Il principe cerca moglie: storia di una favola dalle tinte culturali e attuali

Il principe cerca moglie, una favola attuale che racconta una storia pronta a legarsi con la nostra stessa realtà, criticandola.

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a cura di Nicholas Massa

Quando si parla de Il principe cerca moglie non si sta affrontando una semplice commedia di fine anni ’80, ma un film dal valore poliedrico, non soltanto nel materiale che tratta e nel modo in cui lo fa, ma in tutto quello che si trascina dietro a livello culturale, in relazione al suo periodo storico di uscita. Stiamo parlando di una pellicola che vede sì al suo centro alcuni altisonanti nomi della storia del cinema americano, veicolando al tempo stesso una serie di messaggi pronti a sottolineare l’importanza dell’opera ancora nei giorni nostri. Una storia immortale, senza dubbio, alla cui base troviamo la carriera di alcuni importanti personaggi del passato, ancora oggi mai dimenticati. 

Insieme a tutto ciò l’impatto culturale del film, il suo apporto alla lettura generale di una vera e propria favola che si trasforma immediatamente in critica spietata a quell’American Dream tanto sospirato in moltissime altre pellicole. Questo resta uno dei valori più importanti e attuali del film, il fatto che riesca a cucire addosso alle dinamiche affabulanti più classiche lo specchio di un paese con tutti i suoi stereotipi e ipocrisie, affrontandole attraverso lo stile di un regista che non si è mai tirato indietro in tal senso. Uno sguardo, quindi, che si sviluppa da una storia apparentemente lontana e semplicistica, fino ad approdare nello sporco quotidiano di un paese che ancora una volta viene messo a nudo da un punto di vista inedito per l’epoca. Potete trovare recuperare Il principe cerca moglie sui portali di streaming odierni come Prime Video.

Il principe cerca moglie come frutto di nomi altisonanti 

Quando si parla de Il principe cerca moglie risulta impossibile non nominare due personalità centrali nella lettura stessa del film: Eddie Murphy e John Landis. Da una parte troviamo uno dei più grandi comici/attori degli anni ’80, un volto iconico e riconoscibile anche negli anni successivi, dall’altra un regista leggendario con alle spalle una carriera di tutto rispetto. Un volto riconoscibile di un certo tipo di cinema che si riallaccia perfettamente al periodo storico di cui stiamo per parlare. Per comprendere le dinamiche alla base della suddetta pellicola, infatti, risulta necessario contestualizzarne un minimo le origini dal punto di vista storico. 

In origine c’era il Saturday Night Live (un caposaldo della storia della televisione americana a partire dal 1975). Questo programma si rivelò una vera e propria fucina di grandi talenti, sia del piccolo che del grande schermo (Chevy Chase, Bill Murray, Dan Akroyd, John Belushi, Will Ferrell solo per citarne alcuni). La comicità alla base del programma rivelò delle vere e proprie superstar che in quegli anni e nei successivi dimostrarono tutto il loro valore. In quel particolare clima di fermento creato dal programma stesso, vennero fuori anche moltissimi autori legati al genere di stile che gli sketch del programma richiedevano.

 

Verso la fine degli anni ’80 vediamo emergere, per la prima volta, il nome e la figura di un giovanissimo Eddie Murphy. Inizialmente non ricevette ruoli centrali, almeno fino a quando due autori dello show non decisero di dargli qualche possibilità per farsi notare. Barry W. Blaustein e David Sheffield (due nomi fondamentali per Il principe cerca moglie) furono i fautori dei primi successi del comico, lanciandolo al grande successo successivo. Fra i tre s’instaurò un saldo rapporto di amicizia e lavoro, pronto a confluire anche in progetti successivi ed esterni al programma. Il grande successo di Eddie lo condusse quindi ben presto sul grande schermo e ciò conduce noi al secondo nome centrale nella realizzazione de Il principe cerca moglie: John Landis.

