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Interface Zero 2.0, la recensione: una ambientazione (post)cyberpunk per Savage Worlds

Interface Zero 2.0 è un manuale d’ambientazione cyberpunk e postcyberpunk edito in italiano da SpaceOrgange42 che usa il regolamento del gioco di ruolo generico Savage Worlds.

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a cura di Davide Vincenzi

In sintesi

Interface Zero 2.0 è un manuale d’ambientazione cyberpunk e postcyberpunk che usa il regolamento del gioco di ruolo generico Savage Worlds.

Edito da Gun Metal Games e pubblicato in Italia da SpaceOrange42, Interface Zero 2.0 è un manuale d’ambientazione a tema postcyberpunk per il gioco di ruolo generico Savage Worlds.

Interface Zero 2.0 non è quindi un prodotto fruibile a sé, ma per essere giocato necessita del regolamento contenuto nel manuale base di Savage Worlds, del quale potete leggere qui la nostra recensione. Regolamento di base che viene però integrato da alcune importanti e specifiche regole legate a questa ambientazione fantascientifica, presenti in questo volume piuttosto corposo e ricchissimo di contenuti.

Cyberpunk e postcyberpunk

Sebbene la copertina del manuale riporti le parole “Full Metal Cyberpunk”, Interface Zero 2.0 non è pienamente assimilabile al genere cyberpunk, ma, come vedremo, si avvicina maggiormente per temi e ambientazioni al postcyberpunk, genere che dal primo trae origine.

Il cyberpunk è un movimento letterario e artistico, legato al genere della fantascienza, nato nella prima metà degli anni Ottanta del secolo scorso che tratta di scienze e tecnologie avanzate, come l'information technology e la cibernetica, unitamente a un certo grado di ribellione o cambiamento radicale nell'ordine sociale.

Ha rappresentato, usando le parole di Bruce Sterling, uno dei suoi massimi esponenti assieme a William Gibson, “il sovrapporsi di mondi che erano formalmente separati: il regno dell'high tech e il moderno pop underground”.

Alcuni elementi ricorrenti nei prodotti legati a questo movimento che è divenuto a pieno diritto un vero e proprio (sotto)genere della Sci-Fi, oltre agli immancabili occhiali a specchio e le luci al neon colorate, sono il rapporto uomo/macchina ,  l’alienazione e la derealizzazione che ne derivano, una società altamente distopica in cui le zaibatsu (corporazioni multinazionali) controllano l’economia e sono al di sopra di qualsiasi governo mondiale, la paranoia legata alluso delle droghe psichedeliche e, ovviamente la matrice, il cyberspazio e lo sprawl come ambienti e luoghi vivi in cui le storie cyberpunk sono ambientate.

Nato a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, il movimento letterario e artistico del postcyberpunk, invece, sebbene continui a concentrare l’attenzione sugli sviluppi tecnologici nella società di un futuro prossimo, questi sono maggiormente legati alla diffusione dei mezzi di comunicazione e agli effetti sociali che ne derivano, all’ingegneria genetica e alla nanotecnologia. Inoltre, il futuro rappresentato dal postcyberpunk non è per forza di cose distopico e i protagonisti delle opere, lungi dall’essere gli alienati solitari che si barcamenano per sopravvivere tipici del cyberpunk, sono spesso membri integrati della società che solitamente agiscono per migliorarla, o almeno per proteggere lo status quo da un ulteriore degrado.

È palese, comunque, come le linee di demarcazione che dividono i due generi siano spesso incerte e che sovrapposizioni e contaminazioni siano all’ordine del giorno; come vedremo, ciò capita anche in Interface Zero 2.0.

