sembravano destinati ad un’ascesa alla divinità, la Casa delle Idee si chiamava ancora Timely Comics ma si ravvisavano già i primi segni di questi richiami alla quotidianità. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale erano in voga i personaggi ‘patriotically themed’, quelle figure che spingevano verso la discesa in campo degli States nel conflitto. Capitan America era uno di questi personaggi, capace di prendere a pugni nientemeno che il Fuhrer sulla copertina del suo numero d’esordio.

In Il mondo fuori dalla finestra sono proprio Cap e Bucky ad aprire le danze, con una storia in cui affrontano nientemeno che Hitler e Goring. L’importanza di questa storia è racchiusa nella voglia dei creatori del personaggio, Simon e Kirby, che ben prima di Pearl Harbor era favorevoli all’intervento degli Stati Uniti nel conflitto, un impegno morale che vissero in modo netto, come disse in seguito Simon:

“Gli eventi che stavano succedendo nel mondo resero Adolf Hitler il perfetto nemico dei fumetti. Quindi noi decidemmo di creare l’eroe perfetto che lo avrebbe contrastato”

Per un autore, il fumetto era quindi un modo non solo per offrire un divertimento, ma anche per regalare una visione personale del mondo. Condivisibile o meno, era una dichiarazione di intenti, un dialogo con il lettore. Ma se da un lato questo è un potere in quanto narratore, dall’altro diventa anche una responsabilità. E in casa Marvel, da sempre, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e quindi diventa un obbligo morale non mostrare ai lettori solo il lato avventuroso dei personaggi, ma anche la realtà del mondo in cui si muovono.

Non è un caso che nei primi anni ’70, con il comparire di piaghe sociali tremende come la tossicodipendenza, il Dipartimento della Salute ed Educazione si appoggiasse ad un’icona dei comics come la Marvel per sensibilizzare i giovani lettori sui pericoli. Era il mondo che non osservava più dalla finestra gli eroi, ma li invitava nella propria vita, ne condivideva le avventure ma anche le riflessioni.

E si ritorna al discorso della responsabilità, quel ruolo anche didattico ed educativo, specialmente sul piano emotivo, che in Marvel venne sentito in modo così forte che Lee decise di infrangere anche le regole del gioco, ideando una storia di Spidey, Nella morsa di Goblin (1971), in cui aggirava i limiti del Comics Code Authority per introdurre un tema complesso come la tossicodipendenza, aprendo la strada ad un’accettazione del quotidiano meno gradevole nel mondo ancora protetto dei fumetti. Un primo passo che portò sul finire dello stesso decennio a utilizzare Tony Stark come simbolo del dramma dell’alcolismo, in quello struggente arco narrativo passato alla storia come Il demone nella bottiglia, presente in questo volume con l'ultimo capitolo di questa straziante storia di Iron Man.

Si parla di emozioni e problemi reali, spesso taciuti per vergogna o mai affrontati in modo aperto. Forti di un mondo ancora percepito come fittizio, i personaggi Marvel divennero un luogo di confronto e di dialogo, in cui il coraggio degli autori consentiva loro di trattare temi di sempre maggior impatto sociale, come il bullismo (Stavamo solo scherzando, storia dei Nuovi Mutanti di Claremont) o lo spettro dell’AIDS e dell’omosessualità (Il dolore senza fine di Alpha Flight e Prima che le tenebre vi sorprendano de L’incredibile Hulk). Gli autori di queste storie, liberi da censure e politically correct, hanno potuto esprimere le proprie ansie e la rabbia di vedere ingiustizie, hanno mostrato attraverso le parole, e i gesti dei propri personaggi la realtà di un mondo a volte ingiusto, capace di piangere i propri errori ma incapace di cambiare, se non appositamente stimolato.

L'umanità dei supereroi

E nomi come Claremont, David, Lobdell hanno voluto essere questo motore evolutivo della società, rivolgendosi al futuro della società: i giovani lettori. Hanno dato loro in pasto storie che li costringessero a riflettere su comportamenti quotidiani che, anche ingenuamente, potessero causare dolore e ferite, si sono presentati come fratelli maggiori che si appellano alla parte migliore del lettore affinché sia parte di una rinnovamento sociale, che si faccia portavoce di una maggior integrazione sociale che possa spazzare via capitoli bui della storia moderna come Stonewall.  A costo di metterli di fronte a conseguenze estreme, come in Stavamo solo scherzando, o portandoli a riflettere sull’incidenza di malattie come l’AIDS, metaforicamente vissuta anche nel mondo mutante tramite il virus Legacy, con una storia struggente come Dipartita.

Senza dimenticare il più insidioso approccio alla politica, che in Il mondo dalla finestra viene ricordato cn due storie dal taglio molto diverso.

