Injustice: Anno Zero, recensione: prelude to madness

Panini DC Italia pubblica Injustice: Anno Zero, prequel della saga principale tratta dal videogioco di successo.

Avatar di Domenico Bottalico

a cura di Domenico Bottalico

-

Abbiamo già avuto modo di parlare di Injustice in occasione dell'uscita italiana del film animato a lui ispirato: non solo un elseworld nel senso più ampio del termine ma anche un limpidissimo esempio di transmedialità e crossmedialità che sta portando tantissima fortuna alla DC. Nessuno infatti avrebbe pensato che un fumetto tie-in di un videogioco, per giunta picchiaduro, genere che spesso non brilla per plot concentrandosi invece più sull'azione, avrebbe riscosso così tanto successo guadagnandosi il favore di critica e pubblico. Panini DC Italia inizia quindi la sua riproposta della serie da Injustice: Anno Zero ovvero un volume inedito, uscito negli Stati Uniti originariamente come serie digital first, che funge da prequel alla saga principale e scrittore sempre da Tom Taylor (già firma della saga principale e attualmente uno degli scrittori di punta della DC) con matite di Roge Antonio e Cian Tormey.

Injustice: Anno Zero, the principle of evil made flesh

L'annuale incontro fra Justice League e Justice Society è l'occasione migliore per gli eroi di rilassarsi e confrontarsi sul presente e soprattutto sul futuro. Da un lato infatti gli eroi della JSA rappresentano una importante memoria storica e dall'altra sono testimonianza di una eredità perpetrata dalla Justice League. Batman e Superman riflettono proprio su questo: il primo è dubbioso dell'esempio che sta lasciando ai suoi protetti, il secondo invece confessa di avere timore di non fare abbastanza e che parlare di bambini con Lois possa renderla infelice.

Contemporaneamente nel Penitenziario di Blackgate viene negata la libertà vigilata ad Andre Charvard. Vecchio e malato, il detenuto vorrebbe solo poter incontrare il nipote. Disposto a tutto, Charvard lancia una offerta a chiunque riesca a farlo evadere: "potere" in cambio della libertà. Si innescano così una serie di avvenimenti che sfuggono immediatamente al suo controllo perché a rispondere alla sua offerta è addirittura il Joker. Charvard è quindi costretto a mantenere la sua parte dell'accordo rivelando al Principe Pagliaccio del Crimine l'ubicazione di un potentissimo artefatto rimasto nascosto per oltre 50 anni.

Si tratta di amuleto, rinvenuto ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, da Carter e Shiera Hall. Un artefatto così potente da influenzare le battaglie sul fronte nordafricano e richiedere l'intervento della Justice Society. Mentre scopriamo le origini di Charvard, Joker prende possesso dell'amuleto apprendendone subito il suo funzionamento: è capace di conferire il controllo di ogni essere umano e il primo a cadere vittima di questo potere è Lanterna Verde (Alan Scott) colui che materialmente aveva nascosto l'oggetto decenni prima.

Compreso il potere dell'amuleto e con l'accesso ai ricordi dell'eroe, Joker architetta un piano per colpire indirettamente ma brutalmente Batman. Il Principe Pagliaccio del Crimine inizia quindi a seminare caos, morte e distruzione fra le fila della JSA e della Justice League finché, ingolosito dal potere dell'artefatto, non cerca di prendere possesso di Superman.

Injustice: Anno Zero, prelude to madness

Tom Taylor prende alla lettera la parola "preludio" e realizza con Injustice: Anno Zero quella che, ad una prima lettura, è "una prova generale" per il piano che porterà Joker a manipolare Superman causando poi il domino di avvenimenti da lui orchestrati sapientemente fra le serie a fumetti e i due capitoli videoludici. Il plot quindi non si discosta molto dal canovaccio del così detto Anno Uno di storie a fumetti (che Panini DC Italia dovrebbe iniziare a riproporre a brevissimo in volume) tuttavia lo scrittore australiano è troppo scaltro per confezionare un lavoro "scolastico" e attinge a piene mani dalla ricchissima mitologia DC e nello specifico dalla tradizione dei grandi eventi.