Un’ambientazione postcyberpunk altamente distopica

La prima cosa che salta all’occhio sfogliando il manuale di Interface Zero 2.0, oltre alla sua voluminosità e al considerevole peso, è il fatto che praticamente ogni argomento trattato al suo interno sia esposto come se fosse il thread di una conversazione tra più utenti all’interno di una chatroom, a evidenziare come il tema della comunicazione globale e delle reti sociali sia di primaria importanza all’interno dell’ambientazione del gioco. I personaggi, quindi, non sono isole in un mare di disperazione, ma individui sociali sempre connessi, la qual cosa dona al tutto un immediato taglio postcyberpunk.

Iniziando la lettura di Interface Zero 2.0, si viene quindi a scoprire che ci si trova nell’anno 2090, in un mondo al collasso, devastato dal riscaldamento globale, sottoposto agli orrori della guerra nucleare e ai disastri naturali. Il panorama geopolitico è completamente mutato; dopo il crollo degli Stati Uniti, infatti, nuove nazioni sono nate dalle sue ceneri e dopo gli attentati terroristici di Atlanta, la Coalizione Nordamericana e quella Atlantica sono sull’orlo della guerra.

In Asia, Russia e Cina combattono per il controllo del continente, ricco di risorse, mentre in Europa, invece, l’ascesa al potere di Caronte, una nuova Intelligenza Artificiale, ha destabilizzato i precari equilibri, portando una rivoluzione e un caos sconosciuti ormai dai tempi della Seconda guerra mondiale.

In questo scenario quasi apocalittico, la scienza e la tecnologia hanno compiuto passi da gigante: il genoma è stato del tutto decodificato e i più reconditi segreti del DNA sono ormai alla portata di tutti, per non parlare delle vette raggiunte dalla cibernetica e dall’informatica.

Chiamato Interface Zero da chi l’ha creato, il Tendril Access Processor, o TAP, scarica il DataNet globale e la Realtà aumentata direttamente nella corteccia cerebrale di miliardi di utenti in tutto il sistema solare, portando il mondo a un livello di interconnessione mai visto prima. Tutto ciò, però, porta con sé anche un grande pericolo: i malware infestano il Deep Web e gli hacker manipolano il TAP per immettere virus maligni, rubare segreti e perfino l’identità di quegli incauti che non proteggono il proprio cervello con un firewall adeguato.

I personaggi di Interface Zero 2.0

Dopo l’introduzione sull'ambientazione, il manuale propone i vari passaggi necessari per creare i personaggi le cui avventure avranno luogo in questo “mondo selvaggio”. Questi verranno creati con le regole presenti sul manuale base di Savage Worlds, integrate da alcune piccole varianti introdotte appositamente per l’ambientazione di Interface Zero 2.0.

Per facilitare il lavoro di Master e giocatori e venire incontro a chi voglia gettarsi immediatamente nella mischia, tralasciando la generazione di attributi e punteggi vari, il volume presenta ben sedici Archetipi tipici dei racconti cyberpunk e postcyberpunk già pronti e ben delineati, desiderosi solamente di essere giocati.

Per chi invece ama perdersi in numeri e statistiche e vuole delineare nei minimi dettagli il proprio alter ego, vengono presentate le numerosissime e particolarissime “razze” messe a disposizione dei giocatori, ulteriore spinta verso tematiche postcyberpunk:

  • Androide: di fatto un robot con fattezze umane che ricorda molto quelli presenti nei racconti dell’antologia Io, robot di Isaac Asimov. In Interface Zero 2.0, gli androidi, comunque, non sono governati dalle tre leggi della robotica, ma da una IA che a un certo punto ha preso coscienza di sé.
  • Bioroide: un essere umano generato in provetta con un computer e un’IA al posto di un cervello organico. Questi esseri, originariamente creati per fornire “parti di ricambio” e manodopera, sono ora illegali.
  • Cyborg: questi, al contrario, sono corpi totalmente robotici a cui è stato impiantato un cervello umano organico, similmente a Motoko Kusanagi, protagonista di quel capolavoro anime di Ghost in the Shell di Mamoru Oshii (tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow e del quale è stato prodotto anche un film (2017) con Scarlett Johansson e Takeshi Kitano) e ad Alita, protagonista di un eccezionale manga di cui abbiamo recensito pochi giorni fa una nuova edizione, e del film di Robert Rodriguez attualmente nelle sale cinematografiche, anch’esso appena recensito.
  • Ibrido: è un normale essere umano che in qualche momento della propria vita ha deciso di sottoporsi a un intervento di ibridazione genetica con il DNA di un qualche tipo di animale, assumendone alcune caratteristiche peculiari sia fisiche sia estetiche. È una soluzione che strizza molto l’occhio agli appassionati del GDR Shadowrun, che con questa razza potranno facilmente riprodurre elfi, orchi e troll dell’ambientazione cyberpunk/fantasy tipica del brand.
  • Replicante: una sorta di essere umano generato in laboratorio, espressamente progettato per svolgere un particolare compito. I replicanti vengono forniti di finti ricordi per fornire loro una stabilità emotiva e molto spesso non sanno nemmeno di esserlo. Qualcuno ha detto Blade Runner e Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?
  • Umano: un normalissimo essere umano che può avere o meno innesti cibernetici.
  • Umano 2.0: un essere umano sul cui DNA si è intervenuto prima della nascita, migliorandolo sotto alcuni aspetti.

Infine, ben ventinove professioni e una miriade di nuovi vantaggi e svantaggi creati appositamente per l’ambientazione di Interface Zero 2.0, concludono la parte dedicata alla creazione del personaggio.

Tra i vantaggi, spicca particolarmente la rivisitazione in chiave Sci-Fi dei vantaggi arcani del manuale base di Savage Worlds: in Interface Zero 2.0, infatti, i personaggi potranno essere anche degli “zeek, ovvero degli esseri dotati di poteri psionici.

L’Amazon del futuro

Il manuale di Interface Zero 2.0 prosegue poi con una lunga e corposa parte dedicata all’equipaggiamento del mondo del 2090. Il contenuto rimane in tema con l’impostazione da chatroom, presentando al lettore una sorta di catalogo virtuale in cui poter scegliere armi, protezioni, veicoli e quant’altro.

Vengono innanzitutto presentate una manciata di corporazioni (anche se un po’ anonime, in realtà) e tutta una serie di gadget e strumenti, tra cui spiccano sicuramente i droni, il cyberware e le armature potenziate e mech.

Per quanto riguarda le armi, ci troviamo di fronte a una lista lunghissima che propone ogni tipo di armamento possibile e immaginabile, con una forte deriva verso il futurismo più estremo.

Il tutto è molto funzionale al gioco e alle eventuali missioni in cui i personaggi potranno trovarsi coinvolti; tuttavia, si sente la mancanza di tutta una serie di ammennicoli e oggetti vari all’apparenza del tutto inutili o di marginale utilità me che forniscono parecchio colore all’ambientazione.

Un’immensa ambientazione e tutto il resto

Il manuale di Interface Zero 2.0 prosegue presentando uno spaccato della vita nel 2090, tra gang, religioni e zeek, per passare poi a un lunghissimo excursus sulla situazione geopolitica e sociale del mondo di gioco.

Il lettore si troverà di fronte a una situazione mondiale estremamente complessa ma ben delineata ed estremamente coerente con se stessa. Il tutto è talmente imponente e mastodontico che è impossibile cercare di darne un sunto in questa recensione che vada oltre le parole spese a inizio articolo. 

Seguono poi alcune regole aggiuntive volte a dirimere il combattimento tra mech, l’hackeraggio e i poteri degli zeek. I consueti consigli per il Master su come portare avanti il gioco e un elenco di minacce e nemici del futuro chiudono degnamente il volume.

Il manuale nel complesso

Dal punto di vista prettamente editoriale, Interface Zero 2.0 è un prodotto davvero pregevole. Ci troviamo di fronte a un corposo volume di quattrocentosessanta pagine, completamente a colori, rilegato e con copertina rigida.