Grazie all’irrivirente Howard il papero di Steve Gerber, Marvel ebbe modo di fare una pungente satira politica sulla scia dello scandalo Watergate, portando il sarcastico pennuto a candidarsi alla Casa Bianca, usando una frase ad effetto

“Perché un papero? Vi chiederete. E io vi chiedo: perché non un papero? Avete fatto governare questo paese a dei polli per duecento anni”

Anni dopo toccò all’Arrampicamuri entrare alla Casa Bianca, seppure per aiutare Barack Obama il giorno del suo insediamento a presidente, sventando un tentato golpe del Camaleonte, in quello che gli autori videro come un omaggio ad una storica prima volta: un presidente di colore.

Il mondo contemporaneo e le nuove sfide

Un radicale cambiamento di questo modo di raccontare la realtà è coinciso con l’evento che ha segnato in modo più marcato il nostro presente: l’11 settembre 2001. È in Amazin Spider-Man #36, presente in Il mondo fuori dalla finestra, che la Marvel omaggia quella ferita mai pienamente richiusa nell’anima degli States, mostrando l’impotenza dei suoi eroi di fronte alla realtà, esaltando invece il coraggio del cittadino comune. È un segno epocale, per il mondo dei comics e per Marvel in particolare. Da specchio dei tempi, era il momento di raccontare attivamente queste evoluzioni della società, prendendo delle posizioni che non fossero solo una sfida ad un establishment radicato su vecchie convinzioni, ma che diventassero anche un sostegno a chi lotta per la propria identità e i propri diritti.

Un principio che venne ribadito dall’editor in chief Axel Alonso quando nel 2012, su Astonishign X-Men #51, si assistette al primo matrimonio gay dell’Universo Marvel, luogo in cui l’omosessualità era già stata accettata come elemento normale

“Quando il matrimonio gay divenne legale nello stato di New York ci facemmo numerose domande su cosa fare, dato che molti nostri eroi vivono qui. Uno degli aspetti migliori dei nostri fumetti è il loro saper mostrare e rispondere ai cambiamenti del mondo reale. È una cosa che facciamo da decenni, e questo è solo l’ultimo caso di una lunga serie”

Un’apertura alla nuova realtà che si spinge anche ad affrontare le nuove piaghe sociali: il rigurgito razzista della società americana, la scarsa partecipazione dei cittadini alla vita politica e la dilagante violenza. Non è un caso che siano i giovani eroi della Casa delle Idee a farsi interpreti di queste vicende, come Kamala Khan, prima supereroina musulmana, o Miles Morales, che affronta i sensi di colpa in seguito ad una sparatoria all’intendo della sua scuola, riferimento alla strage della Brooklyn Vision Academy.

Perchè leggere Il mondo fuori dalla finestra?

A chiarire questa necessità di esser calati nella realtà è lo scrittore Jim Zub che disse:

“La Marvel si ingegna per raccontare ‘il mondo fuori dalla finestra’, e questo è diventato un argomento troppo grande per continuare ad ignorarlo”

Ecco, la chiave di lettura de Il mondo fuori dalla finestra: smettere di ignorare il mondo. Il fumetto, supereroistico o meno, ha una potenza narrativa e un’espressività tali da poter essere molto più di una lettura di svago. Ha la possibilità di essere di più, può rivolgersi ai lettori, più o meno giovani, dialogando su un terreno comune, in cui tolta la maschera gli eroi sono persone normali, con le nostre stesse paure e le nostre speranze. Alla fine non sono i lettori che guardano dalla finestra cosa accade nel mondo Marvel, sono due mondi che si toccano e condividono uguali ansie e aspettative, crescono e soffrono assieme.

Il mondo fuori dalla finestra è un volume imperdibile, un viaggio nei decenni della Marvel e nel suo modo di voler raccontare storie appassionanti senza dimenticare il mondo in cui si svolgono, portandolo ad essere lo stesso mondo di chi legge le storie, per avviare un dialogo che aiuti eroi e lettori ad essere personae più consapevoli e pronte a creare un mondo migliore.

Voto Recensione di Il mondo fuori dalla finestra



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storie ben calate nella quotidianità

  • - Presenti diversi personaggi

  • - I temi trattati sono sempre rispettati

  • - Alcune storie sono introvabili altrove

Contro

  • - In alcuni passaggi traspare della retorica

Commento

Il mondo fuori dalla finestra è un'antologia di storie Marvel in cui i personaggi della Casa delle Idee si confrontano con il mondo reale. Un viaggio nei decenni di vita della Marvel che ci mostra l'evoluzione della società, nelle sue difficoltà e nei suoi trionfi

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