Landis all’epoca era considerato una sorta di regista prodigio (con film alle spalle come: Un lupo mannaro americano a Londra, Animal House e The Blues Brothers). Nel 1983 stava lavorando a un film inizialmente nominato Black & White. Detestando quel titolo il regista lo fece cambiare in Trading Places (Una poltrona per due). Fu proprio nel corso della realizzazione di questo progetto che Landis e Murphy s’incontrarono per la prima volta, instaurando un buon rapporto di amicizia e una salda collaborazione per il futuro. All’epoca Eddie era ancora in procinto di emergere sul grande schermo, cosicché il vero successo lo raggiunse con Beverly Hills Cop.

In quello stesso periodo anche Blaustein e Sheffield fecero grandi passi in avanti con la loro carriera di autori, firmando un contratto con la Paramount Pictures, secondo cui avrebbero avuto carta bianca su di un progetto da loro scritto e ideato.

Queste furono le premesse che condussero alla realizzazione de Il principe cerca moglie. In più interviste gli autori stessi hanno rivelato che l’idea originaria per il film venne proprio a Eddie. Nel periodo di suo massimo successo si era spesso ritrovato con donne interessate a lui per i motivi sbagliati. Il titolo stesso originario, The Quest (La ricerca), si basava proprio sull’intento di cercare la donna ideale che lo vedesse per quello che era andando oltre la sua fama. Partendo quindi dalle sue difficoltà personali nella ricerca del cosiddetto “amore vero” gli venne l’idea per il film.

 

Il tutto venne poi plasmato nella storia che tutti conosciamo, al cui centro troviamo questa ricerca da parte di un principe africano, della sua donna ideale, in America. Partendo da questa idea di Murphy i due autori suddetti lavorarono al soggetto e a quelle che sarebbero state le vicende di trama centrali, sottoponendo il tutto alla Paramount. Scrissero il tutto in 5 settimane, con la conseguente approvazione dello studio.

Il principe cerca moglie: definire i dettagli 

Con l’inizio delle riprese de Il principe cerca moglie cominciò anche la ricerca del suo regista. Inizialmente si pensò, per questo ruolo, a Eddie stesso. Il comico ci provò applicandosi al massimo, la mole di energia richiesta per girare e recitare lo fece però demordere dopo qualche settimana. Così entrò in gioco il nome di John Landis, l’unico problema era in quel periodo stava vivendo uno dei momenti più delicati e critici della sua carriera. Il 23 luglio del 1982, mentre il regista stava lavorando al film Ai confini della realtà (Twilight Zone: The Movie), durante una scena girata con un elicottero accade una catastrofe. Un incidente tolse la vita a tre persone sul set tra cui due bambini. Così Landis venne accusato di omicidio colposo e trascinato in tribunale. Tutto ciò impatto inevitabilmente sua sulla sua figura che sulla sua carriera, traslandosi in un periodo buio in cui cominciò a soppesare tutte le sue vecchie amicizie. 

La situazione culminò nel 1986 con un processo dal quale uscì scagionato da tutte le accuse in atto. Il verdetto positivo, però, non contribuì a ripulire la sua immagine di professionista, in una Hollywood che non voleva affatto dimenticare l’accaduto. La stampa fu il principale combustibile di tutte le chiacchiere che circolavano all’epoca. A questo punto fu Eddie Murphy a giocare un ruolo fondamentale per il regista, richiedendo specificatamente di lui per la regia de Il principe cerca moglie. La grande fama che aveva ottenuto all’epoca gli consentì d’impuntare i piedi per avere sul set il suo amico, conoscendo perfettamente il suo valore di regista e infischiandosene delle voci sul suo conto. Il carattere di Landis, però, non era dei più facili e il suo arrivo sul posto innescò tutta una serie di sviluppi e nervosismi.