La grafica e l’impaginazione sono ottime, così come è generalmente alto il livello delle illustrazioni, nonostante alcune che, a nostro avviso, risultano leggermente meno ispirate.

La traduzione si attesta su uno standard più che sufficiente, sebbene l’editing non sia curatissimo, visto il considerevole numero di refusi che, comunque, nel complesso si perdono nel mare di pagine e non risultano troppo fastidiosi.

Conclusioni

Dopo quanto abbiamo detto finora, di una cosa siamo sicuri: Interface Zero 2.0 è un prodotto più che buono, ricchissimo di contenuti, forse persino troppi.

Gli autori hanno voluto condensare in quattrocentosessanta pagine un’ambientazione enorme, e in questo setting gargantuesco ci hanno voluto infilare qualunque cosa, ogni singola idea cyberpunk e postcyberpunk con cui sono entrati in contatto. Come abbiamo visto quando parlavamo delle razze disponibili per creare i personaggi, infatti, tra le sue pagine troviamo spunti provenienti da una miriade di fonti differenti, che riescono a confluire in un "oceano" coerente e ben strutturato.

L’ambientazione è ottimamente sviluppata, ma anche in questo caso siamo di fronte a talmente tante relazioni da uscirne quasi confusi a una prima lettura. Portare avanti una campagna di Interface Zero 2.0 che tenga conto di tutto il mondo di gioco può sfociare in un lavoro piuttosto impegnativo.

Il risultato è un prodotto che risulta fin troppo imponente con così tante informazioni da essere addirittura in alcuni passaggi quasi  soverchiante. E forse anche un pochino asettico. Quello che a nostro avviso manca a Interface Zero 2.0, è il colore.

Nonostante la grandissima quantità di informazioni, infatti, tra le pagine del manuale non abbiamo ritrovato lo sporco dello sprawl, la spietatezza delle corporazioni e il fascino del cyberspazio. Dovendo recensire questo prodotto, il paragone con Cyberpunk 2020 della R. Talsorian Games è stato praticamente automatico e, purtroppo, siamo stati costretti a constatare che c’era molto più colore in quel manuale degli anni Ottanta, sebbene le sue pagine fossero solo in bianco e nero.

Tutto ciò, comunque, non cambia il fatto che Interface Zero 2.0 sia comunque un ottimo prodotto, ben confezionato, al quale manca forse un approfondimento dell'ambientazione nella quale immergere i giocatori.

A chi è rivolto

Interface Zero 2.0 è sicuramente perfetto per chi ha voglia di affrontare oggigiorno un gioco di ruolo a tema cyberpunk e postcyberpunk e non ha accesso ai prodotti del passato o che preferisce il sistema di gioco di Savage Worlds a meccaniche più vecchie e meno snelle.

L’immensità delle informazioni riportate in questo sontuoso manuale sono sicuramente più rivolte a un Master esperto piuttosto che a uno alle prime armi, ma con un po’ di impegno può risultare accessibile ai più.

Voto Recensione di Interface Zero 2.0



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Ambientazione ben strutturata e coerente

  • - Manuale importante al tatto e alla vista

  • - Immensa quantità di spunti e informazioni…

Contro

  • - … che però rischiano di essere addirittura troppe

  • - Manca un po’ di “colore”

Commento

Interface Zero 2.0, con la sua immensa quantità di informazioni, fornisce la base perfetta per creare una campagna a tema cyberpunk o postcyberpunk, utilizzando il sistema di gioco di Savage Worlds. La mole di informazioni fornita è al contempo un valore aggiunto e un punto di debolezza che potrebbe spaventare i giocatori meno avvezzi a doversi imbarcare in uno studio metodico dell’ambientazione. Qualche spunto in meno e un po’ di colore in più avrebbero sicuramente giovato al prodotto che risulta, comunque, un’ottima soluzione per giocare questo particolare genere di fantascienza senza dover ricorrere a prodotti che si perdono tra le pieghe del tempo.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Interface Zero 2.0

Interface Zero 2.0