Injustice: Anno Zero infatti per incipit e costruzione paga dazio ai grandi incontri annuali fra Justice League e Justice Society dell'era pre-Crisi (le così dette Crisi sulle Terre Multiple). I due gruppi si incontrano, parallelamente un nemico architetta un piano che giocoforza costringe i due gruppi a collaborare. Utilizzando questa struttura classica come volano, Taylor dona poi ulteriore profondità all'universo di Injustice mostrando interazioni tanto familiari fra i personaggi (vedasi i due Flash) tanto capaci di ricavarsi una propria autonomia (il triangolo Black Canary-Freccia Verde-Black Canary) mentre vecchi e nuovi personaggi trovano una inaspettata collocazione come Amazing Man, lo stesso Alan Scott o ancora Harley Quinn e Poison Ivy in mini archi narrativi "secondari" che vengono risolti o alla fine del volume o rimango aperti fungendo da raccordo per le storie che verranno. In questo senso è geniale la conclusione prodromica della caduta di Superman ma al tempo stesso capace di riassorbire l'assenza stessa della JSA dalla continuity principale di Injustice.

In questo senso il ritmo di Injustice: Anno Zero è tutto giocato sulle sue premesse avventurose, estremamente Silver Age, che richiamano la Seconda Guerra Mondiale e le gesta leggendarie della JSA che entrano in netto contrasto con la progressiva brutalità degli attacchi di Joker e con il loro carattere decisamente "moderno" che culminano con l'ottimo scontro finale al cui centro tornano prepotentemente i quesiti cardine di tutto questo universo alternativo: fin dove bisogna spingersi per corrompere Superman? e fino dove si possono spingere gli eroi per essere considerati tali?

In definitiva Injustice: Anno Zero è quindi una lettura imprescindibile per i fan di Injustice ma gradevole anche per tutti i lettori DC che ritroveranno qui alcune atmosfere di altri eventi del passato "recente" come Vizi e Virtù o Il Giorno del Giudizio.

Molto buono il comparto grafico diviso fra Roge Antonio e Cian Tormey. I due disegnatori hanno uno stile simile spigoloso e scattante, con chine e neri molto spessi e voluminosi che avvicinano le anatomie a certi character design usati proprio da Warner Bros. Animation in alcuni degli ultimi film animati. La differenza sostanziale fra i due riguarda però una maggiore stilizzazione del primo rispetto al secondo che però di contro ribatte con un maggior dinamismo complessivo della tavola. Interessante notare altri due punti di contatto nel lavoro dei due disegnatori: la particolare attenzione nella marcata espressività dei personaggi e la costruzione della tavola. La coordinata che viene sviluppa principalmente è quella orizzontale che rende estremamente cinematografiche le scene d'azione e viene declinata spesso con un uso intelligente degli inserti o di ampi riquadri sbordati a mezza pagina.

Il volume

Panini DC Italia presenta Injustice: Anno Zero in un volume cartonato di grande formato dimensioni 18.3x27.7 cm. La rilegatura è solida e la rifilatura delle pagine permette una lettura agile che non causa aperture inconsulte del volume stesso, la carta scelta è spessa e patinata dall'ottima resa soprattutto nell'equilibrare neri e colori. Dal punto di vista editoriale e redazionale, la cura è buona. La traduzione presenta forse qualche passaggio che poteva essere limato meglio (nelle primissime pagine c'è un "entra dentro" decisamente colloquiale) ma nulla che infici troppo la lettura.

È presente una breve introduzione firmata dal supervisore italiano che giustamente si concentra più nell'introdurre l'universo di Injustice che il volume in sé per sé evitando così di dare troppe anticipazioni a chi magari non ha ancora letto la serie a fumetti ma conosce solo le premesse narrative dell'universo stesso. A fine volume invece trovano spazio alcune copertine originali e alcuni sketch preliminari.