Una delle cose su cui ebbe da ridire, ad esempio, fu in merito al nome del paese di origine del principe. Inizialmente Blaustein e Sheffield lo avevano denominato “Zmuda” in onore di un loro amico e collega, con Landis divenne “Zamunda”. Anche la Paramount tentò di dire la sua sulla sceneggiatura, cercando d’imporre una scena con un inseguimento, molto in voga all’epoca. Per quanto concerne questa richiesta fu il regista stesso a intervenire in linea diretta, bocciando l’idea dell’inseguimento rivolgendosi al presidente dello studio dell’epoca.

Inizio delle riprese e qualche curiosità in merito

Uno dei meriti de Il principe cerca moglie fu quello di lanciare alcuni attori afroamericani sul grande schermo, dando loro l’occasione di mettere in gioco il proprio talento. Nella produzione vennero infatti selezionati alcuni importanti talenti del passato, accompagnati da volti nuovi (basti pensare alla minuscola parte di Samuel L. Jackson). 

Uno dei cameo più celebri della pellicola è quello dei due clochard sotto al ponte di Brooklyn. In questa scena vediamo Akeem prendere dei soldi nel suo appartamento americano per poi lasciarli ai due senzatetto, per poi scoprire che si tratta dei fratelli Duke, i due antagonisti principali di Una poltrona per due, ricollegando direttamente la storia del film ai suoi eventi conclusivi. L’idea per questa scena venne da George Folsey (all’epoca produttore di Landis). Al regista non piaceva come soluzione, però si trovò a doverla girare quando l’attore incaricato per quel ruolo si ritrovò una parte diversa. Così, anche sotto parere di Eddie, la sequenza si fece, con il celebre risultato da tutti conosciuto. 

A poche settimane dalle riprese c’erano alcuni ruoli minori ancora da assegnare, così Eddie si propose per interpretarli tutti. La sua voglia da trasformista derivava dall’ammirazione verso il lavoro di Peter Sellers, anche lui grande caratterista sul set. Partendo da tutto ciò si decise d’ingaggiare un professionista del trucco prostetico: Rick Baker. Landis aveva lavorato con lui in passato, così lo suggerì per il film ricordando il suo grande talento. In concomitanza con il lavoro di questo artista e al talento recitativo di Eddie, anche gli autori stessi cominciarono a definire sulla carta questi particolari personaggi che si sarebbe trovato a interpretare.

Nel gennaio del 1988 ebbero ufficialmente inizio le riprese de Il principe cerca moglie, e mentre le cose cominciavano a prendere forma, alcune dinamiche negative si ergevano all’orizzonte. Fino a quel momento c’era stato un particolare rapporto di tensione e scherzo fra Murphy e Landis, rapporto che degenerò in un vero e proprio litigio.

Le versioni in merito alla situazione furono molteplici, anche se si tende a ricollegare il tutto a una questione di denaro. In sostanza i due autori del film, Blaustein e Sheffield, erano sul set, dato che stavano lavorando a un episodio pilota per la società di Eddie Murphy. Si dice che fu proprio una battuta di Landis sulla loro situazione a far degenerare tutto quanto, esortando Eddie a pagarli per il loro lavoro, rimborsando quelle che furono le loro spese per scrivere a New York (spese che gli autori stessi credevano gli sarebbero state rimborsate dalla suddetta società). Da ciò ci sarebbe stata una particolare reazione di Eddie, il quale avrebbe intimato il regista di farsi gli affari propri.

Questo fece uscire dai gangheri quest’ultimo spingendolo ad abbandonare il set su due piedi. La situazione era grave, e la soluzione arrivò direttamente dall’avvocato di Landis, il quale lo intimò a tornare a meno che non volesse perdere la propria paga. Anche se Il principe cerca moglie riprese la loro amicizia ne risentì per anni, portando comunque a conclusione la pellicola.

Non appena terminate le riprese a New York cast e troupe si trasferirono a Los Angeles per le scene successive de Il principe cerca moglie, se non fosse che Eddie all’epoca aveva il terrore di quella città. Aveva visto un documentario su Nostra Damus, narrato da Orson Welles, in cui veniva profetizzato che la città degli angeli sarebbe stata sommersa da una catastrofe naturale. La sua presenza sul set fu quindi centellinata, specialmente durante le riprese della sequenza della festa a casa dei McDowell, sequenza in cui Landis sfruttò la tecnica dell’inquadratura fissa per montare varie espressioni in più momenti specifici dell’evento. La profezia di Nostra Damus comunque non si compì, così l’attore tornò in città per girare quel che restava della trama. Una delle scene mancanti, ancora da realizzare era ambientata proprio a Zamunda e comprendeva un folto corpo di ballo e comparse. 

Al centro della scena delle danze suddette troviamo una coreografia, tutto si sarebbe giocato partendo proprio da questa. Per costruirla fu Landis a proporre il nome di Paula Abdula (all’epoca semi-sconosciuta e specializzata nelle coreografie delle cheerleader dei Lakers). Ci furono due difficoltà importanti nella realizzazione di questa sequenza: la prima era legata alla totale mancanza di musica (si utilizzò una batteria per tenere il ritmo), dato che Nile Rodgers non aveva ancora composto la canzone, e la seconda ai costumi ingombranti e difficili da utilizzare per danzare, creati da Deborah Nadoolman Landis (moglie del regista). Così Abdula si trovò a fare i conti con tutto ciò, e fra un problema di aderenza al pavimento, e un’adattamento alla situazione, ci volle un giorno intero per realizzare la sequenza successivamente inserita nel film.

Il principe cerca moglie arriva nei cinema

Il titolo che tutti conosciamo, Coming to America, venne scelto proprio quando le riprese del film erano in procinto di terminare, in sostituzione dell’originario The Quest. La velocità di realizzazione fu un incentivo in più nella produzione, ultimando le ultimissime cose due settimane prima dell’uscita nelle sale di tutto il mondo. Questo arco di tempo prima dell’uscita serviva al technicolor per lavorare alla stampa delle pellicole. Il 29 giugno del 1988 Il principe cerca moglie esce nelle sale americane, arrivando in Italia il 30 settembre dello stesso anno, con un conseguente enorme successo, impresso immediatamente nelle classifiche cinematografiche di quegli anni.

Il principe cerca moglie incassò 128 milioni di dollari soltanto negli States, risultando il più redditizio di quell’anno per la Paramount, per poi incassare oltre 161 milioni di dollari anche fuori dai confini di origine. All’epoca nessuno avrebbe mai scommesso su un successo del genere, per quanto riguardava le commedie romantiche nere. Si sbagliavano.

Con il successo mondiale giunsero anche alcune invidie e problemi generali, al punto che il film fu soggetto a 5 cause legali. Fra queste se ne ricorda una abbastanza insulsa, in cui un vero principe accusò la Paramount di avergli “rubato” la vita, e una molto più seria. Al centro di quest’ultima troviamo il noto scrittore Art Buchwald, il quale affermò che il film si basava su una sua storia precedentemente scritta (storia che aveva alcuni tratti in comune con il film, ma che comunque sviluppava le sue possibilità lungo una traiettoria narrativa ben differente. Era diversa).

Il giudice che si occupò del caso, però, gli diede ragione e così la Paramount dovette trovare un punto d’incontro con lo scrittore. Tutto ciò impattò sulla credibilità degli autori del film, i quali dovettero vedersela con dubbi e domande scomode. Inoltre in seguito all’uscita de Il Principe cerca moglie il rapporto fra Landis e Murphy si raffreddò completamente, delineato da una serie di interviste coi media fatte di frecciatine reciproche. Questo durò fino al 1993, quando la Paramount contattò nuovamente Landis per una nuova proposta: la regia di Beverly Hills Cop 3. Fu proprio Eddie Murphy a chiedere di lavorare nuovamente con lui. Tutto ciò innescò una serie di passi in avanti nel loro rapporto, attualmente ben lungi dalle dinamiche negative fuoriuscite nel corso della realizzazione del film principesco.

Una storia e la sua importanza 

Al centro de Il principe cerca moglie troviamo una storia semplicissima ed estremamente classica. Un principe africano di nome Akeem (Eddie Murphy) è palesemente annoiato dalla sua esistenza fatta si soldi, sfarzo, lusso e servilismo. Nel corso della sua vita ha avuto modo di relazionarsi con pochissime persone che lo inquadrassero per quello che è, al di fuori della sua immagine di principe. Questo non gli ha mai concesso di costruire legami saldi e sinceri, specialmente in amore. Una volta raggiunto il ventunesimo anno di età giunge per lui il momento di trovarsi una moglie degna del suo rango, ma non vuole saperne di tutte le cerimonie legate al suo contesto di nascita.

Suo padre, il Re Joffy Joffer (James Earl Jones), con la Regina Aoleon sua madre (Madge Sinclair), propongono al giovane quella che secondo loro sarebbe la sua sposa perfetta. Colto dallo sconforto nell’apprendere che anche la sua futura moglie non sarebbe stata altro che l’ennesimo servitore della sua esistenza, decide di partire per un viaggio in America, accompagnato dal suo servitore/amico Semmi (Arsenio Hall) con l’intento di cercare la donna della sua vita nel Queens. 

Qui la situazione cambia diametralmente. Akeem decide di spogliarsi di tutte le sue ricchezze così da incontrare una ragazza che non lo stimasse per il suo rango, ma per il suo modo di essere. Si trova un lavoro umile ed entra in contatto con Lisa McDowell (Shari Headley), una ragazza dal carattere forte e relativamente benestante, figlia del proprietario di un fast food che strizza l’occhiolino a una nota catena mondiale molto simile: Cleo McDowell (John Amos). Il colpo di fulmine è dietro l’angolo, anche se le attuali condizioni apparenti del principe non lo aiuteranno troppo nell’impresa, imbastendo un corteggiamento lontano dalla sua vita precedente e fatto di malintesi e incomprensioni, anche brillanti. 

Pur nella sua semplicità, la trama de Il principe cerca moglie risulta credibile dall’inizio alla fine, anche perché è proprio l’identità pop e culturale alla sua base a rendere il tutto affascinante anche ai giorni nostri. Il film, infatti, viene plasmato sia da una scrittura molto attenta in ambito America, sia dalla mano di un regista che non ha mai tardato a criticare la cultura di un paese pieno d’ipocrisie. Così il film propone anche un’attenta analisi del sogno americano stesso, proponendo due punti di vista netti: quello del principe che idealizza tutto ciò che lo circonda, assorbendolo in maniera distorta e sbagliata, e l’effettiva realtà di un paese pieno di problemi e di ipocrisie. Sono gli Stati Uniti stessi ad esser emessi sotto alla lente d’ingrandimento di questa narrazione che non si risparmia mai nei dettagli a comporre ogni scena e sviluppo, portando avanti una narrazione che scherza su moltissime cose, senza celare un’amarezza di fondo estremamente tangibile.

L’importanza del film, poi, è da ricollegarsi proprio al suo cast. Come scritto anche all’inizio nessuno avrebbe scommesso su una commedia nera di questo tipo, e anche se la cultura africana è frutto completo della fantasia dei suoi autori, per quanto concerne tutto il resto, e quindi l’impatto della pellicola sul cinema stesso (giungendo anche a grandi risultati con i botteghini esteri) non è da sottovalutare affatto. Non soltanto un successo di Eddie Murphy, quindi, ma di tutto il cast e di una storia che nelle sue dinamiche classiche all’epoca risultò attualissima.

Nel 2021 venne realizzato anche un seguito, dal titolo Il principe cerca figlio, diretto da Craig Brewer, con il ritorno in scena di alcuni elementi del cast. Questo sequel non fu minimamente all’altezza del primo film, ricevendo per lo più critiche negative da esperti e pubblico.